L'INSEGNANTE..
La prima volta che mi trovai dinnanzi a tanti alunni..per la precisione trenta,,il cuore mi batteva forte.Precedentemente avevo fatto molte domande di supplenza ma c'era sempre chi aveva già insegnato e quindi aveva più punti.Quella volta non speravo nulla..era un paese fuori città e vi andai spinta dalla speranza.Il preside era nato nella città che si chiamava come il mio cognome e incuriosito mi disse che la supplenza era per otto giorni e quindi mi condusse in classe.Mi trovai dinnanzi a tanti occhi che con stupore mi guardavano,si alzarono in piedi dicendo ..buongiorno..al che risposi che già alzandosi in piedi me l'avevano detto.Li feci sedere e molto turbata cominciai a fare l'appello per conoscerli meglio.Informata del percorso fstto precedentemente con l'altra insegnante, continuai una spiegazione meno difficile e altrettanto meno noiosa.Prima del suono del campanello decisi di dare loro un pò di ricreazione senza fare chiasso e stranamente così avvenne.Rientrata a casa iniziai a riflettere sull'operato che dovevo intraprendere..non era facile..le nozioni dei varii argomenti dovevano comprenderle e studiarle con interesse non con sofferenza o con completa abulia del caso..allora decisi che dopo la spiegazione avrei dettato dei piccoli riassunti per facilitare lo studio e che se fossero stati tranquilli avrei concesso loro sempre quei dieci minuti d'intervallo.Compresi che il rispetto era dovuto prima alla differente età e poi al posto che occupavo e lo dichiarai chiaramente e non alla rigida severità e all'intimidazione,lo potevo ottenere con l'affetto e con la stima della comunicazione reciproca e che se non comprendevano la spiegazione l'avrei resa più facile,del resto ero pagata per questo..il mio comportamento non era da considerarsi poco intelligente da parte loro oppure che non capivano, ma ero io che non mi ero spiegata bene..si creò un clima sereno e terminati i giorni stabiliti il preside mi pregò di finire il mese.Quando andai via il dispiacere fu comune e non vi racconterò degli anni che seguirono nei paesi alle volte sopra una stalla,o del tempo alzandomi alle cinque del mattino per essere in classe alle 8.20,col freddo e uscivo di casa ch'era ancora buio.. ma dopo..quando feci il concorso a cattedra che vinsi a Roma ove la prima domanda che mi fecero dopo avere studiato molto fu..perchè la pizza a Napoli riesce meglio che a Roma? La risposta sta nell'acqua che contiene maggiori quantità di sali minerali di calcio e di magnesio,seguirono poi con l'attuazione di un giardino accanto alla scuola e come avrei deciso di formarlo..la mia risposta fu che conoscendo il carattere degli alunni avrei dato loro la possibilità secondo le proprie facoltà di piantare fiori,verdure,o alberi etc...in tal modo avrei compreso meglio le loro finalità e il loro modo di essere sia sentimentale che speculativo e li avrei aiutati mettendo insieme quelli meno bravi con quelli che riuscivano meglio..in tal modo si fa con le piante..quelle più deboli si uniscono a quelle più forti per farle crescere con maggiore vigoria.. in seguito fecero le domande sulle nozioni che avevo studiato come credo,con grande approfondimento.Naturalmente il punteggio fu alto ed ebbi la nomina in una scuola vicino casa molto importante.Non ero mai in cattedra ma nei banchi con loro.in modo da farli sentire come se accettassero una seconda famiglia,comprendevo le loro difficoltà della crescita ed essi si confidavano con me.tolleravo solo due volte la propria mancanza di studio e non accettavo bugie..continuavo ad essere la seconda mamma quella che lasciavano al mattino e ritrovavano a scuola.Le ragazze si confidavano con me,aprendo i propri cuori,le rispettive ansie,poichè alcune avevano timore di parlare con i loro genitori e se la notizia era non seria cercavo di aiutarle ma non usando parole dettate dal mio ruolo,ma con dolcezza facevo intuire la realtà della situazione.Se si faceva tardi i ragazzi mi accompagnavano all'autobus e se spiegavo loro un argomento difficile e importante li invitavo tutti a casa mia per visionare il film che narrava l'accaduto in modo da comprendere meglio la spiegazione.Vi erano a volte, ragazze molto timide che non riuscivano a parlare per esprimere la lezione del giorno,allora decisi che l'interrogazione veniva rimandata alla fine del mese..prima spiegavo loro l'argomento per intero e in seguito seduti al posto facevamo una conversazione generale in cui potevano aggiungere anche i propri commenti.Durante le gite la sera mi sedevo nelle loro stanze poichè per l'eccitazione del giorno non riuscivano a prendere sonno ed io temendo che uscissero di nascosto per andare a ballare, restavo con loro fino a tardi.Al mattino il risveglio alle sette era un pò pesante,ma io li amavo e percepivo che il mio affetto era ricambiato in eguale misura.. mi hanno detto che li aiutavo a crescere comprendendo le loro anime, i loro pensieri più intimi..Davo al ragazzo più irrequieto e un pò svogliato la custodia della classe quando ero chiamata per documenti in segreteria o in presidenza, per fargli comprendere che lo stimavo e sapevo ch'era capace d'essere all'altezza degli altri..se lo avesse voluto..infatti in seguito si dava da fare per raggiungere i compagni e migliorare la propria posizione..sicuramente non lo abbandonavo a se stesso.Quando un bidello entrava nell'aula credeva ch'essi fossero senza insegnante poichè vedeva la cattedra vuota,ma poi si accorgeva ch'ero seduta fra i banchi e gli alunni attorno a me ..Quando mia figlia dopo il matrimonio ebbe la bambina desiderava che l'aiutassi e allora mio malgrado me ne andai..mi mancano molto tutti indistintamente..ma so con sicurezza che anche loro non mi hanno dimenticato..alcuni vengono ancora a trovarmi..
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