giovedì 5 gennaio 2012

IL COMANDO SUGLI ALTRI..

Nella vita di ognuno può capitare che esista una voce perentoria di qualcuno che amministra la propria famiglia,il lavoro con tirannia dolorosa poichè intende avere la sudditanza per potere usufruire a suo comodo e a suo piacimento dell'esistenza altrui.Non sempre questo modo di comportamento ottiene risultati soddisfacenti poichè spesso chi si rende conto di subire la prepotenza del dominatore si allontana per sempre da situazioni che non meritano la loro presenza, oppure che li rende schiavi di sopportare il carattere di comando per oppurtuntà di vita.Vi era un grande musicista che dirigeva la sua orchestra con la bacchetta naturalmente come fanno gli altri..ma costui pretendeva di continuare in tal maniera nella vita di coloro che considerava gli appartenessero anche dopo l'esibizione orchestrale.I musicisti a malincuore cercavano d'avere pazienza poichè il lavoro era eccellente e ben pagato,ma per costoro era un tormento la convivenza con tale essere umano che di umanità ne aveva ben poco.Una notte il direttore d'orchestra sognò di trovarsi in un teatro vuoto..non c'era il pubblico, nè gli orchestrali..strano.. disse a sè stesso dove sono andati? Naturalmente non vi fu risposta, allora cominciò a cercare i musicisti considerati di sua proprietà ma non li trovo'..non si diede per vinto e accanitamente cominciò a guardare ovunque.. ma nulla da fare.. era solo in quel grande teatro.. essendo un uomo di forte carattere non si spaventò, ma si preoccupò..quando sentì una voce che gli diceva..che cerchi a fare..se ne sono andati tutti,mancavano gli orchestrali per cui non vi è stata nessuna esibizione,essi non respiravano più quella libertà dei loro personali desideri..,tu puoi essere il padrone di te stesso non schiavizzare chi ti serve con dedizione e ammirazione..se tu non potessi più dirigere come tu desideri e avessi un impatto di solitudine con la tua realtà di vita come faresti? Ora sei solo e cerchi coloro che hanno avuto l'ardire secondo le tue aspirazioni di abbandonarti..non puoi più distribuire la tua abilità nella direzione che tu vuoi con il comando estremo e tirannico, ma puoi restare solo con te stesso e meditare.e detto questo, la voce terminò il suo discorso.A questo punto l'uomo ebbe paura..non conosceva questa sensibilità, ma di fronte alla probabilità d terminare così la sua carriera sentì un fremito di dolore così acuto che si destò..ma era stato un sogno..pensò..la realtà era diversa..poi riflettè sul da farsi..quella voce nella verità del sogno poteva esprimere la verità che gli sarebbe venuta incontro se avesse continuato così..non voleva perdere quello che aveva ottenuto con enormi sacrifici fin da ragazzo e allora ricordò la figura paterna..autoritaria e temuta come lui era diventato..senza alcuna pietà di fronte alle miserie umane,senza dolcezza.senza amore per quel fanciullo che nel tempo gli somigliava sempre di più..ecco la ragione del suo comportamento..solo che adesso la situazione era diversa..nel suo lavoro poteva accadere che fosse ritenuto come in realtà si mostrava..assolutamente doveva cambiare..comprendere i suoi musicisti in altro modo..formare una famiglia di lavoro che gli avrebbe dato quella gioia che non conosceva, nè assumeva nei suoi confronti la realtà della vita degli uomini..

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