I MIEI PENSIERI..
Un giorno quando ero fanciullo un uomo si avvicinò alla mia dimora..aveva fame e sete e cercava riparo per una notte.Egli avrebbe dovuto raggiungere la figlia che abitava in un paese poco distante.Viaggiava da molti giorni..i predoni del deserto avevano assalito la carovana che lo trasportava e ucciso tutti i suoi compagni di viaggio, ma egli era riuscito a salvarsi miracolosamente facendosi credere morto,colpito da una freccia di un arco che invece era andata dritta nel cuore del suo vicino.Quando tutto si era compiuto e i nemici si erano allontanati,ricchi del bottino trafugato egli si era finalmente alzato e stordito,impaurito si era avviato riprendendo il cammino che ancora doveva percorrere per raggiungere la figlia tanto amata.Era giunto alfine in prossimitò della mia dimora e vedendomi al lavoro con mio Padre chiedeva "carità cristiana"per un viandante dolorante e sofferente.Mio Padre lo invitò in casa e mia Madre gli offrì da bere e da mangiare, gli ripulì le vesti e gli preparò un posto per la notte.Io guardavo quest'uomo con dolente pietà..aveva percorso tutto quel cammino per raggiungere il bene più prezioso che aveva al mondo,la sua unica figlia sposata e residente in un altro paese, lontana da lui senza moglie,morta da alcuni anni sofferente di un male che gliela aveva strappata senza misericordia.Ora desiderava ricongiungersi alla sua cara figlia avvertendo "l'esiguità dei suoi anni" e consapevolizzando il suo essere del miracolo avvenuto,essendo scampato a "morte certa" .Perchè quest'uomo doveva soffrire tanto.. mi chiedevo nel guardarlo,comprendendo il suo cuore amareggiato..l'uomo alla meglio si era accomodato nel giaciglio preparato da mia Madre cercando di riposare tranquillo al riparo da qualsiasi avventura..ringraziando nel suo cuore l'ospitalità offertagli.Al mattino quando mi destai l'uomo dormiva ancora, poichè la sua stanchezza era così grande che il sonno restauratore lo chiamava ancora a sè..mi alzai senza far rumore e guardandolo vidi sul suo volto aleggiare una grande pace..su quel volto appariva una "grande speranza".. non più ricordi di dolori trascorsi,non più solitudine,nè amarezza della vita vissuta, ma nel sonno egli aveva perduto tutto questo acquistando una pace interiore che si palesava con sincerità d'animo su quel viso ancora in stato di torpore sonnolento che rende l'uomo in uno stato tra "veglia e sonno"..allora pensai ..com'è strana la vita..durante "la veglia" essa si manifesta pensierosa nel sonno,ma si trasforma in "speranza" abbandonando il dolore e la lotta per la sopravvivenza..ah!.. Se l'uomo potesse dormire di più quanto sarebbe più pacifica la propria esistenza..ma forse "dormire" significherebbe placare il suo animo tormentato e non agire secondo i propri desideri che talvolta sono "irrealizzabili".. ma quanto sarebbe "giusto" se invece l'uomo vivesse "desto" con la "fame del domani",con la speranza "della veglia" e con la certezza del sonno eterno?Allora mi avvidi che costui si era destato.mi guardava e mi sorrideva..vedeva un fanciullo ancora innocente che gli tendeva una ciotola di latte caldo,col sorriso sincero ed invitante,colmo di simpatia e di "chiarezza" nei suoi semplici gesti e confortato prese la ciotola e la bevve avidamente poichè quel latte caldo gli veniva offerto con "amore di semplice amicizia" e non di palese "ricambio dovuto"..ed Io sentii il suo cuore placato dalla vita di tormento vissuta fino allora e la certezza di speranza del domani..GESU'
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