LA CASA DI CAMPAGNA..
I nonni paterni avevano una casa in campagna distante circa un'ora e mezza dalla città.Era una bellissima casa a tre piani ma nell'ultimo ci conservavano quadri, mobili che non potevano mettere negli altri due piani e che in seguito divenuta grande presi col loro permesso dei quadri da riparare molto belli.Ai piani inferiori, al primo vi era una grande cucina molto antica con le mattonelle in ceramica,deliziosa,con il forno a legna,la sala da pranzo e il salotto.al secondo piano le camere da letto e i bagni..il tutto dava nella piazza del paese dove affacciandomi mi divertivo a vedere le corriere che transitavano con i relativi passeggeri che salivano e scendevano, gli anziani che seduti fuori al bar giocavano a carte e le donne con i secchi che andavano alla fontana a prendere l'acqua.L'edificio sorgeva come avrete capito in mezzo alla piazza,vicino alla farmacia, ai carabinieri e alla Chiesa,ma la costruzione che a noi ragazzi piaceva maggiormente era un piccolo ponte di ferro che dava su di un giardino che noi chiamavamo "delle meraviglie" ricco di alberi da frutto..ci arrampicavamo sugli alberi per raccogliere i fichi,l'uva,le prugne,le more,le pere etc..era bellissimo..la nonna non voleva che noi fanciulli ci andassimo in quanto potevamo farci male ma noi di nascosto... riuscivamo a sgattaiolare lo stesso.Quando eravamo piccoli la governante ci portava a fare lunghe passeggiate con nostra noia,soprattutto nelle selve di castagne che appartenevano ai nonni ove quelle cadute s'infilano nei nostri piedi pungendoci alquanto con dolore.Divenuti più grandicelli le altre governanti sceglievano un percorso meno accidentale ma comunque altrettanto noioso.Avevamo la cameriera di città che la nonna conduceva con sè mentre l'altra restava a casa ed ella mi raccontava che la Domenica nel pomeriggio per andare a trovare i suoi parenti doveva fare due ore di cammino attraverso la campagna poichè le loro abitazioni erano molto distanti..l'altra cameriera la nonna la prendeva, ogni anno sul posto.Andavamo nel mese di giugno poichè negli altri mesi di vacanza, il nonni materni ci conducevano a Venezia a salutare i loro parenti e a Cortina per respirare aria di montagna.Divenuti grandi si andava solo la Domenica in quanto il nonno non c'era più e la nonna come era sua abitudine, vi rimaneva fino alla fine del mese di Settembre..ma il giorno festivo ci teneva che i nipoti pranzassero con lei e si portavano le paste di due qualità diverse poichè non era educato sceglierle di varii sapori.Allora si partiva da Napoli alle undici passate,si arrivava per l'ora di pranzo e alle sedici si tornava a casa..ma il giardino con le sue "meraviglie" era sempre là con i suoi preziosi prodotti..non importava che eravamo diventati grandi.. insieme ai cugini ci andavamo lo stesso a mangiare la frutta,naturalmente pulendola con un fazzoletto,senza lavarla..morta la nonna mio padre purtroppo vendette il tutto al medico del paese, poichè nessuno di noi sarebbe andato più alla casa di campagna..pur ricordandola con affetto..
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