venerdì 20 settembre 2013
Si arriva con ansia e si riparte con dispiacere dei giorni trascorsi se si è stati confortevolmente.In genere si è attesi con trepidazione sia dalla famiglia che dagli amici...dalla famiglia in qualsiasi occasione, Natale etc..dagli amici per le vacanze,. ma può succedere lo stesso per ambedue i casi.Ci soffermiamo a pensare come sarà l'accoglienza,quanto tempo è trascorso, quanti ricordi abbiamo dimenticato etc..e poi è un turbinio di abbracci e benvenuto..Se al contrario si tratta di un lavoro che si dovrà svolgere in un'altra località,siamo perplessi per l'adattamento e per le abitudini lasciate alle nostre spalle.Chi ci attende si dimostra felice in qualunque occasione, sia familiare che amichevole,ma se si tratta di lavoro vi è uno sforzo reciproco da ambedue le parti di gradimento.Gli esseri umani sono in genere abitudinari e mal si adattano ai cambiamenti a meno che non si tratti di miglioramenti in tal caso sono vanitosi ed esuberanti per la collocazione dovuta al loro ingegno.Alle volte capita che arrivi un ospite non gradito da tutti, ma sarebbe una scortesia non invitarlo soprattutto se si tratta di un parente anziano..per cui l'educazione invita a fare buon viso e ci auguriamo che la permanenza sia breve,.in altro caso ci prodighiamo per tutte le comodità affinchè l'ospite si senta a suo agio non pensando che in seguito sarò difficile mandarlo via.Non risulta gradevole è l'arrivo se si tratta di una permanenza tra le sbarre o in una casa di cura....nel primo caso è meritato, nel secondo è auspicata una pronta guarigione...ma l'arrivo per coloro che attendono la famosa cicogna è il più felice..si ritorna in tre o qualcuno in più a volte, mentre l'arrivo risulta in due... .
mercoledì 18 settembre 2013
L'ATTESA PROLUNGATA..
Quando si attende qualcosa d'importante sembra che non arrivi mai,.al contrario arrivano ""depliants" che inevitabilmente gettiamo nel cestino oppure richieste varie di denaro.Oggi non possiamo fidarci di nessuno in quanto la gente furbescamente cerca d'imbrogliare ignobilmente per avere un pò di soldi o per vizio insito nel modo di agire.Quando si attende un treno,un aereo un autobus etc..stare in piedi ci stanca e guardiamo sempre il punto d'arrivo o la chiamata dalla stazione.Figuriamoci se attendiamo una risposta che ci rassereni o quantomeno ci lasci sperare in una situazione a noi confacente.Ma le attese peggiori sono quelle d'amore se la persona amata ritarda o ha deciso vigliaccamente di non venire senza dare alcuna spiegazione in merito.A volte nonostante la pioggia stiamo ore ad attendere che arrivi scusandolo per il traffico,un espediente dimostrabile che attenui la nostra ansia etc..ma invano ..tutto è finito in un attimo di dolore che penetra dentro di noi simile ad una freccia che si conficca nel proprio cuore.Non tutti possiedono la capacità e le sue conseguenze di esplicita dichiarazione di consuete affermazioni che spieghino la validità delle azioni che stanno compiendo..preferiscono con viltà la fuga e scomparire ad un tratto senza offrire nessuna delucidazione in merito.Allora l'attesa prolungata assume il significato di una perdita rilevante che in principio non si era compresa,ma che in seguito avevamo sviluppato dentro di noi rivelando quanta pochezza d'animo vi fosse in coloro in cui avevamo riposto le nostre speranze e quanta valutazione in merito avevamo dato a chi non meritava nulla..
martedì 17 settembre 2013
LE INTIMITA'
Quasi tutti abbiamo la volontà di confidare le proprie intimità per trovare un po' di sollievo ai propri problemi e crediamo in tal modo di essere ascoltati e aiutati.Senz'altro il più delle volte è così ma se scegliamo la persona sbagliata stimandola più di quanto vale,allora le nostre intimità diventeranno pettegolezzi sulla bocca di tutti.L'uomo ha la necessità di condividere gioie e dolori con altri a meno che non abbia un carattere chiuso e introverso in tal caso la sua vita sarà un inferno poichè non potrà sfogarsi nè trovare un consiglio ai suoi problemi..In caso contrario deve stare molto attento con chi si confida per evitare chiacchiere e divertimento che al contrario gli procurerebbero ulteriore dolore.Sentirsi soli e non avere un'amicizia sincera è triste...siamo una comunità e scegliamo chi è più vicino a noi ritenendola una persona valida e cosciente..in tal caso le nostre intime confessioni resteranno un segreto e avranno una risposta soddisfacente.Purtroppo vi sono alcuni individui che godono dei problemi,delle disgrazie altrui e ne fanno propaganda con altri quasi affermando..non ha poi tutto ciò che manca a noi..meglio non possedere che avere questi guai che ti lacerano la vita...ma costoro non sanno che nonostante non possiedano molto la vita un giorno possa dare loro problemi gravi da cui è difficile uscirne e non trovano a chi confidarli....
lunedì 16 settembre 2013
A VOLTE PARLI QUANDO TI PARE..
Spesso parliamo a "vanvera" senza accorgerci di quanto le nostre parole possano ferire gli altri..se riflettessimo un attimo prima di esprimere i nostri pareri eviteremmo molte incresciose situazioni e saremmo più apprezzati.Se intuissimo il valore di quanto diciamo forse il silenzio è d'uopo a meno che non ci venga richiesto un parere.Vi sono alcuni individui che lo fanno volutamente e sono felici quando si accorgono di colpire nel segno....mai rifugiarsi nella tristezza, nel malumore dimostrando in tal modo d'essere stati colpiti ma sorridendo si può fare finta di non aver capito e cambiare discorso.Le parole sono simili alle frecce che a volte riescono a colpire il bersaglio se vengono pronunciate per fare del male agli altri,basta anche un accenno senza finire il discorso e tutto va in frantumi.Non c'entra la sensibilità di un individuo che accentua la possibilità d'offesa ma l'educazione di dire" pane pane vino al vino".In questo caso si può salvare la situazione o frangente anche con una piccola e semplice bugia oppure non rispondere affatto.Gli individui turbolenti si divertono a rimproverare,a borbottare situazioni che andrebbero tralasciate poichè sono di alcuna importanza,ma il vizio di parlare a sproposito è diventato ormai parte del carattere e non si accorgono di quanto feriscano gli altri che li sopportano con pazienza.Non si può e non si deve parlare di argomenti che possano fare male,nè si può ignorare la personalità altrui..si deve sempre tenere presente il carattere,il modo di pensare, la diversa affermazione nella vita e poi si esprimerà un proprio concetto che non ferirà nessuno ma riuscirà gradito e riconosciuto nella sua validità...
MOSTRARSI..
Molti individui si mostrano agli altri attraverso l'apparenza..cioè credono che più sono appariscenti più attraggono l'altra specie umana..e così attraverso cure dimagranti,.esposizioni di se stessi,..trucco etc..sembrano degli zombi che non hanno personalità ma sono fatti in serie.e corrispondono perfettamente ad una realtà che non esiste affatto.Per costoro la bellezza è quella esterna poichè non danno alcuna importanza al cuore,nè alla possibilità di alcuna emozione..si credono che mostrarsi agli altri e riceverne il plauso per la propria individualità sia il vertice della bellezza.Mi domando... costoro conoscono la parola sofferenza,l'inquietudine che prende il cuore per un affare d'amore andato male..si accorgono che piacciono fino ad un certo punto poichè gli altri alla fine si accorgono che sono esseri vuoti,che la propria bellezza è un fattore importante all'inizio ma poi diventa un bagaglio troppo pesante che fa male, che continuano ad essere soli in quanto qualsiasi problema devono risolverlo senza alcun aiuto,anzi provoca fastidio se lo trasmettono per trovare una risposta,un conforto.All'inizio il plauso altrui era per loro una significativa espressione di conquista....essere ammirati per aver catturato una preda così ambita ed importante che costituiva un vanto ma in seguito la pochezza del loro cuore,la fragilità delle specifiche consuetudini li ha fatti retrocedere dal proprio intento e si sono ritrovati nuovamente soli, mentre l'altro ha continuato per la propria strada dicendo a se stesso..non ha valutato nè compreso la mia bellezza...
sabato 14 settembre 2013
mercoledì 11 settembre 2013
LA CONFESSIONE..
Non intendo solo quella religiosa ma soprattutto quella che facciamo a noi stessi se comprendiamo lo sbaglio,l'offesa recata senza un motivo plausibile,oppure per ferire un individuo e così sentirci padroni della situazione e soddisfatti.Generalmente siamo portati a non farla altrimenti il mondo andrebbe diversamente,soprattutto se si tratta della propria incolumità,.della estrema salvezza per noi stessi,perchè risulta il motivo più semplice per cavarsela dagli intricati discorsi che di sono fatti e comunque ne siamo usciti senza macchia con la menzogna....lo crediamo ma non lo avvertiamo dentro di noi e in tal modo illudiamo un innocente.che si fidava di noi..Se vogliamo alludere a quella che coinvolge un individuo per la sua incolumità,il discorso diventa difficile in quanto facciamo condannare un innocente per dare a noi stessi.quella sensazione di salvezza che in seguito svanirà.Il mondo va avanti tra misure di sicurezza con promesse non mantenute,con bugie che sappiamo nascondono la verità,con imbrogli di svariato condimento che ci porterà allo sfacelo prima di noi stessi e in seguito di quello altrui..ma se tutti dentro il proprio animo,usufruendo della coscienza si .limiterebbero ad una precisa soluzione dopo aver confessato ch'erano tutte menzogne affermate sia per un voto,che per sentirsi salvi dalle calamità che la vita porge per farci diventare adulti, la confessione diventerebbe una tolleranza ai propri dolori e alle proprie sofferenze...
L'ANTEPRIMA
L'anteprima contiene tutto quello che verremo in seguito a visionare, ossia una raccolta di quanto si è compiuto in ogni campo...sia facile che più difficile..praticamente così avverrà un giorno per noi tutti quando la nostra vita ci mostrerà quanto abbiamo compiuto,.quello che abbiamo tralasciato per la nostra evoluzione e ai danni degli altri..chissà se capiremo gli sbagli ,gli errori volutamente fatti e se ci perdoneremo poichè lontani dalla verità.Quante azioni potevano compiere e non l'abbiano fatto,quante correzioni con la matita rossa abbiamo sottolineato e non abbiamo apporto nulla,quanta acrimonia fino alla fine abbiamo nutrito nel nostro cuore senza perdono e facendo pagare agli altri le colpe,di coloro che non avevano fatto nulla etc.., Ognuno ha espresso durante il cammino quanto credeva di sapere,quanto credeva fosse giusto, quanto supponeva servisse per aiutare gli altri.La vita insegna anche attraverso dolori, sofferenze che il viaggio da intraprendere è difficile,ma chi lo compie con rassegnazione sempre con il sorriso sulle labbra,avrà una ricompensa finale che non conosce limiti..Gli uomini in genere non si accorgono delle piccole cose che danno adito alle grandi.Infatti da un gesto porto con usuale praticità non capiscono quanto possa nascere una grande circostanza che metta in luce la sua credibilità e la propria chiarezza di fronte agli altri..quanto sia importante la propria disponibilità,la semplicità dei propri ragionamenti di fronte a specifiche elucubrazioni mentali che pur avendo un costrutto, diventa difficile essere compreso dalle persone semplici le quali con un gesto capiscono il cuore che parla per sensibilizzare quanto in precedenza era oscuro,, era privo di significato..ma che ad un tratto si è spiegato, ossia si è aperto alla propria confidenza e alla loro per essere accettato.L'anteprima è una copertina che illustra la figura più significativa,.più esplicita di tutto il "dossier" raccolto e quindi possiede una chiarezza valida che mette in luce la prospettiva delle azioni compiute dall'uomo,senza la quale ognuno sarebbe privo della necessità di comprensione dei propri errori...
lunedì 9 settembre 2013
IMMAGINA..PUOI...
Questa frase che sentiamo continuamente in televisione ci convince ad una riflessione che da sempre è insita nella nostra individualità...tutti sappiamo che l'immaginazione fa parte di noi stessi,..certo che possiamo,basta che non ci lasciamo troppo trasportare dalla fantasia che se prima aiuta in seguito ci fa entrare in un mondo ove tutto non è reale e ci conduce alla follia.Se non ci fosse l'immaginazione ci abbandoneremmo alla sconfitta elle proprie illusioni e alla disperata lotta che facciamo sia con noi stessi sia con gli altri per vedere il sereno ove non c'è...al traguardo che ci rende tristi quando possiamo salvare la propria efficienza con il pensiero fantastico.di una situazione migliore che ci renda abili nelle nostre qualità ma soprattutto nella speranza che la fantasia si congiunga alla realtà per formare una nuova verità che non ci aspettavamo.L'immaginazione resa tale è una sensibilità che possediamo fin dalla più tenera età e a volte ce ne serviamo a nostro piacimento, a volte ci allontana alla visione delle cose spiacevoli..ma deve rimanere una fantasia, un'immaginazione della propria mente altrimenti usandola con improprietà ci condurrebbe oltre il confine della verità..
domenica 8 settembre 2013
IL MERCANTE
In un villaggio qualunque ogni martedi vi era la fiera ed i paesani vi andavano per comprare il cibo in quanto costava meno oppure chi aveva soldi in più, comprava un vestito o una borsa etc..Una donna che vi si recava sempre ed era povera in quanto possedeva solo i soldi per comperare il mangiare ai suoi tre figlioletti essendo pure vedova,quel giorno vide dal Mercante un bel vestito e nonostante tutto, tanto ne fu attratta che ne chiese il prezzo..era alto poichè il vestito era molto particolare nella sua fattura..non poteva acquistarlo,i figli l'aspettavano per mangiare e se anche il Mercante le avesse fatto un prezzo particolare ella fu costretta a rinunciare e a tornare a casa.Grande fu la sua gioia nel vedere i piccoli mangiare di buon gusto e al vestito non ci pensò più.Il martedi successivo si recò alla fiera non pensando all'abito ma lo vide ancora appeso fra gli altri..allora si recò dal Mercante e così gli disse..mi piace sempre ma non ho le possibilità di comprarlo..non è una battaglia fra me e te..non vi è un vincitore, nè un perdente poichè ho avuto un momento di abbandono pur sapendo che non avevo i soldi per comperare il Nulla ..devo pensare ai miei figli e non a me...Ci fu un attimo di silenzio e il Mercante commosso prese il vestito e glielo regalò....
giovedì 5 settembre 2013
LA CONFORMITA' DELL'ESSERE UMANO..
L'essere umano considera la propria conformità in base a quello che possiede,a ciò che in seguito potrà ottenere,alla propria condotta secondo il suo vantaggio ed infine alle aspirazioni esaudite ...ma considera mai che con pazienza potrà ottenere molto di piu senza commettere danni agli altri??Vi sono persone che si accontentano di quello che possiedono,altri con mille sotterfugi vanno oltre,altri si appropriano di quanto non appartiene loro etc..L'uomo si afferma è "cacciatore" e pertanto caccia ove esiste un divieto..è la sua indole che prevarica il proprio ragionamento ma non concede spazio alle eventualita' che possono accadere,.alle circostanze che si presenteranno continuamente e che alla fine sarà costretto a soccombere e a rinunciare per non essere condannato?Tutto all'inizio sembra andare seguendo la sua volontà senza naturalmente tenere presente quella degli altri, ma alla fine il conto gli sarà presentato e sarà di gran lunga superiore a ciò che ha guadagnato immeritatamente..Ma non importa poichè negli anni andati ha vissuto come desiderava ottenendo quello che agli altri era negato,quello che per la maggior parte della gente non possedeva e in cuor suo è felice di averlo goduto e assaporato.La sua conformità è stata creata secondo le proprie necessità pur sapendo quello che gli sarebbe accaduto, quanto gli sarebbe costata la propria imperturbabilità nelle azioni non a suo favore poichè si tiene conto del beneficio che in seguito avrà ma forse l'attesa diventa inopportuna per la maggior parte degli individui,
della coerenza altrui,per non perdere l'unione di speranza e di concetto di consolidamento di se stesso
a ciò che avrebbe dovuto rinunciare per la propria individualità...ma è proprio per questo motivo che gli viene negata la possibilità di esubero delle circostanze che si presenteranno durante il suo cammino..la rinuncia con rassegnazione ai casi inopportuni della propria vita,accontentarsi di ciò che si ha..si chiama GRAZIA... .
della coerenza altrui,per non perdere l'unione di speranza e di concetto di consolidamento di se stesso
a ciò che avrebbe dovuto rinunciare per la propria individualità...ma è proprio per questo motivo che gli viene negata la possibilità di esubero delle circostanze che si presenteranno durante il suo cammino..la rinuncia con rassegnazione ai casi inopportuni della propria vita,accontentarsi di ciò che si ha..si chiama GRAZIA... .
lunedì 2 settembre 2013
LE CIRCOSTANZE..
Secondo le circostanze ognuno dovrebbe comportarsi in maniera consona e cercare d'essere all'altezza della situazione.Generalmente gli uomini non danno alcuna importanza su quanto devono compiere,sulle azioni da intraprendere, a meno che non siano gravemente in contrasto con se stessi..allora in fretta cercano come uscirne e compiono sbagli irreparabili,Se al contrario riflettessero su quanto va compiuto in maniera molto calma e esauriente si troverebbe una soluzione adeguata senza complicazioni inutili..Le circostanze sono varie..esse si presentano sotto gli aspetti che meno attendiamo e quasi sempre non siamo adeguatamente preparati ad affrontale.Per quelle dolorose ci lasciamo andare completamente convinti che non vi sia una rassegnazione il che potrebbe essere naturale se la sofferenza aumenta di grado e se la persona amata non è più accanto a noi.,..ma per le altre una via di scampo si trova sempre nei limiti del proprio carattere.Alcuni al contrario ritengono che tutto sia perduto e invece di trovare il bandolo delle matassa,ingarbugliano ancora di più la situazione.Ogni circostanza contiene una risposta per.chi la comprende e va oltre il desiderio di abbattersi ritenendo che non vi sia nulla da compiere,chi imvece valuta con maggiore tranquillità cercando i vari metodi di applicazione per superare tali momenti, avrà una risposta esauriente ai propri problemi...
domenica 1 settembre 2013
NON CE LA FACCIO PIU'..
Quante volte abbiamo pronunciato questa frase con disperazione, a noi stessi e agli altri stanchi dei continui rimbrotti,soprusi,recriminazioni,etc..ma che significato ha se non c'è nulla da fare?E' vero siamo stanchi del comportamento altrui ma la consuetudine di mostrarsi in tal modo gliela abbiamo concessa noi..con il proprio atteggiamento di sottomissione,di rassegnazione al loro libero arbitrio.Se fossimo stati maggiormente aggressivi con un'aggressività plausibile che intendeva una difesa personale, tutto ciò non avrebbe avuto esito..ma ormai il dado è tratto e non vi è nulla da fare.Tutti noi sappiamo che con uno sforzo di coraggio e di silenzio alle parole pronunciate dagli altri otteniamo un risultato migliore in quanto non avvertendo alcun suono uscire dalle nostre labbra,si calmano e la loro rabbia termina altrove lasciandoci privi di forze e internamente distrutti....ma pronunciare quella frase risulta inutile poichè bisognerebbe prendere misure drastiche di cui poi ci pentiremmo e la nostra coscienza non ci darebbe pace,,