LA SPECIFICAZIONE DEL SILENZIO
Ho già scritto di questo argomento ma vorrei spiegare meglio cosa significhi non parlare,non rispondere a domande inutili o che possano arrecare danno,oppure perchè si pensa ad altro e si è quindi distratti.Non rispondere volutamente è degno di cattiva educazione..significa che ciò che si chiede risulta inutile o eccessivo..non rispondere per svalutare la domanda è dimostrare agli altri quanto si è sciocchi a confronto di se stessi è motivo di superbia,non rispondere per omertà è un rapporto difficile prima con la propria individualità e di conseguenza non trova alcuna corresponsione di rimorso o di speranza futura e poi si dimostra quanto poco vale la propria personalità..Molti individui fanno finta di non avere sentito per il sottile e maligno piacere che si ripeta la domanda,altri presi da problemi personali non si accorgono di nulla per cui il silenzio è d'uopo almeno così ritengono... segue chi è distratto o chi ascolta questa sensibilità per non avere seccature.Nel silenzio si pensa,s'immaginano utopie che in seguito forse saranno realizzate,ma non si fa un bilancio della propria esistenza per considerare le proprie azioni,per aumentare la singola opportunità di migliorare il proprio operato.Noi tutti ci ribelliamo a quanto gli altri ci fanno osservare nei nostri sbagli,negli errori commessi per sventatezza, con disinvoltura senza riflettere sul male che facciamo agli altri e non desideriamo neppure saperlo poichè dovremmo ammettere a noi stessi che siamo imperfetti di fronte a chi è più esplicito e sincero di noi,..avere coraggio se le proprie dissertazioni risultano giuste cercando di non colpire gli altri con parole offensive utilizzando una forma corretta che non fa male al cuore ma che esercita una riflessione su quanto abbiamo espresso con dolcezza per fare comprendere che i loro errori possono essere corretti per compiere azioni che risultano oneste.Chi tace per paura, per timore d'essere accusato è un vile poichè deve essere consapevole di quanto ha compiuto e se lo è, allora il suo silenzio risulta una gravissima onta sulla propria persona in quanto pur conoscendo l'errore grave non se ne pente, ma crede che stando zitto non si compromette e in tale modo riesce a salvarsi....in seguito non riuscirà più e si condannerà da solo per quanto ha compiuto, chi non parla poichè non ha nulla da dire non partecipa volutamente alla circostanza di godere la compagnia altrui e quindi la propria esistenza è un complesso di solitudine e di imperfetta esaltazione delle proprie virtù in quanto non si paragonano con quelle degli altri ritenendole di gran lunga esperienze personali da non condividere con nessuno che sono ritenuti al di sotto delle sue capacità.Infine il silenzio è d'uopo solo in casi estremi ossia in segno di pentimento e in questo caso la speranza di un cambiamento risulti non vana.Il silenzio incute paura più delle parole espresse poichè si esaminano precedenti tenuti nascosti e di conseguenza il silenzio prolungato per ore ed ore conduce l'uomo alla esasperazione dei sensi che desiderano ascoltare una voce anche se questa non è amica.I passi del silenzio si esplicano solo nelle preghiere per essere con DIO,,affinchè ascolti le nostre suppliche, per ritrovare quell'intimità celata e quindi il proprio animo e ne consegue che il cuore parla nel silenzio profondo e ci,sembra di ascoltare lo strano rumore del silenzio con le circostanze che ci circondano e trovandosi in queste situazioni le parole risultano una battaglia esplosiva. Quando la mente diventa cuore allora tralasciamo la razionalità per fare posto all'umanità che ognuno possiede.Esiste un certo ordine da rispettare nel caos che ci circonda ma il silenzio in questi casi assume l'aspetto di una volontà non espressa ma taciuta che fa male e distrugge la singola individualità conducendola alla passione del dolore... .
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