domenica 27 giugno 2010

GLI OCCHI

Gli OCCHI sono lo specchio dell'anima..essi si dimostrano falsamente dolci quando si cerca di provvedere ai propri servigi nella maniera più consenziente possibile,ma quando si rivelano nel loro candore gli uomini si conservano nella loro integrità attraverso lo sguardo dell'innocenza e non sempre essi possono corrispondere alla sembianza suddetta in quanto chi ne è privo non può chiarificare tale semplicità dello sguardo, ma può attraverso le sue sembianze della voce, del carattere cioè del modo di essere nella conflittualità umana, la stessa dimensione della finalità di chi li possiede.Gli OCCHI dimostrano completamente ciò che l'uomo sente nella sua manifestazione di chiamata con gli altri..l'ira si accentua con lo sguardo della fierezza di colpire l'avversario,la vendetta addolcisce con terrore chi la vuole effettuare,l'invidia fa sentire la spudorata chiamata della complicità che non esiste,la gelosia si chiama dolore dell'anima che non ha tregua,la simpatia con la dolcezza,l'amore con la voluttà che si chiama desiderio,la chiarezza della spiegazione con l'accentuarsi delle domande che prosieguono il discorso,una nuova amicizia con la curiosità che si dimostra ed infine il dolore con la spiegazione delle forze che vengono a mancare o addirittura con lo sguardo spento.Ne consegue che essi sono la chiarezza di qualsiasi emozione,di ogni sentimento che l'uomo avverte dentro di sè e niente potrà mai dimostrare il contrario, anche se si mente a sè stessi o agli altri... essi faranno un quadro che evidenzierà il sotterfugio che al contrario si vuole effettuare.L'uomo chiama a sè ogni possibile occasione per la chiarezza dei propri esigenti problemi, per le singole avversità,per le procedure amorose, per la storia dei suoi inganni..ma gli OCCHI sono sempre a guardare, a significare,a osservare qualsiasi movimento, qualsiasi aspetto ci sia da replicare o da riservare per poi esserci l'eventuale disfatta o l'eventuale vittoria.Colui che non possiede la vista, dovrà esercitare su sè stesso la possibilità dell'altrui sembianza attraverso la sensibilità dei suoi organi per avvertire il pericolo,il tradimento o la possibilità di difesa..al contrario la sincerità di ciò che gli viene espresso misurando le parole attraverso le coloritura che l'altro gli fa percepire.Nessuno nella vita ha mai cercato di non udire quello che la vita stessa propone a coloro che non hanno tale capacità, in quanto con l'aiuto di chi li accompagna essi vivono un'esistenza degli altri e non la propria ed è proprio per questo motivo che l'udito farà da conseguenza vitale alla loro cecità..ma non sempre questa sensazione risulta esatta poichè spesso le visioni altrui non s'identificano con le proprie.Vi è poi colui che invece ha la vista perfetta, ma non vede come si suol dire.."al di là dal suo naso"..questo è il peggior modo d'essere.. un individuo onesto,semplice, contemporaneamente avveduto per le varie circostanze vitali..è il pegggior caso che la vita possa esibire in quanto costui non si avvedrà mai dei propri errori e delle proprie mancanze.La vista è il senso più perfetto che ogni uomo possiede..poter ammirare un bel panorama,una visione d'incanto per colui che ama,una buona chiarezza d'amicizia, ma anche la cieca responsabilità dell'occasione perduta..ma basta essere in grado d'esprimere la propria apparenza della quale si vuole risiedere nell' opportunità di vedere ogno realtà visiva, per poter affermare che l'uomo è in grado di realizzarla...

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