giovedì 20 gennaio 2011

LA PAROLINA..

Esisteva una PAROLINA così grande, ma così grande che ogni uomo la pronunciava senza comprenderne in tutto il suo verbo,il significato costruito per essa..la PAROLINA aveva un nome VITA..si dispiegava in tutto il suo corso con momenti di gioia, di allegria,ma anche di dolore, di lotta, di carestia d'affetti.Essa conosceva il suo vivere.. ben chiara era la sua sostanza e nulla le avrebbe impedito d'essere sè stessa.Era stata creata da COLUI che per tutti è LUCE VIVENTE e come tale si doveva amare poichè essa spesso all'occorrenza ne presentava il conto.La vita nasceva con l'uomo e apparentemente moriva con lui..ma per cause talvolta misteriose, la vita appariva in alcuni momenti sorprendente e non del tutto consapevole della conoscenza che ogni uomo "vede " sulla terra ..essa era viva, se l'uomo viveva,era morta se l'uomo era privo di LUCE VIVENTE..ma sempre consapevole di rendere ognuno capace di produrre ,di conoscere,di costruire il proprio modo d'essere e la propria individualità.L'uomo la chiamava a sè nel momento del dolore, della sofferenza e la dimenticava nella gioia,nella festosità..ma la vita era sempre in agguato..conduceva ogni "colonna di finalità"umana verso traguardi di bene e di momenti di silenzi profondi dettati dalla carestia di ogni fine a sè stessi,,Allora l'uomo desiderava vincere il suo stato di abbandono con l'allontnamento da costei,con il desiderio di non chiamarla più e in tal caso la vita si ribellava e faceva sentire tutto il suo "fragore"..con momenti di straziante ed efficace sofferenza all'essere umano.Quando al contrario nel suo fulgore,conduceva l'uomo a gioie inaspettate e sicure certezze del proprio essere, alla consapevolezza di "poter essere" e non di rinuncia alle proprie qualità.In tal caso la vita era accettata e amata..chiamata "festosa accoglienza" di sensibilità terrestre e non più ricacciata in un "costruito di negatività"..ma essa avrebbe voluto che l'uomo talvolta comprendesse che se essa appariva priva di significati nel dolore e nella sofferenza.aveva invece in sè tanto amore da donare all'essere vivente,poichè era in quei momenti che l'uomo recepiva il suo significato che confondeva con l'abbandono delle proprie forze e della Provvidenza..ma che al contrario era "questa"la sua essenza" del suo nome,attraverso la quale,l'uomo lottava e chiamava a sè,il suo coraggio e la sua sapienza...

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