LA PROBOSCIDE DELL'ELEFANTE..
E' proprio vero..ogni uomo non sa di possere una proboscide al posto del naso per tutto quanto cerca e pretende che gli sia dovuto come quella dell'elefante che cerca il cibo che gli viene porto dalle stesse mani dell'uomo.Una volta viveva in un modesto casolare una famiglia di povera gente che si nutriva dei pochi soldi che il padre, un modesto spazzino portava a casa la sera.Egli aveva quattro bocche da sfamare e cercava in tutti i modi di adempiere al suo dovere di genitore.Certo una buona zuppa e alle volte qualche contorno riscaldavano l'atmosfera di quel modesto desco anche perchè si doveva pensare alla scuola dei fanciulli, alle loro scarpe e ai loro modesti abiti già usati da qualcuno.Alla domenica si andava in Chiesa con ciò che avevano indossato tutta la settimana.. unico ornamento era un fazzoletto delle donne che avevano il capo coperto.Crescevano in un'atmosfera tranquilla e serena non si aspettavano nulla se non di crescere e di andare fuori a cercare fortuna diventati adulti.. quando un giorno passò da quelle parti un uomo al galoppo..ad un tratto egli cadde e la madre subito gli andò incontro e lo fece portare dentro la casa dai suoi figli,lo mise a letto chiamando immediatamente il dottore.Per fortuna non era nulla di grave..il cavallo stava bene e il padrone doveva rimanere alcuni giorni senza muoversi per la gamba che si era lussata.Alla sera quando il padre ritornò fu messo al corrente dell'accaduto e andò dall'uomo per farsi conoscere.Costui raccontò di essere un nobile signore che si trovava da quelle parti per caso avendo preso la strada più lunga in modo da far fare un pò di esercizio al suo cavallo che essendo ormai stanco non era stato accorto per le sorti del suo padrone ..ed ora egli doveva approfittare della loro ospitalità.Il padrone di casa non fece capire la sua reale situazione e quando scese le scale giù dalla moglie,le chiarì le sue preoccupazioni..inutili..poichè l'ospite aveva già compreso la reale situazione in cui era venuto a trovarsi.Infatti l'indomani mattina fece avvertire i suoi servi che portarono cibo e indumenti per tutti i componenti della casa,inoltre nei giorni seguenti la fece ridipingere e l'arredò di tutte le vettovaglie che mancavano..com'era bella la loro casa..ma non conoscendo limiti e approfittando che l'uomo era ricco essi chiesero altre vesti e altri ornamenti.Le loro richieste non terminavano mai..ora c'era una cosa che desideravano, ora un'altra e il malato che andava riprendendosi non sapendo negare alcunchè,li accontentava in tutto.Le pretese crescevano sempre di più, ma un giorno l'uomo guarì e li salutò per l'accoglienza ricevuta.Che peccato pensarono gli abitanti della casa..si erano abituati a quel grande benessere e non si rendevano conto che erano state pretese eccesive dove il cuore dell'accoglienza era stato dimenticato per cedere il posto alla proboscide dell'elefante.Essi a malincuore ripresero la vita di prima rimpiangendo il tempo trascorso.. ma in seguito si accontentarono poichè compresero la serenità che li univa.... Così accade nell'esistenza umana...se gli uomini si accontentassero di quello che possiedono non mirerebbero a ciò che non possiedono con pretese assurde e non con serenità del proprio essere.
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