sabato 16 marzo 2013

IL BERE..

Vi era a Firenze un nobile che nonostante le traversie della vita aveva mantenuto intatto il suo patrimonio..non si era sposato per causalità intervenute inopportunamente ma continuava a mantenere un'amicizia femminile inglese quando costei veniva per alcuni giorni a villeggiare in una località vicina alla capitale sempre nella medesima casa antica che conservava lo splendore di un tempo trascorso, il cui proprietario era il nobile.Purtroppo molte di queste aristocratiche persone erano dedite al bere in quanto le disgrazie della vita, i dolori che non avevano superato, li abbandonava ad un destino che non riuscivano a dimenticare.. la perdita dei propri averi che non avevano saputo amministrare e di conseguenza cosa più grave la perdita di se stessi,il vivere con prestiti altrui che a stento riuscivano a dare loro l'impressione molto vaga di un tempo trascorso... ma il nobile non comprendeva queste ragioni e li ignorava volentieri per dimostrare quanto era di poco conto la propria considerazione che nutriva per loro.L'uomo però mostrava una particolare predilezione per questa donna che era di una classe unica anche da ubriaca..infatti una sera la condusse con sè a teatro nonostante il suo stato destando l'ammirazione di tutti i presenti.Quelli come lei che pullulavano nelle feste erano comunque stati amici suoi, ma oggi egli li disprezzava negando loro il proprio saluto per il deplorevole stato in cui versavano essendosi comportati da deboli e frustrati nella realtà della vita.Egli sentiva una particolare attrazione per questa donna ed evitava di giudicarne lo stato anche se ella non aveva rinunciato a quel terribile vizio.Ora accadde che un giorno ella si recasse in gita presso un fiume col suo inseparabile cane in una piccola barca naturalmente ubriaca, quando una tempesta l'aveva colta all'improvviso e la malcapitata che precedentemente aveva fatto mangiare il suo cane mentre ella priva di forze si era come al solito data al bere per cui essendo ubriaca fradicia,tentava inutilmente, ormai debilitate dal vizio, di salvarsi e il cane guaiva dalla paura ..ma la tempesta rovesciò la barca ed ella purtroppo morì insieme al suo cane.Grande fu il dolore del suo amico..ora avvertiva la grande perdita di una persona cara che cercava di annebbiare il proprio dolore in quel terribile vizio per dimenticare il suo stato, la perdita dei propri beni e la modesta esistenza che conduceva, al contrario di quella precedente.Dopo alcuni giorni egli si recò ad un ricevimento pur avendo il cuore infranto e salutò per la prima volta un suo vecchio amico che naturalmente aveva bevuto..costui si meravigliò molto ma ne dedusse che fosse ubriaco anche l'altro..al contrario egli aveva finalmente compreso nella perdita della sua amica,nella sua mancanza che non bisogna giudicare il perchè gli altri si comportavano in tal modo, ma cercare di aiutarli..almeno così egli si sarebbe sentito meno solo vicino a quel bene prezioso che adesso gli era accanto da lontano..

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