STUDIARE
Un amico mi ha chiesto di scrivere su questo tema...STUDIARE..un tempo i nostri genitori ci richiamavano spesso all'ordine dello studio, poichè il fine di ogni sacrificio dei giovani era quello di sistemarsi con una laurea che permettesse l'ingresso in società come "professionista".Fin da piccoli questa imposizione veniva richiesta in quanto si pensava di abituarci poco a poco alla verifica delle nostre possibilità d'apprendimento, attraverso le quali si manifestava il futuro delle qualità che ognuno credeva di possedere.Quante volte abbiamo udito "i grandi" che facevano progetti per noi e ci rinfacciavano i sacrifici che con la sopportazione della speranza li abbandonava a sogni, che magari poi non si sarebbero realizzati?Anche per quelli che non necessitavano di un attestato, lo studio era sempre considerato una meta ambita poichè per qualsiasi mestiere occorreva un apprendimento di tutto quanto prevedeva la consolidata e precisa affermazione, di ciò che si era studiato e la cui definizione degli argomenti appresi conteneva la risultanza che nessuno può togliere nella vita...anche per i lavori più umili l'esperienza unita alle prime lezioni studiate, serviva per ottemperare ad un lavoro di precisione e di speciale richiesta dell'esistenza scelta. Questo concetto di precisione oggi, dimostra chiaramente che è necessario il compito dello studio, poichè l'esistenza diventa sempre più difficile nell'affrontare i varii problemi della sopravvivenza futura e che anche coloro che possiedono il famoso "pezzo di carta" sono soggetti a lavori precari per non compromettere il loro avvenire .Quanti sono veramente quelli che con lo studio hanno conosciuto e compreso la finalità delle regole e dei contenuti attraverso i quali, si formava una cultura di base e poi quella della vita?Credo che vi sia comunque stata una forte sperequazione, poichè coloro che non riuscivano con il ragionamento a studiare le varie composizioni che riflettevano il nozionismo per essere in seguito, giudicati idonei attraverso gli esami, si configuravano tra coloro che non avevano le qualità d'essere ritenuti future promesse nei campi della cultura.Oggi se non si è figli di papà se non si possiede l'eredità di uno studio avviato, se non si hanno le "buone conoscenze" i giovani preferiscono andare all'estero per essere riconosciuti degni del lavoro svolto e soprattutto per essere stimati nella professione scelta con pubblicazioni e con il talento espresso attraverso sacrifici di varia natura..ma noi proprio per questo motivo, stiamo perdendo la migliore parte della società...la gioventù dei nostri ragazzi...
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