venerdì 17 dicembre 2010

PERCHE' NON LO DICIAMO A PAPA'?..

Un tempo quando due cuori raggiungevano la certezza di un sentimento sincero e duraturo, si giungeva alla promessa di unirsi in matrimonio avendolo prime detto al genitore, per ottenere la sua approvazione e la conseguente benedizione e fino a quel momento i cuori palpitavano nell'emozione di una risposta.Oggi pochi sono questi esempi..nel tempo di cui si parla di famiglie allargate,di convivenze ,di similitudini d'amore,ci fa sorridere questa famosa frase.Purtroppo si sono perdute le sollecitazioni di un momento speciale, di un'attesa particolare nelle quali si esprimevano tutte quelle sensazioni,quelle sensibilità nell'aspettare il giorno del sospirato..si..in cui la benedizione paterna, significava la scelta acquisita con una particolare efficienza del nostro affetto ben riposto e ben considerato.Per noi era tutto..poichè il rispetto per colui che ci aveva dato la vita,ci aveva educato e quindi reso adulti nell'ottenere il suo consenso rappresentava la nostra esistenza ai suoi occhi, con la giusta scelta da noi effettuata e per cui gli dimostravamo in quel momento, quanto era stata importante e determinante la sua opera educativa dei sentimenti, nei nostri confronti... altrimenti il tutto era da considerarsi perduto e non compreso.Se malaguratamente la risposta risultava negativa,nessuno si permetteva di confutarla e anche con un immenso amore, ci si lasciava con dolore poichè così era considerato giusto e ineccepibile.Oggi la gioventù,come coloro che sono adulti da alcuni anni,non seguono più questa prassi considerata da loro inopportuna e sconveniente per i loro desideri e motivazioni..anzi il matrimonio o l'unione devono risultare necessari, poichè la nascita di un erede non può aspettare e allora ben vengano quelle unioni in cui la specifica azione di un tempo, non è più considerata determinante per la riuscita di una scelta che si considera al momento ..per sempre..ma che in seguito diventerà obsoleta..

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