LA NATURA UMANA..L'APE REGINA
C'era una volta un'Ape Regina essa operava e dirigeva una piccola comunità di api, tutte laboriose e tutte intente a fornire il cibo per la comunità.Vivevano in campagna poco distante da una casetta graziosa e semplice abitata da due coniugi studiosi d'insetti e di specie rare ormai estinte.I coniugi curavano l'arnia con amore e avevano indicato ogni ape con un nome specifico..le riconoscevano poichè le amavano ed esse procuravano loro miele in grande quantità.Un giorno l'ape regina vide un bel calabrone.. le piaceva era bello e fuori del comune,egli roteava intorno all'arnia con destrezza ed eleganza quasi volesse farsi notare.Infatti aveva compreso d'aver attirato l'attenzione dell'Ape Rgina e se ne compiaceva.Trascorsero i giorni e i due insetti incominciarono a conoscersi meglio, ma non si poteva formare un'unione in quanto erano troppo dissimilii.Anche se l'intesa diventava più forte,troppo vicina era la comunità dell'ape che mal tollerava quell'unione.Il calabrone era a conoscenza che se ciò gli fosse accaduto sarebbe morto ucciso,poichè ella non l'avrebbe risparmiato...ma in cuor suo sperava di ribaltare la sentenza sentendosi bello ed importante.Le api operaie invece,avrebbero voluto che l'unione non avvenisse affatto...cosa ne sarebbe stata l'arnia senza il rispetto per i "maschi".
I maschi a loro volta non gradivano le attenzioni del calabrone che vedevano più grande e diverso da loro.Quest'amiciza "non avea d'essere" e prima terminava e meglio era per tutti.
L'Ape Regina invece,pur essendo a conoscenza di tutti questi malumori ed inconvenienti era attratta dal bel calabrone,aveva preso una "gran cotta" e si pavoneggiava ai suoi occhi.Trascorsero i giorni e i due invece di allontanarsi si cercavano sempre di più.Una sera al calar del sole finalmente l'Ape Regina aderi' all'invito del calabrone...un voletto nei campi circostanti per un breve incontro fuori della comunità in modo da conoscersi sempre di più e nell'eventualità scambiarsi qualche effusione.Infatti ambedue volarono per un pò e poi si posarono su un bel girasole che fece loro da "nido d'amore".
Batteva forte il cuore dell'ape mentre si donava al calabrone e diceva fra sè e sè: " Signore aiutami,questa volta cambia la mia natura..." è un compagno diverso dalla mia specie,potrà ancora volare,vivere e chissà...tenermi compagnia,frena il mio istinto omicida te ne prego.
Il calabrone invece pensava :"mi ama.è mia,è cambiata,è pazza di me,l'ho folgorata col mio esser bello ed elegante,sono forte e non mi farò uccidere"...cosi pensando si uni' all'ape.
Dopo alcuni minuti ormai stanchi e felici dell'unione che si era stabilita,l'ape avverti' un ronzio alla testa molto forte e le sembrò di cadere,mise le zampe forte su di un sostegno e cercò di non vacillare...sempre più forte si aggrappava,le sembrava d'essere su una giostra che gira vorticosamente ed allora con le zampe dette un'ultima "virata" per attaccarsi maggiormente al sostegno.Finalmente la testa smise di girare e tutto tornò tranquillo,l'ape apri' gli occhi e si guardò attorno...il sostegno che l'aveva salvata era la testa del calabrone,che penzolava all'ingiù...nel vortice della presa l'aveva quasi staccata...due grosse lacrime le scesero sul muso...non voleva uccidere,è stato un errore,un errore della natura.. che colpa ne aveva lei se il forte mal di testa le aveva fatto accadere tutto ciò...guardò con dolore il calabrone e volò via pensando che gli uomini e gli altri insetti ancora una volta avrebbero commentato...c'era da aspettarselo da un'Ape Regina nulla di buono ti puoi attendere...ciò vale per gli insetti non per gli uomini i quali prima di farsi accecare dall'ira,prima di commettere un'azione infame, dovrebbero evitare di annebbiarsi la mente con rancore ed odio per poi farsi catturare dall'insana "follia omicida
I maschi a loro volta non gradivano le attenzioni del calabrone che vedevano più grande e diverso da loro.Quest'amiciza "non avea d'essere" e prima terminava e meglio era per tutti.
L'Ape Regina invece,pur essendo a conoscenza di tutti questi malumori ed inconvenienti era attratta dal bel calabrone,aveva preso una "gran cotta" e si pavoneggiava ai suoi occhi.Trascorsero i giorni e i due invece di allontanarsi si cercavano sempre di più.Una sera al calar del sole finalmente l'Ape Regina aderi' all'invito del calabrone...un voletto nei campi circostanti per un breve incontro fuori della comunità in modo da conoscersi sempre di più e nell'eventualità scambiarsi qualche effusione.Infatti ambedue volarono per un pò e poi si posarono su un bel girasole che fece loro da "nido d'amore".
Batteva forte il cuore dell'ape mentre si donava al calabrone e diceva fra sè e sè: " Signore aiutami,questa volta cambia la mia natura..." è un compagno diverso dalla mia specie,potrà ancora volare,vivere e chissà...tenermi compagnia,frena il mio istinto omicida te ne prego.
Il calabrone invece pensava :"mi ama.è mia,è cambiata,è pazza di me,l'ho folgorata col mio esser bello ed elegante,sono forte e non mi farò uccidere"...cosi pensando si uni' all'ape.
Dopo alcuni minuti ormai stanchi e felici dell'unione che si era stabilita,l'ape avverti' un ronzio alla testa molto forte e le sembrò di cadere,mise le zampe forte su di un sostegno e cercò di non vacillare...sempre più forte si aggrappava,le sembrava d'essere su una giostra che gira vorticosamente ed allora con le zampe dette un'ultima "virata" per attaccarsi maggiormente al sostegno.Finalmente la testa smise di girare e tutto tornò tranquillo,l'ape apri' gli occhi e si guardò attorno...il sostegno che l'aveva salvata era la testa del calabrone,che penzolava all'ingiù...nel vortice della presa l'aveva quasi staccata...due grosse lacrime le scesero sul muso...non voleva uccidere,è stato un errore,un errore della natura.. che colpa ne aveva lei se il forte mal di testa le aveva fatto accadere tutto ciò...guardò con dolore il calabrone e volò via pensando che gli uomini e gli altri insetti ancora una volta avrebbero commentato...c'era da aspettarselo da un'Ape Regina nulla di buono ti puoi attendere...ciò vale per gli insetti non per gli uomini i quali prima di farsi accecare dall'ira,prima di commettere un'azione infame, dovrebbero evitare di annebbiarsi la mente con rancore ed odio per poi farsi catturare dall'insana "follia omicida
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