mercoledì 21 aprile 2010

IL CASTIGO

Quando eravamo piccoli ci mettevano in CASTIGO cioè c'isolavano dalla vita degli altri, per farci comprendere le nostre manchevolezze in modo, così affermavano, d'educarci ad un comportamento rigoroso e di rispetto verso le persone "grandi".Oggi questo significato è "obsoleto" in quanto si cerca di donare ai piccoli tutto quanto essi desiderano e ancora di più necessita loro, per soddisfare i diversi capricci poichè si ritiene così di renderli contenti ed appagati con la protezione degli anni futuri, che toglierà loro la possibilità della felicità.Ma è giusto questo significato per coloro che dovranno affrontare un'esistenza comunque difficile e poco comprensibile, in quanto avendo già avuto ogni cosa desiderassero, credono di poter ottenere nella vita ogni esigenza che si presenterà dinnanzi alle svariate occasioni durante le quali la rinuncia non è preventivata?Quest'abitudine li comprometterà in ogni divergenza, in ogni conflittualità, in ogni momento non appagato, poichè essi non comprenderanno che il sacrificio deve essere coadiuvato dalla necessità che rende l'esistenza priva di qualsiasi cedimento voluttuario, che si dispone per le proprie richieste di compiacere i desideri più facoltosi da esaudire.Se costoro fin da piccoli sono stati abituati alla concessione di tutto quanto chiedevano, come si farà in seguito a dimostrare e a far comprendere che è necessario rinunciare talvolta, a speranze che non sono configurate, nè permesse nella vita di coerenza e di rispetto?Se non abbiamo mostrato che il CASTIGO è talvolta necesssario non solo per temprare il carattere, ma per insegnare che alcune situazioni non sono permesse, che non si devono e non si posssono compiere azioni che compromettano in un futuro la convivenza con la società... come s'identificheranno costoro con gli altri, se non sono stati educati al rispetto e alle convenzioni richieste?Ed ecco che subentrano azioni dolorose che affermano la precarietà dell'individuo di fronte a ciò che non ottiene, a ciò che non può permettersi, a tutto quello che la vita con le sue possibilità gli nega..allora perchè non rubare, non appropriarsi di quello che si desidera con la falsità,con il sotterfugio, con dimostrazioni di chiarezze deleterie per il concetto di essere considerato una persona onesta?A questo punto si rifletterà... forse il CASTIGO dei picccoli negato per il troppo affetto e mancato negli anni che precedevano la vita futura, non sarebbe stato un significato terribile nella configurazione che potevamo dargli, bensì una necessità per fare comprendere che nella vita, alcune necessità credute tali, devono essere vagliate prima di ottenerle in maniera delinquenziale, in modo da soddisfare i capricci che l'età adulta non comprende nella specificazione dell'onestà...

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