lunedì 12 aprile 2010

LE BARCHE... (DEDICATO A MIO PADRE)
















Sono cresciuta con le BARCHE..La mia famiglia ha sempre posseduto mezzi a mare anche quando pochi erano quelli che avevano la possibilità di conservare quest' opportunità anche d'inverno..poichè d'estate sicuramente il prezzo è alto, ma d'inverno per la loro manutenzione diventa eccessivo.Mi ricordo di quando molto piccola trascorrevo il sabato in primavera, poichè si doveva preparare la BARCA per l'estate, nei Cantieri a Posillipo, di quando mio padre mi gettò in acqua a cinque anni con una corda in vita per insegnarmi a nuotare..a nulla valsero i miei strilli..così doveva essere e così avvenne, ma imparai a nuotare..Mio padre aveva una passione sconfinata così come i fratelli per il mare, ma mentre loro adoravano la velocità a mio padre piaceva godersi la traversata che avveniva lentamente con la vela(egli la preferiva alle barche a motore) e a me sembrava che non si arrivasse mai.Egli ne ha possedute diverse.. dal gozzo al panfilo, al cutter,al cabinato, a barche a motore, al motoscafo ARISTON e al BORA con vari numeri, sempre con eleganti cuscini dello stesso colore che si faceva fare e che guai a sporcarli.. ma quello che preferiva di più era "il gozzo" perchè andava più lentamente degli altri.Una volta, mi ricordo che andavamo a Capri, c'erano con noi degli ospiti come sempre avveniva, in quanto non avendo la possibilità del bagno stupendo, gli amici di mio padre facevano "a gara" per venire con lui per mare e durante una tempesta che stava per sopraggiungere in cui pioveva a dirotto con un vento pazzesco, una signora dell'aristocrazia napoletana del gruppo, si mise a piangere e a strillare..allora mio padre la redarguì, ma costei presa dalla paura continuava a strillare, mio padre fu costretto a darle uno schiaffo e costei immediatamente si calmò ed egli riuscì ad entrare nel porto assicurandoci la vita...di quando il "mare era di sotto" così si usava dire e la barca ondeggiava ed io detti di stomaco..c'erano a bordo una coppia stupenda soprattutto lei ch'era bellissima ..dirò solo il nome "Pincen" era inglese ..mio padre dovette all'arrivo vestirmi completamente..mi ricordo dei bagni al Cenito e alla Gaiola quando dopo pranzo, la calma del luogo ti faceva sentire serena e felice e ti godevi al dondolio della barca, il riposo con la frescura della brezza e con la tenda che ti proteggeva dai raggi del sole...a proposito del pranzo mio padre a mare portava solo acqua fresca e tanta frutta quando dovevamo trascorrere una sola giornata, poichè diceva che il cibo con il caldo faceva male..e poi non era elegante fare i panini e così via...di "Progiolone" che vendeva con la sua barca la parmigiana di melenzane ed altre ghiottonerie e gridava con il megafono dicendo..Sono qui... Chi mi vuole?...Ma naturalmente mio padre faceva finta di non sentire...non era "chic"mangiare quella roba a bordo e poi si sporcava..e a noi veniva l'acquolina in bocca vedendo gli altri che assaggiavano le sue prelibatezze.A tale proposito pur avendo un marinaio, mio padre era talmente ossessionato dalla pulizia della barca che quando eravamo in sosta in qualche posto, si alzava alle sei del mattino scendeva in mare e la puliva nella parte inferiore con una spazzola ed in seguito mi costringeva a lucidare gli ottoni..sempre con la sveglia a quell'ora.. così affermava essa sarà senz'altro più pulita...e non è vero che a bordo si dorme bene poichè il dondolio delle onde per chi ha il sonno leggero è terribile.Il nostro marinaio si chiamava Raffaele, il quale come vedeva mio padre scattava sugli attenti...si fa per dire.. e andava a prendere subito la barca e con il "mezzo marinaio" un'asta che allontanava gli altri mezzi a mare, si faceva largo per non urtarli..guai a salire su di essa con le scarpe..le urla di mio padre arrivavano fino in cielo..e poi subito mettere dentro i parabordi..si dovevano piegare negli appositi armadietti con cura i vestiti e non mettersi dinnanzi al timoniere per non offuscargli la vista, sedersi altrimenti la barca avrebbe fatto più peso da una parte...una faticaccia, ma poi quando eri nel mare aperto tutto si dimenticava poichè la gioia della navigazione con il vento che non ti faceva sentire caldo ti dava una sensazione particolare, allora ti stendevi sul "prendisole" a prua e ti facevi condurre sapendo con sicurezza che la mano era esperta.Alle volte si andava al ristorante, ma mio padre era sempre parco nel farci mangiare altrimenti se non trascorrevano tre ore durante le quali avveniva la digestione, non ci faceva fare il secondo bagno..io ne approfittavo.. alle diciotto nell'orario del rientro per tuffarmi dal Cenito fino al Circolo mi facevo trainare con una corda della barca fino all'arrivo.. che goduria...La sera quando pernottavamo in un luogo, vi era il trasbordo da una barca all'altra poichè tutti si conoscevano, in quanto come ho già detto, erano in pochi a possederla..ed allora si mangiava a bordo scambiandoci le portate e si trascorreva la notte guardando le stelle e raccontando episodi divertenti...raramente si andava a ballare..solo se si era a Capri.Oggi purtroppo non è più così..il mare è attraversato da gommoni. da barche sproporzionate. da yatchs, da tutto di più..poichè tutti si possono permettere questo mezzo,infatti sembra di stare in mezzo al traffico..una volta si doveva avere la patente, ma in quest'epoca pochi sono coloro che rispettano questa regola..allora è meglio darsi ai viaggi..

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