martedì 15 marzo 2011

LA MALATTIA..

Nella vita ognuno fugge da questa parola in quanto non vuole assimilarne il significato per timore di convalidare quello che non possiede e di non scommettere con la propria vita la possibilità d'esserne fuori.Coloro che purtroppo hanno questa sofferenza, non accettano in genere la crudeltà dell'esistenza che si mostra insensibile al richiamo della curiosità di avvalersi delle singole chiarezze per farne un uso complice e descrittivo di ogni sensibilità e di ogni sensazione.Al contrario,altri nutrono la speranza di guarigione e si chiariscono con il proprio corpo in cui vi risiede la necessità di ottenere la qualifica di ritornare alla vita.La prova della pienezza d'essere avvertito con le musiche del dolore, non sempre dispone l'individuo ad una bontà di complessiva resistenza verso coloro che li curano e che essendo sani, sono simili ad una prelibatezza non acquisita, nè goduta.L'esistenza di un malato coinvolge sia la propria anima, che la probabilità d'abbandono alla certezza della privazione di tutto ciò che fino allora potevano o credevano di compiere con le loro forze e con le loro azioni, con la sentenza di togliere a chiunque la spettanza della propria vita accaparrandosela con il profumo che avvertivano secondo i loro desideri..mentre altri più fervidi nella comprensione di accettazione del loro stato, si dichiarano pronti a qualsiasi evenienza possibile, pur di conseguire una vittoria sulla sofferenza.Quelli che nascono privati di tutto ciò che l'esistenza dona per cause non ancora accertate o per mancanza di spiegazioni plausibili, sono gli angeli sulla terra e come tali vengono soccorsi da chi li ama.A volte la vita presenta un conto amaro e salato..anche verso chi non ha distribuito le proprie energie con menzogne e azioni fasulle che si appropriavano dell'esistenza altrui per godere delle propria, affermando d'essere disponibili a qualsiasi situazione veniva loro offerta e come tali si autodefinivano esenti da tutte quelle norme di precisione che la vita desidera, per dimostrare la completa estraneità alla colorazione varia delle azioni compiute..ma la vita non accetta questo tipo di strategia, nè di scusanti..allora si prende la cirscostanza fino a quel momento creduta invincibile, per affermare che il suo predominio verte sulla chiarezza degli altri,in quel caso aspetta la conversione di chi si è approfittato delle proprie finalità, per dimostrargli che può cambiare ed accettare le provocazioni di sofferenza che l'altra gli offre.Questa è una grande vittoria.. se la si consegue l'uomo abbandona la superficialità degli eccessi fino allora vissuti,per addentrarsi in un percorso difficile, ma esclusivamente dotato di abnegazione verso gli altri..

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page