LA CATTIVERIA
Una parola difficile da pronunciare...non si ammette di essere cattivi, poichè la vita rende l'uomo sempre solitario a questo concetto..ma è tutt'altro che facile sostenere che in ognuno di noi essa è nascosta per poi apparire all'improvviso, senza scuse e senza rimpianti.L'uomo, afferma di essere innocente a tale miseria umana, in quanto si difende con l'ammettere d'essere stato truffato dai suoi "convinti ospiti"di tale aberrazione.Ognuno chiama la propria costruzione fondamentale, per la difesa del proprio stato "sicurezza di opportunità non ottenute" in quanto non fa mai ammenda dei suoi "corrotti vizi" di natura soffocata dalla volontà di comportamento, finalizzato alla conseguenza dei suoi misfatti.Si crede che la cattiveria sia nata con l'uomo e tale precisione è determinata come scusante, ai costumi adottati per essere superiori e per ottenere la superbia di coloro che sono simili per struttura portante dei propri diritti, che non hanno mai conquistato...Essa, è soltanto una "miseria" e non una conquista per formare la parola solidarietà con sè stesso. Si pronuncia solitamente con il disprezzo o la completa indifferenza di tutto e di tutti, cercando di ferire l'animo di chi è al tuo cospetto con l'intimidazione della paura pronunciata con simbolo di "storpiatura" della bontà.Fin da piccoli,nelle favole raccontate dai "grandi"vi è la figura dell'orco cattivo o dell'uomo nero...per terrorizzare il graduale sentimento di bontà che era insito nel fanciullo, in modo tale da accaparrarsi la sua "devozione"con la parola "terrore di cattiveria pronunciata" e non discussa altrimenti.Non è questa una sospetta soluzione affrettata e non sostanzialmente prediletta? In seguito, l'adulto sostituisce la paura dell'infanzia,con la propria famigerata calunnia di potere nel fare del male agli altri, non accorgendosi che principalmete lo fa a sè stesso e la sua coscienza rimarrà per sempre ottenebrata dalla verità di ciò che non è stato e che invece poteva essere e diventare....
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