domenica 21 febbraio 2010

IL PECCATO

Il PECCATO è impedire a sè stesso e agli altri d'essere migliori...è una forma di esibizionismo della sofferenza data alla presenza di chi non è colpevole.Esso è una manifestazione di questa vita durante la quale il dolore a volte, necessita di essere valutato secondo una speranza d'illusioni perse durante il tragitto dell'esistenza.Ne consegue, che coloro che lo compiono sono afflitti dalla persecuzione dei loro tormenti, delle loro nefaste implicazioni nella "questua dei comportamenti traviati".Il PECCATO è la forma più evidente della precaria incertezza dell'esistenza umana, dinnanzi alla quale tutti si obbligano alla manifestazione dei propri interessi.Vi è il cosiddetto peccato di gioventù, che viene perdonato perchè commesso senza malizia, il peccato d' essere compromessi con altri in faccende poco chiare,il peccato di formulare sentenze che non sono veritiere nella loro essenza, il peccato di fagocitare la propria vita in perifrasi di forte manierismo di avventure non morali,nè coordinate nella chiarezza di colui che compie atti osceni, il peccato di essere furbi, superbi,scaltri dinnanzi all'innocenza altrui, il peccato di non credere ad un futuro dell'anima, il peccato di confabulare l'esistenza di un altro ed infine fra tutti i peccati, il maggiore è quello di non comprendere ed assicurare gli altri del proprio affetto e della propria chiarezza di vita.Il PECCATO è infinito nelle sue gamme di esplorazioni, finalizzate alla conquista di nuocere agli altri...in quanto essi sono incerti e non sanno che l'infamia li colpirà con il sorriso sulle labbra e con la menzogna d'essere "amici fraterni".

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