venerdì 5 marzo 2010

L'ISOLA CHE NON C'E'

L'ISOLA CHE NON C'E'....un mondo migliore,una vita facile e piacevole senza affanni, senza dolori,una folla di sensibilità complessive nell'unione nella manifestazioni dei loro affetti,una capacità che indichi l'esistenza dello "star meglio"la probabilità di una terra benefica ed accogliente sotto l'auspicio di coloro che desiderano renderla migliore tralasciando le manifatture di cambiamanti che potrebbero danneggiare il clima, le foreste,l'acqua,la simbiosi naturale degli animali, dei loro simili in tutte le gamme della genetica,la possibilità di evitare le malattie causa di tumori, di respiro affannoso in cui si manifestano le problematiche dell' inclinazione alla perdita della vita stessa ed infine della costruzione per svariati interessi dei solitari ammanchi di quelli che prendono carità equivoche da tutto ciò...Tutto quello che risulta dogmatico e non veritiero, è la chiarezza che l'uomo distrugge l'ambiente, la sua esistenza di un mondo creato per lui e per gli altri sotto apparenti deduzioni filosofiche, ma che in realtà sono adatte al suo "tenore di vita" e per cui è stato creato.Talvolta, il desiderio di un cambiamento sporadicamente si manifesta, ma il successso di tale impresa è diminuito notevolmente, poichè l'assembramento del potere fisiologico comparato con quello finanziario, è di gran lunga superiore alle conoscenze che dovrebbero derivare dalla coscienza umana, per far si che la completezza della natura, sopravviva anche nel futuro.Questo titolo dimostra che la natura umana conosce perfettamente lo spericolato servizio di deturpazione che compie, ma per essere sopravvalutati nello scempio di ciò che effettua, si dimostra tenore di scrupoli mal tenuti nella considerazione della carità che gli è stata offerta, attraverso il dono della manifestazione terrena e di grande soprannaturale definizione di essa.Si avvale di etichetta prestata alla simile dialettica del conversatore enigmatico e prudente, anche colui che si tiene lontano dalle perturbazioni vitali, che potrebbero danneggiare la sua vita, ma che sa di ritenere confidenza con le proprie superficiali congetture di desideri inespressi e demotivati dalla preferenza di alcune soggettività nascoste.Costui si trasforma in difensore della terra e si proclama pronto a curarla, ma la sua concreta aspirazione è quella di essere costante nella prevaricazione di deturparla per i propri interessi, conseguiti con la maturità di non aver preso nessuna decisione sincera per la cura e la manutenzione che avrebbe potuto salvarla dalle ignominie quotidiane..La speranza "di un'isola che non c'è" è tutt'ora valida per coloro che sognano una scoperta di evasione da ciò che vedono, da ciò che desiderano e da ciò che simulerebbe un pò di pace dalle continue tragedie della natura..chissà che negli anni futuri l'uomo sappia curare ciò che gli è stato dato in prestito, ma ch'egli ritiene sia di sua proprietà....

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