"GLISSON"...(SORVOLARE)
In famiglia mi hanno insegnato con questo termine a non dare eccessiva importanza a tutto quello che noi riteniamo sia spiacevole per noi, ma che invece in seguito si prospetterà qualcosa di minore rilevanza.Quando ad esempio ricevevo una indesiderata risposta, una mancata riconoscenza per quello che avevo compiuto, oppure nelle occasioni nelle quali mi sentivo offesa da un probabile amicizia corrisposta in amare parole..mia madre mi affermava con insistenza questo atteggiamento ..come se volessi dirmi.. non importa..passaci sopra.. facendotelo scivolare ..ma purtroppo oggi, ma anche come ieri, per coloro che sono molto sensibili, è impossibile accettare senza sofferenza questo termine..è poichè ci sentiamo una fitta al cuore quando nel momento del consiglio o dell'appoggio fraterno questi vengono a mancare, vorremmo non aver ascoltato discorsi di cattiveria o di presunzione inaudita, per non darci l'illusione che la solitudine di un'affinità creduta fino allora sincera, ad un tratto svanisca.Ma allora cosa fare se il nostro cuore continua a soffrire e la mente ci indica che dobbiamo mettere da parte qualsiasi ragionamento che ci condurrà inesorabilmente al malumore e alla perdita di chi consideravamo un essere di cuore accanto a noi? Si deve accettare la situazione e non riflettere troppo altrimenti la riflessione sarà giusta, ma inesorabile nella vita che ti prende con un senso di finalità sempre più attanagliante, dovrai accontentarti d'essere solo con te stesso ed ecco quindi, la motivazione esplicita di mia madre..fai finta che non sia poi così grave..SORVOLA..Come diceva un famoso filosofo ..occorre avere la capacità di cambiare tutto quello che può essere cambiato,la pazienza per sopportare ciò che non può essere mutato e la saggezza che ci permetta di saper scegliere tra le due opportunità. Un tempo era più semplice non chiedersi il perchè di alcune manifestazioni negative per la nostra serenità d'animo, per la richiesta d'offerta significativa per noi in quel momento,ma oggi che ogni attimo della vita è "fuggente" questo termine assume un'importanza eccezionale e di primaria esecuzione nell'affermazione di tale concetto, infatti se non "passassimo sopra" senza discussione alcuna ad ogni momento che l'esistenza c'impone di vivere con pazienza e tolleranza verso noi stessi e verso gli altri, come faremmo a sopravvivere? Certo non è facile "addomesticare" il nostro animo col convincimento che poi tutto passerà e verrà dimenticato, che ogni avvenimento che sentiamo doloroso e che ci fa sprofondare nella'abbattimento delle circostanze, verrà in seguito tralasciato..questa è la "maturità" dell'individuo che nasce con gli anni e che poi assume la paternità della sopportazione altrui..ci siamo mai chiesti se noi eravamo poi così perfetti..se in qualche circostanza abbiamo manifestato la stessa raffigurazione di noi stessi, se per mancanza di tempo, di parole formulate nel giusto momento, abbiamo dimenticato d'essere diversi per donare il nostro appoggio a coloro che lo chiedevano?Forse anni addietro questo "modo di essere" era concepito solo per le piccole cose che avvenivano e sentivamo dentro di noi, ma nel tempo che scorre inesorabilmente crediamo sempre più che "GLISSON" vada accettato e rispettato per conservare quelle amicizie a cui teniamo e non desideriamo separarci..altrimenti l'esistenza che significato avrebbe?..
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