giovedì 1 settembre 2011

EUREKA..

Molte volte nella nostra esistenza abbiamo usato questa parola che un tempo il celebre scienziato Archimede pronunciò quando immergendo un corpo in un liquido,questo ricevendo una spinta verso l'alto riemerse etc..ma l'uomo la afferma nel momento in cui ha trovato la soluzione al caso che lo attanagliava nel percorso delle sue chiarezze per risolvere le situazioni che gli si presentavano.Facendo una comparazione con il principio di Archimede, la nostra anima lasciato il corpo in cui è racchiusa ad un certo momento stabilito, lo lascerà per dirigersi verso l'alto e raggiungere l'Amore di chi l'ha creata e così finalmente trovare pace e serenità che agogna da sempre.nella risultanza dei problemi terreni la sensazione della legge difficilmente ravvisa tutto quanto vi è racchiuso in essa,poichè il grido non raggiunge mai la vetta tanto alta che dopo si avverte con lucidità e conferma di quanto si è creduto.La nostra piccolezza sta nel poco che sappiamo,che comprendiamo,che vediamo..ma cerchiamo a volte inutilmente di riaffiorare verso l'alto e trovare così l'espressione di quanto la matematica ci propina per risolvere l'incognita "del poi"..ma se qualcuno riflettesse su quanto ci è stato detto,su quanto ci è stato rappresentato con la vita di Cristo,allora si accontenterebbe di quello che possiede a livello di conoscenza..ma l'uomo vuole progredire oltre,la sua sapienza è irrisoria vuole andare nel mistero che lo circonda,ed è certo di proseguire su di una strada che gli donerà quelle risposte che attende..allora griderà secondo le proprie esperienze ..EUREKA..così egli crede..ma non sa che quella parola può risultare errata e dovrà attendere il suo tempo, quello esatto perchè essa sia la piena conferma di quanto egli cerca..

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