giovedì 28 gennaio 2010

I SENTIMENTI

I sentimenti finalizzano l'uomo alla possibilità d'essere sospettato, di non essere verificato da chiunque aggredisca la sua natura.I sentimenti sono molteplici...l'amore con la contrapposizione dell'odio, la vendetta con il perdono, il rancore con la suggestiva animosità, di essere leali verso chi ci ha voluto aiutare,la misericordia contro la calunnia ed infine l'appropriazione indebita di colui che è stato potente nella spietatezza del giudizio altrui.Tutte queste sensibilità si dichiarano infallibili, quando c'è la necessità di giudizio e di simulazione della propria individualità d'immagine...allora si compie la coercizione di sè di apparire migliori di quanto realmente si è...Nella vita di ognuno tutto ciò ha un valore intrinseco, basato sulla predisposizione dell'essere e non del voler essere, in quanto si dichiara solamente una parte di solitudine che l'uomo ha dentro e che conserva, per servirsene al momento opportuno.L'immagine e non la scoperta di essere sinceri, è la risposta di tali fallaci opposizioni alla completa rivelazione della verità.Non è detto che quando si è privi d'amore,o quando questo sentimento viene dimenticato da altri, il posto vacante si costrusce sull'odio,oppure la mancanza degli obiettivi raggiunti con la complicità dell'invidia,si raffiguri nella parola "rancore"e nemmeno il giudizio espresso senza misericordia verso chi riteniamo sia inferiore a noi.... o altrimenti per gelosia d'interessi comuni lo vietiamo a noi stessi. è da ritenersi coperto da ua parola che si costruisce con solidità futura arrecando danni senza ulteriori possibilità d'esame e condizionato dalla vita stessa con un famigerato giudizio, chiamato "calunnia. L'uomo ne è purtroppo consapevole, ma finge di dimenticarsene per servirsene al momento opportuno, per sconfiggere l'avversario e non comprende che prima ha distrutto sè stesso.La difficoltà di essere scevri da tali contributi, per mancanza di ulteriori manifestazioni di "affetto "per non essere chiamato privo di umanità, consiste nell'avere comprensione di "costumanza sociale", nella propria vita con gli altri, e non essere definito un "vile" degli affetti familiari e complessivamente degli affetti verso la società, che appartiene alla sua specie d'intesa.Colui che si serve di tali ignominie, non solo è perdutamente un famigerato assassino per avere fatto del male agli altri, in quanto è amante del "male", ma è anche perdutamente solo poichè non ha ancora compreso che la tortura inflitta ai suoi simili, verrà considerata per lui una completa disfatta alla sua "elevatura" di essere considerato una persona cosciente di ciò che opera in favore di sè e degli altri...pertanto la sua fisionomia, sarà considerata un'ignominia sulla completa configurazione della sua rispettabilità e della sua "chiarezza d'essere".

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