domenica 7 febbraio 2010

LA PAZIENZA

La pazienza...di GIOBBE..così viene affermata nella vita di coloro, che sopportano con calma le avversità della propria esistenza, in attesa di tempi migliori..la vera saggezza consiste nel saper distinguere ciò che è possibile cambiare in meglio,da ciò che deve essere accettato con spirito di sopportazione.Noi in genere non conosciamo questa parola che ci condurrebbe alla completa visita di essere comprensivi con coloro che si addebitano ogni calamità, ogni cattiveria di eliminare l'avversario il più presto possibile, in modo da non aspettare che le circostanze facciano la propria costumanza, per cui si accetta la preoccupante velocità della stessa,con conseguenze deteriori all'aspettativa.... saper attendere, voler aspettare, non è da tutti..infatti la maggior parte dell'umanità, si riflette tra coloro che sono avidi di risposte, pronti all'occasione che si presenta pur di ottenere nel più breve tempo possibile, il desiderio conseguito ed officiato, nel cumulo di" fermate impossibili" determinate dalla propria volontà.Eppure, l'uomo conosce perfettamente la sua insicurezza, la sua prospettiva d'identità inferiore all'aspettativa che si propone, in quanto la sua conoscenza è determinata dal momento della spontanea fermezza che gli viene in aiuto per affermare, che la pazienza è frutto di debolezza..e che i veri vincitori sono coloro che sapendo approfittare delle circostanze, non devono attendere ulteriori indugi nel formulare la decisione del proprio e simulato conforto del momento ottenuto.Ma la pazienza, in verità è tutt'altra cosa..essa nasce dalla spontaneità dell'attesa che si conosce essere lunga e sofferta, dal condividere la propria esisternza nell'affermare che le precedenti circostanze, sono dovute alla maturazione degli eventi.. ed infine che coloro che sapranno attendere il risultato sarà sorprendente alle aspettative.Colui che conosce questa parola, conosce anche la sofferenza che ne deriva, in quanto l'attesa prolungata e sconosciuta allo stesso provoca un sincero,lungo e doloroso momento, che fa scoprire la permanenza come una foglia che si stacca lentamente da un ramo..essa sa di dover cadere prima o poi..ma che se attenderà, la sua caduta sarà lieve e senza conseguenze...dovrà morire senza la vita dell'albero, ma la sua morte sarà leggera e probabilmente, poco sofferta.... Il sopportare le avversità, le cattiverie altrui, espresse con accanimento e con la ferocia di fa soffrire gli altri, fa diventare l'essere umano spietato nella propria difesa, con la scusante della sofferenza che pervade il suo tormento a tale manifestazione..invece, se costui tacesse e chiudesse le proprie orecchie allo scandire delle sillabe messe insieme, che formano le parole ricche d'invettive...saprebbe che la pazienza dettata dal suo cuore, gli consentirebbe la parola "felicità ottenuta" con l'attesa della sua sofferenza.

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