giovedì 13 gennaio 2011

LA RECITA..

Quando i nostri figli si preparano per uno spettacolo scolastico noi li aiutiamo a imparare la parte affinchè ricordandosela possano dimostrare la loro preparazione e la loro bravura..ma noi riflettiamo mai che il più delle volte LA RECITA la interpretiamo con la propria vita? Non è vero che pur di non dimostrare il nostro animo siamo pronti a confonderlo in tal modo, che gli altri faticano a carpirne il senso della verità?E perchè poi?..Per non esporci alla mediocrità,al giudizio.all'inganno. alla ferocia dei commenti altrui se non altro come baluardo di difesa,di precisa riflessione sul carattere ed infine per non farci assalire dalle loro stesse configurazioni d'essere nelle quali essi si approfitteranno di noi.Quanto dura la rappresentazione?..Tutta la vita..per tutta la nostra esistenza noi dobbiamo essere forti,rappresentare una parte che a volte non ci è congeniale per non avere momenti di abbattimento durante i quali gli altri si potrebbero approffittare della nostra buona fede e colpirci senza pietà..ma che fatica... e se in qualche situazione siamo prossimi alle lacrime,alla commozione,ad essere privi di quel baluardo allora ci acconteteremo di mostrare un sorriso abbozzato e non sincero che sembri un ghigno e non un compiacimento delle varie situazioni in cui ci troviamo.Ed ecco LA RECITA?..No.. anche se talvolta ci piacerebbe interpretare la parte dell'eroe che vince su ogni difficoltà e che alla fine troverà la strada con la sua stessa volontà d'essere... noi non siamo l'eroe dei nostri compiuti errori o strabilianti occasioni di manifestazioni accadute..no..noi siamo quelli che si travestono per la parte da interpretare e che alla fine tolto il vestito, ci ritroviamo con noi stessi e con le stesse causalità della vita in cui gli spettatori siamo noi e non il pubblico dei nostri ragazzi..

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