sabato 8 maggio 2010

LA MISERIA

Un senso di dolore e un significato di enorme rilevanza questa parola che atterrisce fin dai tempi antichi.Oggi questo grave problema ha preso un posto di richiamo per coloro che non possiedono nulla per vivere.Un tempo questo concetto era prospettato dopo la guerra, poichè si sapeva che dopo un grave conflitto si portava la popolazione verso mete di completo abbandono, ma nell'era moderna ove il "consumismo" appare come l'unica difesa per la sopravvivenza umana, tutto sembra definire un preciso e terribile capovolgimento dell'umanità.La gente guarda i popoli africani, i popoli di una terra bruciata dove la carestia abbonda in ogni configurazione d'orrore che l'esistenza offre..ma perchè non aggiungere il Brasile con le note "favelas",l'India,l'Asia con i suoi problemi e di tante altre terre di lontano richiamo, ove vicino ai nostri cuori sentiamo il grido d'aiuto per la sopravvivenza che essi ci mandano.Ma cosa può fare l'uomo di fronte a questa grande calamità?Sicuramente offrire quel poco che ha se vuole rispondere alle responsabilità della vita..può adottare i fanciulli a distanza, farli studiare, ma la fame non si calma così..le malattie, le infezioni portano morte ovunque..i medicinali scarseggiano..c'è chi se ne approfitta, chi fa finta di nulla, chi ritiene che una terra lontana non esige una corrispondenza d'amore e d'aiuto.Vi sono anche coloro che desidererebbero aiutare il prossimo, ma sono compresi nella medesima condizione d'appartenenza, poichè anche per loro la "MISERIA" ha bussato alla porta..allora vediamo per strada uomini che si lasciano andare a qualsiasi dimostrazione d'abbandono dell'esistenza che non c'è più, ad una vita che non rappresenta la loro essenza, ad un pericoloso trascinarsi sempre più giù.. tanto da sfiorare il baratro della follia e si chiudono nel mistero della loro esistenza, senza comprenderne il significato.. con una mano sempre tesa a chiedere la carità a coloro che passano sulla loro strada.La sofferenza di questo problema non conosce limiti..denutrizione, mancanza d'acqua,d'igiene,di qualsiasi probabilità di difesa,di calamità naturali.. ecco cosa ci mostrano le immagini di quelle popolazioni che c'inviano continuamente la propria sofferenza.La società resta muta, non si chiede quanto sia importante la dichiarazione di responsabilità che possa influire sulla mancanza d'aiuto e sull'egoismo che l'uomo continua a perseverare nell'animo umano.La vita si prospetta con un certo scetticismo e chiude gli occhi dinnanzi alla verità espressa su questi problemi.Esiste una mancanza di fiducia, di rispettosa riverenza d'amore, di domanda senza la risposta e di concretezza per coloro che al contrario potrebbero aiutare e non lo fanno.La documentazione resta e la possibilità che le cose cambino diventa ogni giorno sempre più lontana dalla realtà configurata nel dolore che ogni creatura soffre e cerca di mostrare che l'esistenza vissuta in tal modo, non vale la pena d'essere vissuta avendo conosciuto solamente MISERIA, fame, malattie..senza una prospettiva d'amore e senza una terra che abbia dato loro la possibilità di nutrizione come invece è accaduto per altri.Perchè la loro storia si è svolta così?Perchè..perchè non c'è soluzione se non morire in modo così terribile? Una risposta non esiste..come non esiste una soluzione drastica che offra una concretezza della vita in conseguenza della carità cristiana..possiamo solo affermare che i nostri occhi hanno visto e guardato l'orrore del mondo..

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