giovedì 6 maggio 2010

"PER QUIETO VIVERE"...

All'inizio mi fu spiegato dai miei genitori quando andavano a teatro a vedere la rivista di un tempo e si racccontavano le barzellette, una signora doveva far finta di non capire l'allusione e di mostrare indifferenza..solo così si accentuava la propria immagine di "signorilità".Oggi questa conformazione spettacolare della vita dove tutto abbonda sempre di più e anzi si determina con precisa volontà il turpiloquio nell'esperessione verbale, questa mia storia di un tempo.. fa ridere.In seguito questa frase era spesso usata da mia madre che voleva sottintendere..per stare in pace con te stessa e con gli altri fai finta di "non sentire".Che qualifica ha oggi questo significato in un mondo ove esiste un'unica possibilità..quella di farsi ogni ragione di tutto ciò che accade non solo ascoltando, ma usando anche le cosiddette "maniere forti"'..Il tempo è trascorso..le possibilità sono mutate, ma la comprensione degli uomini demorde con la sconfitta del criterio umano, ove ogni cosa assume la possibilità di difesa..difesa dei propri diritti,difesa delll'immagine non più ritrovata, difesa del proprio egoismo in cui si riflette la necessità del volgare discorso e far finta di non comprendere significa per coloro che ci parlano, solamente la possibilità della ripetuta richiesta di conversazione, in cui resta solamente un banale e certo preciso oltraggio della personalità.Allora il "PER QUIETO VIVERE" di mia madre assume una rilevanza ridicola poichè trasmette un messaggio che non esiste più..anzi si deve capire bene la rilevanza delle parole pronunciate, altrimenti il significato demenziale di coloro che lo esprimono, non avrebbe nell'era odierna alcun controllo.Tra i giovani usa la costumanza d'inviarsi improperi,ingiurie che farebbero inorridire l'ascolto di quelli che ci hanno insegnato a non dimostrare che nelle lingua italiana la "parolaccia" non deve esistere per avere un certo tono, ma che si dovrebbe osservare la possibilità d'essere considerati persone di un certo rilievo e non come "scaricatori di porto" che un tempo venivano indicati per l'oltraggio parlato.In quest'epoca quasi tutti hanno assunto il comportamento come quei poveri uomini, che allora non avendo la possibilità d'interpretazione di linguaggio, si esprimevano in tale maniera..ma con le varie tecnologie, con le moderne strutture l'uomo si compiace sempre più di oltrepassare il limite della decenza avendo deciso che in tal modo la sua immagine possa essere di dominio sugli altri.La necessità del silenzio durante una provocazione,una battuta di spirito non condivisa, ma che al contrario ascoltarla.. fa male..eccita l'animo del perdente che non tace per stare tranquillo, ma risponde per non vivere quieto.I ragazzi annegano la loro euforia nell'inviarsi frasi irripetibili, nell'affrancarsi congetture e nomignoli che farebbero inorridire i nostri nonni..ma si sa.. l'era moderna permette qualsiasi espressione verbale.. anzi in televisione questo comportamento viene considerato un alto indice di gradimento per cui perdere le staffe è diventato sinonimo di "auditel"..allora sento ancora le parole di mia madre.."PER QUIETO VIVERE"... fai finta di nulla..

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