giovedì 11 marzo 2010

LA GUERRA

Vi era un piccolo negro che viveva in Zaire,terra bruciata, senza ordine fra la sua gente ,che si chiamava Giovannino ed era un bambino sano e allegro.I suoi genitori erano molto uniti e amavano quell'unico figlio infinitamente..mai una sgridata,mai uno schiaffo era stato dato, poichè lo educavano con affetto ammonitivo che conteneva semplici parole.Il piccolo quindi cresceva in armonia ed apprendeva i comportamenti della vita con mera semplicità.Il suo popolo, invece era un popolo di guerrieri affamati e desiderosi d'avere una terra tutta per loro,uniti nel combattere la fame che vi regnava e di annullare le malattie che decimavano le loro famiglie.Ma il nemico sotto tutti gli aspetti era sempre in agguato...popoli che durante le guerre volevano sottrarre loro la propria origine, le carestie, le pestilenze ed essi il più delle volte non avevano una dimora fissa, ma si spostavano continuamente, poichè temevano per la propria vita.Giovannino era stato educato sulla prepotenza, sull'infamità del nemico, ma nel suo animo di fanciullo comprendeva il pericolo, ma come tutti i ragazzi della sua età,l'innocenza lo rendeva fiducioso che tutto alla fine si sarebbe risolto e che ogni divergenza poteva essere superata.Ora accadde che quando Giovannino ebbe tredici anni, il nemico invase lo Zaire, per cui insieme alla sua famiglia egli dovette combattere contro un nemico terribile:la fame.Il cibo scarseggiava, il campo non rendeva e Giovannino aveva fame..cercava di colmare il suo istinto con le radici dell'orto e quando queste terminarono, s'inventò dei giochi con la fantasia..non aveva amici poichè essi vivevano lontano dall'abitato ed il campo rappresentava l'unico sostentamento per tutta la famiglia.I genitori ogni mattina si apprestavano alla vita agraria, ma adesso le porzioni venivano razionate. Giovannino non comprendeva il perchè della guerra e si chiedeva la causa degli uomini che non si amavano come fratelli e vivevano ognuno a casa propria,Non conosceva, nè comprendeva la violenza, la sopraffazione, l'odio, ma stranamente ne avvertiva le conseguenze.Per Giovannino il mondo erano i suoi genitori e quella piccola casetta in mezzo al campo.Intanto le notizie divennero sempre più allarmanti, il nemico era alle porte..uomini che fuggivano disperati verso la salvezza abbandonando le loro case, la propria terra verso mete sconosciute,,bisognava fuggire. Infatti un mattino Giovannino fu fatto vestire in fretta e con un carretto insieme ai genitori si diresse nella piazza del paese per unirsi agli altri abitanti...chi piangeva, chi pregava. chi ordinava la marcia da intraprendere, chi spiegava il tragitto.Giovannino assisteva muto, spaventato con dolore e sgomento per ciò che lo attendeva.Erano in tanti, tutti affranti, ognuno guardava per l'ultima volta la propria terra e fuggiva dai propri ricordi senza comprenderne il motivo..come avrebbero fatto a sopperire alle varie mancanze,a superare la violenza?.Perchè il nemico li perseguitava senza dare loro la pace?Essi non conoscevano e non comprendevano l'arte della guerra, non erano armati,cercavano solo scampo, volevano vivere, non morire, abbattuti per una causa a loro sconosciuta. Adesso gli uomini stavano attraversando un bosco che si apriva in una campagna brulla e desolata,,quando ad un tratto avvertirono un rumore d'aerei..ecco era il nemico..bisogna ripararsi sotto i carri, speriamo che dall'alto non ci vedano...così dicevano fra loro i fuggiaschi..ma il nemico ha cento occhi e così giù bombe che cadevano come fiocchi di neve a Natale e falciavano donne,bambini senza pietà,orrore e sangue regnava dappertutto ..ad un tratto vi fu silenzio..ma la strage era quasi completa. I pochi superstiti accesero un fuoco e cercarono di dare sepoltura ai morti.I genitori di Giovannino avevano nascosto il fanciullo sotto un albero,poggiandogli sopra un panno verde. affinchè dall'alto il nemico pensasse che fosse un tutt'uno con la natura e si apprestarono a raggiungere il luogo..quando la madre gettò un grido..aveva visto suo figlio rivolto con gli occhi verso il cielo a terra morto..e sembrava che dicesse..perchè mi hai preso? Così terribile e sorpendente è la morte?.. Ma il vento portava via le parole.Il piccolo fu sepolto sotto quell'albero con su una rustica croce, ormai per loro la vita non aveva più senso ed aspettavano che il nemico li falciasse , avevano perso l'unico figlio... perchè?..Questi episodi avvengono sulla terra ogni istante poichè l'uomo è ingordo e prepotente..vuole possedere ogni cosa perfino vite umane, ma la sua vittoria è il trofeo d'eccidi di massa e non comprende che la colpa risiede nella sua fame d'infamia....

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