lunedì 31 gennaio 2011

DIRITTI E DOVERI..

Nella nostra vita noi conosciamo bene quali siano i nostri DIRITTI e cerchiamo di non mostrare la conoscenza dei nostri DOVERI..Ciascuno pretende nella sua esistenza la corrispondenza altrui in ogni momento difficile da superare affinchè si senta confortato,aiutato e amato senza alcuna remora d'impedimento in cui si dovrebbe provvedere e restituire tutto quanto viene offerto gratuitamente per il piacere dell'offerta e senza richiesta alcuna..ma quando si tratta di rispettare le regole,di ricambiare ciò che ci è stato dato,allora dimentichiamo il tutto e preferiamo fare "orecchie da mercante" per non tradire il nostro egoismo che ci prende nei momenti di soccorso altrui e di affinità con coloro che al contrario ci furono accanto in quel preciso istante della nostra disavventura,Gli uomini conoscono alcuni non tutti, solamente i DOVERI legali per non intercorrere in situazioni difficili da risolvere e i DIRITTI che pretendono ogni volta che se ne presenti l'occasione..ma quelli dati esclusivamente senza nessun importo finanziario,quelli gratuiti si fanno finta di dimenticare..perche?Perchè l'egoismo e la trascuratezza degli affetti sinceri sono inversamente proporzionali a tutto quello che per regolarizzare i conti in sospeso si dovrebbe contraccambiare..ma come ho già detto ...è meglio dimenticare che ricordare.Allora la comunione dei beni in quanto si parla di interessi non finanziari, la comprensione e la sollecitudine d'incontro in cui si cerca di alleviare le pene altrui dove si ripone?Si cerca di nasconderla il più possibile proprio per non dover restituire ciò che ci è stato dato ..in effetti si prende e non si offre,ma non tutti gli uomini si comportano allo stesso modo..vi sono quelli che ricordano il bene loro offerto e non si creano problemi nel restituirlo riflettendo che questa catena durante l'esistenza non si spezza mai..in quanto esiste sempre la necessità dell'aiuto altrui in cui non si dimenticherà mai il bene fatto e non rinfacciato o dimenticato..

domenica 30 gennaio 2011

L'INVERNO..

Da bambina me lo raffiguravo come un vecchio signore con lunghi capelli bianchi e un largo mantello rosso, con le guance gonfie di vento in quanto essendo paffute volevano dimostrare il gelo,il freddo e le tempeste che avrebbe recato con sè.Oggi infatti non essendoci più le mezze stagioni,si passa dal caldo afoso ad un abbassamento violento di temperatura che porta con sè varii malanni, in cui il camino è il re della casa.In questa stagione la neve,la pioggia e il sibilo del vento, portano la malinconia e la tristezza e si attende con impazienza la stagione calda in cui il termometro segnerà sotto i quaranta gradi e si attenderà un pò di fresco dimenticando il gelo dell'INVERNO.Trascorse le feste natalizie in una sarabanda di regali,cenoni etc..arriva il Carnevale con altre pietanze e altri festini,ma poi tutto procede ci sembra lentamente e si attende la Pasqua per poter andare a fare lunghe passeggiate,viaggi o escursioni fuori porta.A chi piace sciare questa stagione è la preferita in quanto non avvertendo il freddo, il piacere e la gioia che si provano fanno dimenticare completamente le avversità fisiche in cui ci si appresta subito a rientrare al calore della casa.Ma noi vogliamo parlare non della stagione, bensì di coloro che hanno l'INVERNO nel cuore,di coloro che sono freddi nel'animo,di coloro che non avvertono alcun sentimento sia per sè stessi che per chi li circonda.Costoro sembrano mummificati in quanto sulle loro labbra non alegggia mai un sorriso,non sentono la gioia o l'amore di chi li circonda, non avvertono la simpatia di quelli che tentano invano di comunicare con loro...essi vivono in un completo isolamento della propria persona e dimostrano un carattere gelido e scostante a chi cerca invano un gesto,una parola affettuosa, per far loro comprendere che desidererebbero dividere la propria esistenza con la prospettiva d'unire sia gli affanni ,che le gioie, che il destino ha stabilito per loro.Ma costoro si sentono dei privilegiati in quanto considerano la propria libertà una vittoria conseguita con l'allontanamento dagli altri che considerano superflui o addirittura inutili alle loro idee,alle loro configurazioni, che si sono ripromessi d'ottenere e che in seguito dimostreranno la validità secondo le proprie opinioni delle scelte fatte..essi ritengono che la vita si conquisti con le singole probabilità e pertanto la vicinanza altrui con le proprie affermazioni, disturberebbe il compito che si sono scelti...inoltre dovrebbero offrire tutte quelle affettuosità che secondo la propria sensazione acuita, limiterebbe o addirittura darebbe una rinuncia alla libertà che fa di ognuno un uomo privo di qualsiasi fondamento familiare,affettivo e che lo conduce all'egoismo di sè e non all'altruismo in cui si condivide ogni momento,ogni difficoltà,ogni reclusione ed infine ogni gioia che la vita ha proposto e deciso per noi.Costoro sono vissuti soli e come un gelido INVERNO,la loro stagione passerà e ne verrà ancora un'altra..ma essi non ci saranno più e moriranno da soli così come hanno vissuto con molti rimpianti e senza alcun affetto,nè verranno ricordati ...

sabato 29 gennaio 2011

LA TAGLIOLA..

LA TAGLIOLA ERA POSTA IN UN LUOGO OSCURO AFFINCHE' NON FOSSE VISTA NE' DALLA LEPRE,NE' DALLA VOLPE.I CACCIATORI L'AVEVANO POSTA PER CATTURARE IL LORO CORPO E POI CIBARSENE SENZA ALCUNA PIETA'..LA PRIMA COME ALIMENTO PRELIBATO,LA SECONDA COME TROFEO DI CACCIA.ESSI NON SAPEVANO CHE LE BESTIOLE ERANO A CONOSCENZA DELLA LORO SORTE E IN QUANTO ANIMALI NON POTEVANO PARLARE, MA L'ISTINTO LE FACEVA ACUIRE IL PERICOLO..EPPURE QUEL SUONO DI TROMBE INCUTEVANO LORO PAURA,TIMORE E SCAPPAVANO SENZA ALCUNA META CERCANDO UN RIFUGIO PER LA PROPRIA SALVEZZA.L'UOMO NON SI RASSEGNAVA E GALOPPAVA FINO A QUANDO LA TAGLIOLA NON AVEVA TRATTENUTO LA PREDA..MA UN GIORNO ACCADDE UN FATTO STRANO..UN CAVALIERE MALDESTRO CHISSA' COME.. INCIAMPO' NELLA TRAPPOLA E NE FU CATTURATO POICHè' LA BESTIOLA ERA RIUSCITA A SCAPPARE E IL PIEDE DEL POVERINO ERA MARTORIATO DA QUELLA PRESA INFERNALE.GLI ALTRI CAVALIERI ERANO ANCORA DISTANTI, SAREBBERO ARRIVATI DA UN MOMENTO ALL'ALTRO MA COSTUI SOFFRIVA MOLTISSIMO.. QUANDO AD UN TRATTO ALZO' GLI OCHHI DALLA TRAPPOLA E VIDE LA SUA PREDA CHE LO GUARDAVA CON OCCHI MERAVIGLIATI COME SE GLI DICESSE..ADESSO SENTI TU IL MIO DOLORE,I MIEI SPASIMI PRIMA DELLA MORTE..HAI PAURA, SEI SOLO.. COME VEDI LA VITA TI HA GIOCATO UN BRUTTO SCHERZO..IO SALVA E TU PREDA..MA INTANTO I CACCIATORI ERANO ARRIVATI E LA BESTIOLA FUGGI'.IL CAVALIERE TRA LA MERAVIGLIA GENERALE FU CONDOTTO AL PIU' VICINO OSPEDALE OVE GLI AMPUTARONO IL PIEDE TANTO GRAVE ERA STATA LA SUA FERITA..E' MOLTO NOTO IL PROVERBIO..NON FARE AGLI ALTRI QUELLO CHE NON VORRESTI FOSSE FATTO A TE..

IL SECCHIO..

C'ERA UNA VOLTA UN SECCHIO COLMO D'ACQUA CHE ERA POSTO ACCANTO AD UN ALTRO VUOTO.IL PRIMO SERVIVA PER DARE DA BERE AGLI ANIMALI DELLA STALLA E QUALORA L'ACQUA NON BASTASSE IL PROPRIETARIO DELLA FATTORIA AVREBBE PRESO L'ALTRO.IL PRIMO SI SENTIVA IMPORTANTE POICHE' ERA NECESSARIO DI FRONTE ALL'ALTRO CHE ERA CONSIDERATO UN PRECARIO..VENIVA USATO SOLO ALL'OCCORRENZA E POI NON ERA VALUTATO COME UN SECCHIO DI VECCHIA DATA, POICHE' QUELLO PRIMA DI LUI SI ERA ROTTO ED ERA STATO SOTITUITO DA QUESTO NUOVO.IL VECCHIO SECCHIO NON GLI DAVA CONFIDENZA..ANZI CERCAVA D'IGNORARLO PER NON OFFRIRGLI QUELL'IMPORTANZA CHE MERITAVA, ESSENDO ANCH'ESSO DI RISERVA PER CUI NEI CASI DIFFICILI L'UOMO SE NE SERVIVA ABBONDANTEMENTE.SAPEVA DI NON ESSERE RICONOSCIUTO TALE ANCHE DAGLI ALTRI CHE GIACEVANO IN QUEL LUOGO. CIASCUNO PER UNA MANSIONE DIVERSA, MA TUTTI UGUALMENTE INDISPENSABILI ALLA VITA DEL CONTADINO.UNA SERA PER UN CASO FORTUITO, FORSE PER UNA CICCA DI SIGARETTA MALE SPENTA DEL GUARDIANO, UN CESPUGLIO DI FIENO PRESE FUOCO E SUBITO IL CUSTODE RIEMPIì I DUE SECCHI D'ACQUA CERCANDO DI SPEGNERE IL PICCOLO FUOCO ACCESO..ACCORSERO ALTRI DUE CONTADINI E SERVENDOSI DEI DUE SECCHI D'ACQUA RIUSCIRONO A SPEGNERE IL PICCOLO FUOCO CHE SE FOSSE DIVAMPATO IN QUEL LUOGO, AVREBBE ARRECATO DANNI MOLTO GRAVI.ALLORA IL GIOVANE SECCHIO SI RIVOLSE AL VECCHIO E COSì GLI DISSE..COME VEDI CARO AMICO MIO ..SIAMO NECESSARI E INDISPENSABILI AMBEDUE..PERCHE' INVECE D'IGNORARMI NON MI RACCONTI DELLA TUA VITA D'ESPERIENZA IN QUESTO LUOGO, COSì IMPARERO' E QUANDO TI SOSTITUIRANNO POICHE' LA VITA VA COSì.. POTRO' PRENDERE DECOROSAMENTE IL TUO POSTO..L'ALTRO RIMASE MUTO PER QUALCHE ISTANTE, MA POI GLI RISPOSE..HAI RAGIONE..LA VITA SCORRE COSI..DA OGGI IN POI SARAI RISPETTATO COME TUTTI GLI ALTRI POICHE' HO COMPRESO LA MIA POCHEZZA E LA TUA GRANDE DIFFICOLTA' AD INSERIRTI NELLA NOSTRA PICCOLA FAMIGLIA D'UTENSILI VARII, MA INDISPENSABILI ALL'OCCORRENZA PER L'UOMO..E COSI AVVENNE..NELLA VITA DI TUTTI LA NECESSITA' E LA FINALITA' DELLA FAVOLA DOVREBBE ESSERE LA MEDESIMA

LA CORNAMUSA..

QUESTO TIPO DI STRUMENTO VIENE USATO A NATALE DAI PASTORI E IN SCOZIA COME ELEMENTO FOLKLORISTICO.C'ERA UNA VOLTA UNA CORNAMUSA CH' ERA POSTA IN UN NEGOZIO DI ARTICOLI DI TALE GENERE ED ASPETTAVA D'ESSERE VENDUTA.COSTAVA ABBASTANZA PERCIO' I CLIENTI LA GUARDAVANO, MA POI SCUOTEVANO IL CAPO E SE NE ANDAVANO.EPPURE ESSA AVREBBE VOLUTO USCIRE DA QUEL LUOGO,ESSERE USATA..EMETTEVA DEI SUONI ACCURATI SE LA MANO FOSSE STATA ALTRETTANTO ESPERTA NEL FARLA SENTIRE DURANTE LE SFILATE CHE SI TENEVANO IN QUEL VILLAGGIO.UN CONTADINO DEL LUOGO LA GUARDAVA AMMIRANDOLA DA MOLTO, MA IL PREZZO ERA TROPPO ALTO PER CUI ASPETTAVA TEMPI MIGLIORI.UN MATTINO PASSO' IN QUEL LUOGO UN CAVALIERE E LA VIDE..PENSO' CHE BEL REGALO MI FACCIO QUANDO LA USERO' NELLE PARATE DEL MIO VILLAGGIO..IL MIO CASATO LA PRETENDE ED ENTRO' NEL NEGOZIO,,SENTITO IL PREZZO L'ACQUISTO' SENZA BATTERE CIGLIO E SE LA PORTO' NEL SUO CASTELLO AVITO ASPETTANDO L'OCCASIONE GIUSTA.LA CORNAMUSA RIPOSTA IN UN ANGOLO DI UNA STANZA DISSE FRA SE' E SE'..MA DA UN NEGOZIO SONO STATA TRASFERITA IN UNA STANZA DI UN VECCHIO CASTELLO..MA QUANDO POTRO' ESSERE SUONATA? E COSI' DICENDO S'INTRISTIVA PER LA CATTIVA SORTE CHE GLI ERA TOCCATA..MA AD UN TRATTO SENTI' LE MANI DI UN FANCIULLO CHE PER GIOCO L'AVEVA PRESA..NON SAPEVA USARLA E DISTRATTAMENTE RUPPE UN TASTO PER CUI LA CORNAMUSA NON POTEVA PIUì ESSERE USATA SE PRIMA NON FOSSE STATA RIPARATA.IL CAVALIERE LA PORTO DA COLUI CHE FACEVA QUESTO MESTIERE E PER LUNGO TEMPO LA DIMENTICO' IN QUEL LUOGO.ESSA GIACEVA ORMAI SPENTA AVENDO PERDUTO OGNI SPERANZA..MA COME.. ERA NUOVA ANCHE SE RIPARATA E QUELL'UOMO NON SI RICORDA DI ME?QUELL'UOMO IN VERITA' NE AVEVA ACQUISTATA UN'ALTRA..LE COSE RIPARATE NON FACEVANO AL CASO SUO E COSI' DIMENTICO' DEFINITIVAMENTE LA CORNAMUSA.TRASCORSE DEL TEMPO E IL CONTADINO CHE L'AVEVA TANTO AMMIRATA NEL NEGOZIO ANDO' IN QUEL LUOGO PER RIPARARE UN ALTRO OGGETTO..E LA VIDE..LA RICONOBBE E CHIESE SE FOSSE STATA IN VENDITA..IN VERITA' RISPOSE L'ALTRO ESSA E' QUI DA MOLTO TEMPO,ORAMAI NON CREDO PIU' CHE VERRANNO A RITIRARLA.. LE POSSO FARE UN BUON PREZZO ANCHE SE E' 'NUOVA,,AVEVA PERSO UN TASTO MA IO L'HO RIPARATA E VEDRA' CHE IL SUONO E' PERFETTO..IL CONTADINO NON SE LO FECE RIEPETERE DUE VOLTE E L'ACQUISTO' FELICE COSI' COME LA CORNAMUSA CHE COMPRESE SUBITO CH'ERA CADUTA IN MANI ESPERTE ED ESSENDO IL PERIODO NATALIZIO VENNE SUBITO USATA.IN SEGUITO IL CAVALIERE RICORDO' D'AVERLA LASCIATA IN QUEL LUOGO E DOVENDO FARE UN REGALO LA RICHIESE..MA IL VENDITORE REPLICO' CHE NON C'ERA PIU' POICHE' ESSENDO TRASCORSO IL TEMPO PRESTABILITO AFFINCHE' UN OGGETTO POTESSE ESSERE IN SUA CUSTODIA L'AVEVA VENDUTA..L'ALTRO CI RIMASE MALE, MA DOVETTE ACCONTENTARSI DELLA RISPOSTA CH'ERA ONESTA E CORRETTA.ANCHE GLI UOMINI DOVREBBERO RICORDARE ED APPREZZARE QUELLO CHE ACQUISTANO COL CUORE, POICHE' LA MEMORIA E LA TRASCURATEZZA PUO' A VOLTE GIOCARE BRUTTI SCHERZI E NON TROVARE PIU'CIO' CHE CERCANO QUANDO L'HANNO PERDUTO...

venerdì 28 gennaio 2011

LE LACRIME..

LE LACRIME sono la parentesi del dolore della nostra vita.Esse rappresentano la validità dei propri sentimenti per cui un individuo si affaccia al percorso della sua severa e dignitosa consapevolezza di ciò che dovrà affrontare e per cui dovrà lottare.Ogni uomo è consapevole che quando si sente solo e rimembra il suo passato,ciò che ha perduto,quello che non è stato suffragato dalla sua intenzionalità di compiere la ricchezza del proprio cuore,quando riflette sulla chiarezza delle mancanze altrui avvenute con la coscienza della propria colpevolezza.quando sulla domiciliata chiusura dei suoi affetti si propone il rilascio dei costi elevati non pagati per affermare che non si sentiva in debito.. allora si estrinseca nella sua sensibilità con le parole di cui sopra e s'inebria nel dolore poichè è comunque un essere umano.LE LACRIME sono paragonate al lasciapassare della tristezza in cui si dimostrano pienamente e consapevolmente i propri errori,le singole debolezze e le finalità mancate e non ottenute...esse sono la manifestazione della commozione,della gioia,della felicità, ma le più profonde sono quelle addebitate a sè stessi, in cui si ravvisano le sprovvedute esigenze che l'esistenza ci ha mostrato e che noi abbiamo volutamente eluso per non addomesticare la richiesta di sofferenza pattuita con la vita.Anche per la commozione o per la gioia di un evento esse sono il simbolo del carattere,della personalità sensibile che si unisce al sentimento d'amore provato ed avvertito come una melodia di continue sensazioni che intercorrono nella duplicità della specifica esistenza umana.Chi di noi è stato tanto forte,tanto rigoroso,tanto severo con sè stesso per non dimostrare agli altri la deboleza costituita nell'essere umano?Spero nessuno altrimenti il mondo non rischierebbe la profonda esclusione di qualsiasi sentimento di efficacia conquista nell'addomesticare la propria individualità nell'amore verso gli altri ,nè la parentesi di cuore adibita alla manifestazione dei contenuti di chiarezzza sentita e condotta con la palese configurazione d'immagine che troviamo quando si piange..

LO SGARBO..

Nella vita di ognuno, quante volte un modo sgarbato,una parola offensiva ma che tace la corrispondenza sensitiva di ciò che si sente e non si va oltre,ci hanno dato la possibilità di grande sofferenza per cui ci siamo sentiti privati di quell'affetto in cui credevamo? Eppure noi sappiamo che l'esistenza è dura d'affrontare,che dovremmo indossare una certa corazza che non ci faccia sentire dolore,esulandoci da tutto quanto ci dimostra l'invidia,la gelosia di coloro che ci circondano etc.. ma noi siamo esseri mortali e non sempre ne siamo provvvisti adeguatamente.La vita c'insegna che coloro che hanno quest'abitudine d'essere sgarbati sia con le parole che con i gesti,non si accorgono più di quanto sono irriducibilmente offensivi se non addirittura cattivi nel dimostrare la propria carica di recupero crediti, attraverso le traversie degli altri,in quanto non perdonano sè stessi, nè i loro fallimenti.Costoro non avendo un carattere onesto che include la sincerità dei propri insuccessi, dimostrano che coloro che li circondano sono inetti in tutte le circostanze che l'esistenza incontra nel percorso della vita e di conseguenza si approfittano dell' educazione,del rispetto altrui che determina in loro maggiore acuità nelle loro considerazioni negative e deludenti.Agire con malgarbo,discutere sull'intelligenza altrui in cui si trova sempre la mancanza di giudizio, diventa ormai una prerogativa del fallito che non avendo trovato una sua strada, persiste nell' offendere continuamente chi al contrario con difficoltà e sacrifici è riuscito ad inserirsi nella società con stima e rispetto.Alcune persone al contrario, quando hanno dei momenti che non indulgono alla gentilezza,per motivi di problemi irrisolti o di gravi pensieri, si manifestano con espressioni,con manierismi di cattivo gusto che non appartengono alla loro individualità..pertanto costoro saranno scusati se in quel momento malgrado la loro affettuosità o educazione, trasgrediranno la propria fisioniomia..ma per gli altri che con severa rigidità di costumanza sociale,si comportano verso gli altri con LO SGARBO abituale, non vi sarà nessuna probabilità di scusanti e perciò la loro vita risulterà vuota senza alcuna soddisfazione amichevole che li renda diversi..

giovedì 27 gennaio 2011

LEOPOLDO..

Un nome importante che ci fa ricordare un re del tempo che fu e che oggi viene ricordato a volte, poichè si dà all'amico migliore e più fidato dell'uomo...il cane..mi dispiace parlare di questo tipo di razza esemplare in questa categoria,poichè esso rappresenta l'essere umano in tutte le sue manifestazione affettive in quanto avverte,ama e offre tutto quello che un individuo dovrebbe nutrire nel suo animo per coloro che lo circondano.L'amico dell'uomo fino alla fine dei suoi giorni, vive in relazione con il suo padrone dividendo ogni momento della sua vita e lo aspetta scodinzolando dimostrandogli la sua attesa, quando non può essere in sua compagnia per motivi che esulano dalla sua esistenza.Attende con infinita pazienza che ci si accorga della sua presenza,sa quando deve rimanere in un angolo poichè il padrone è preoccupato e gli dà tutto il suo amore appena costui glielo permette,con ansia aspetta una carezza mentre lo guarda con occhi languidi,quando è felice lambisce con la lingua il suo volto..questo è il suo modo di dare i baci e far comprendere che divide con lui ogni cosa, ogni sensazione,che desidera fare parte della sua famiglia ...non lo tradirà mai, poichè questo concetto nel suo linguaggio risulta inesistente,gli starà accanto se è malato,lo condurrà a passeggio convinto di far credere al suo padrone che è lui a condurlo fuori,ma se costui non potesse per gravi motivi di salute, sarebbe contento ugualmente di stargli accanto..avrebbe necessità solo per i suoi bisogni di una breve uscita.Appunto per tutto ciò viene chiamato un amico..il migliore..l'amico può tradirti,farti del male,abbandonarti nei momenti di sconforto in cui la fortuna ti ha lasciato,può deluderti nelle tue aspettative, ma il cane no..anzi vuole dividere con te ogni momento,essere partecipe del tuo essere ,consolarti nei momenti di sconforto e di apprensione,partecipare ad ogni evenienza della tua esistenza che sia piacevole o non...egli capisce e sente il tuo cuore.. questo è il dono che appartiene ad un cane e che gli è stato dato alla sua nascita.E' vero non parla,ma parlano i suoi occhi e chi li comprende legge le sue parole,il significato affettivo del suo scodinzolare che dimostra la sua grande emozione nell'amore infinito che nutre per te .Non si può non amare un cane..coloro che non sentono questo tipo d'amore, non nutrono nessun sentimento verso gli altri e coloro che ne abusano in modo abominevole, sono peggiori dei delinquenti in quanto si approfittano vigliaccamente di bestiole indifese,impaurite che non fanno male a nessuno, ma chiedono solo asilo,coccole e cibo.LEOPOLDO è un esemplare unico per il suo padrone come avviene in ogni circostanza d'amore..esso rappresenta per lui un altro figlio che non crescerà mai.. ma che all'occorrenza dimostrerà d'essere un adulto per il suo coraggio e la sua lealtà.Quante volte abbiamo letto di cani che affiancano i pompieri,aiutandoli nelle varie difficoltà o di altri che hanno avuto amore e rispetto dopo la vita del loro unico bene, andando ad aspettare il proprio padrone come sempre dinnanzi ad un treno al consueto orario in cui egli era solito rientrare a casa, anche se costui era morto?..Addirittura per altri, recandosi sulla sua tomba per aspettare il loro turno, in quanto la propria esistenza per loro era diventata inutile e solitaria..e perchè vogliamo dimenticare i cani addestrati per il traffico di droga,i San Bernardo con la loro fiaschetta sulla neve che trovano coloro che sono in difficoltà, richiamando con i propri guaiti e abbaiando per chiedere aiuto a quelli che in seguito li salveranno,quelli che prestano i loro occhi ai ciechi accompagnandoli e cercando d'evitare i pericoli della strada,i Terranova che danno soccorso ai naufraghi,etc.. Molti sono i cani addestrati per la vita degli uomini e tantissimi sono i trovatelli che sono simili nelle manifestazioni d'amore esemplare.. noi non possiamo ricordarli tutti, ma parlando di LEOPOLDO gli diciamo. con tanto affetto e rispetto...GRAZIE..

mercoledì 26 gennaio 2011

IL GIOCO D'AZZARDO..

Possedere questo vizio è terribile..è un labirinto frenetico in cui la via d'uscita non esiste se non come risultato mortale o senza possedere più nulla.Coloro che non sanno comprendere quanto sia deleterio questo terribile male, non riescono neppure a sentire e percepire il dolore di coloro che lo circondano.Escono a tutte le ore per giocare con il tappeto verde o ad altri elementi di questo serraglio, in cui però le bestie sono loro racchiuse in una gabbia di ferro senza chiave e si trascinano avanti e indietro sperando e aspettando che la dea bendata giochi in loro favore..qualche volta si concede, ma costoro immediatamente perdono quello che hanno guadagnato per favorire il proprio istinto che li guida ancora verso un baratro di eterna follia fino al momento già descrittto.Nella vita dell'uomo tutti almeno una volta, abbiamo giocato con qualcuno pur ammettendone la perdita ma sperando in un capovolgimento della situazione..a volte è andata bene e non lo abbiamo coscientemente più rifatto,altre volte è andata male e abbiamo continuato a farlo sperando in una vittoria la cui vincita era dalla nostra parte.Ma a che serve nell'esistenza giocare azzardatamente con la propria vita e quella degli altri?A nulla..poichè ciò che si ottiene e senz'altro un aspetto negativo e non positivo di quanto si desiderava..il prodotto risulterà un fac simile dell'originale in quanto non viene espletato e quantomeno sentito dal cuore, ma da ciò che abbiamo costruito falsatamente con basi vacillanti e spesso deterioranti per la nostra vita.Ottenere con falsità,con sotterfugio.con artate manifestazioni manieristiche di determinate situazioni, non sovvertono la verità nascosta in quel momento in quanto in seguito, essa verrà allo scoperto e noi dovremmo subirne le conseguenze.Sia nel lavoro,che negli aspetti affettivi,che nelle amicizie pur di tenerli stretti alla propria esistenza,noi usiamo la consapevolezza del GIOCO D'AZZARDO ma alla fine scopriremo la naturalità delle immagini costruite su di un "bluff" e ci si troverà come si suol dire "con un palmo di naso" perchè l'esistenza di ognuno va considerata nella sua lealtà d'essere anche se scomoda e altrettanto difficile da affrontare, ma alla fine qualsiasi risultato si otterrà, sarò dovuto a noi stessi,al coraggio dimostrato,alla finalità acquisita e non ad un GIOCO D'AZZARDO pessimamente eseguito nella speranza della vittoria finale..

lunedì 24 gennaio 2011

IL FREDDO..

Il FREDDO gela ogni cosa..dalla natura, agli animali, alla vita degli uomini.E' un termine che un tempo si definiva solamente nelle zone artiche e in quelle esposte a nord..oggi invece che la temperatura a causa dei continui sbalzi terrestri è cambiata, questa parola atterrisce anche coloro che vivono al sud.Quando la temperatura segna sotto lo zero, molte sono le creature che soffrono, fino molte volte a morirne...dagli animali,alle piante e perfino agli uomini..ai senzatetto,cioè ai barboni che vivono nei parchi,per le strade,ai bambini abbandonati etc..allora si spera che presto venga la stagione calda che si crede porterà buone nuove..ma oggi anche il caldo è diventato un pericolo,se il termometro segna circa quaranta gradi..soprattutto per i malati,gli anziani e coloro che non possono recarsi al mare.Quindi come se ne deduce,non essendoci più le stagioni intermedie si passa direttamente da una temperatura ad un'altra con considerevoli conseguenze di svariate malattie.Ma qui vogliamo parlare del FREDDO che l'uomo serba nel proprio cuore,ove non alberga alcun sentimento,nessuna pietà,nessuna accondiscendenza verso coloro che soffrono..anzi deplora il loro stato poichè la loro presenza è una motivazione di fastidio e di repulsione nella sua esistenza.Eppure costui nella sua indifferenza totale, i cui occhi sembrano due cubetti di ghiaccio, per sè stesso si comporta in maniera diversa..cerca quel calore che non offre,cerca quell'amore che non sente,cerca quel determinato comportamento che non ammette negli altri.L'esistenza è complice dei misfatti che si compiono nelle regole altrui,per cui non prova nessuna pena per il comportamento esistenziale che non provvede alla sensibilità e agli effettivi requisiti di cui ne conosce l'esistenza, ma fa finta di dimenticarsene per convenienza propria .Anzi si dimostra impassibile di fronte a chi cerca di provocare o di suscitare quel prezioso contenuto di sensibilità che affermano la disponibilità,l'amabilità di chi desidera coniugare il verbo "aiutare gli altri "con l'affetto e la comprensione dovuta..ma in questo caso essa fa orecchie da mercante, fa sentire all'altrui persona un ostacolo alle proprie convinzioni d'essere superiore a tutto e a tutti e di conseguenza di non aver bisogno di alcun aiuto..ma l'esistenza gioca..e si sa nel gioco c'è chi vince.. ma anche chi ad un tratto perde e per cui quel FREDDO che fino a quel momento dimostrava esercitando un potere di calcolo affermativo e vincente, ad un certo punto segnerà come il termometro il gelo della sua partita con la vita..

GIARDINI FIORITI..

Noi tutti ammiriamo i fiori,ma pochi hanno il cosiddetto"pollice verde";un tempo compravo la rivista "HOUSE AND GARDEN" e m'affascinavano quelle splendide aiuole fiorite dinnanzi a quelle ville maestose..tutto ciò naturalmente coltivato dalla persona addetta e specializzata in tale operazione.Ma vi sono anche coloro che possedendo una terrazza,un piccolo giardino o addirittura una finestra l'adornano con splendidi fiori..io adoro le violette,le mimose e i fiori di campo, ma specialmente le gardenie.E' inutile dire che non mi azzarederei mai a coltivarle...povere creature nonostante il mio affetto soffrirebbero molto poichè darei loro molta acqua e le lascerei annegare senza sapere cosa fare.Le piante e i fiori sono come gli uomini..si sa che respirano come noi tranne la notte..infatti hanno necessità d'ossigeno,di luce,di carezze e di musica,inoltre non desiderano stare sole ma parlare naturalmente a modo loro, dimostrandoci che crescono meravigliosamente con chi se ne prende cura.Nella vita con gli altri noi siamo come le piante ed i fiori..desideriamo che coloro i quali vivono accanto a noi, si prendano cura affettuosamente della nostra persona di giorno in giorno per aumentare il nostro affetto e la nostra stima.Ma purtroppo molti sono poco espansivi..pur sentendo un certo sentimento non hanno il "pollice verde" e quindi per la loro distrazione,per la mancanza di gesti affettuosi non voluti,nè considerati necessari in quel momento,perdono il contatto con gli altri non dimostrando una certa validità dei propri sentimenti..ma non è così..vi sono alcune persone timide,introverse,poco abituate ad esprimersi con gesti plateali, ma che sentono dentro di loro molto di più di quelli che possiedono un carattere colmo di moine e di facili espansività.Ma purtroppo nella vita, è necessario essere più disposti a questo tipo di abitudini..certo non troppo inclini alla distribuzione delle smancerie inutili e superflue..ma con quel pizzico di galanteria affettuosa che tanto piace agli altri.Molti credono che questo tipo d'atteggiamento dimostri la mancanza di rigorosità del carattere,la sensibilità esposta al gioco d'egoismo altrui,alla debolezza del proprio modo d'essere e si dimostrano severi,poco inclini a qualsiasi manifestazione amorevole determinando un senso di vuoto e di solitudine..è sbagliato anche essere troppo impulsivi,dimostrare la poca riflessione e la scarsa e precipitosa accondiscenza nelle conseguenze della vita...ma essa ci dimostra continuamente che sono più credibili e accettati coloro che danno un'espansività oltre misura, che coloro che sono più contenuti nei propri sentimenti in quanto ottengono più calorosamente il plauso altrui con le relative conseguenze d'approccio illimitate..e allora come le piante e i fiori che annegano nell'abbondanza d'acqua, così gli animi di coloro abituati ad un'espansività eccessiva annegheranno nelle note della sinfonia senza comprenderne il motivo..

IL CREDO..

Questa parola così importante e significativa non comprende solamente le preghiere e la religione,ma anche e soprattutto la fiducia e la speranza che si nutrono verso coloro che ci amano.Certo non è facile aspettare o dare credibilità a chi non conosciamo abbastanza, oppure a chi ci ha tradito..ma la vita ci porta alla riflessione di noi stessi in cui ci poniamo la domanda..chi siamo noi per esprimere un giudizio?Naturalmente se ci hanno deluso,ci hanno trafitto il cuore,ci hanno preso in giro o hanno giocato con la nostra bontà e la nostra tasca usufruendo dell'amicizia, dell'affetto che si nutriva verso la loro persona,la vita c'insegna a dimenticare,a perdonare e a non credere più..ma allora il perdono dove sta?Nell'affermarlo e non nel dimostrarlo..l'esistenza ci offre sempre una seconda occasione affinchè possiamo comprendere e scusare coloro che ci hanno fatto del male,volutamente o non, ma noi dobbiamo tener presente che in quel momento il termine "perdono" va valutato con il cuore, nè con la mente, nè con l'opportunità del caso.A volte gli individui commettono alcuni errori confidando nella sicurezza che la persona in questione sia affezionata, sia complice per amore delle loro bugie,delle loro invenzioni..non è esatto.. il soggetto sa perfettamente con chi a che fare e fa finta di non capire per amore,per protezione e anche per non perdere chi dimostra comunque una certa confidenza amichevole nei suoi riguardi..ma alla fine succede che costoro dimostrano pienamente la propria incoscienza,il proprio egoismo nel mentire, nell'ingannare defraudando chi ha avuto fiducia in loro e in un momento di dolore si è costretti a scacciarli con giusta ragione.Ma noi stiamo parlando di una persona di cuore..il cui CREDO comprende non solo la validità del significato, ma anche il conseguente perdono se l'altro sbaglia..questa è la vita ..chi la vive col cuore svolgerà le sue attenzioni alla completa estrinsecazione del proprio dolore, perdonando e dimenticando..

sabato 22 gennaio 2011

LA SENSIBILITA'..

Il dolore disse al piacere..io sono più forte poichè domino il mondo..mentre per te l'uomo deve cercarti,credere e amarti..solo così ti troverà..io al contrario esisto sempre perchè sono quello che determina per la maggior parte le situazioni e le scelte dell'uomo..Ma il piacere gli rispose..è vero ciò che tu affermi,ma nel caso mi trovassero,credessero,mi amassero,gli uomini ti distruggerebbero per sempre e così tu non esisteresti più..Gli uomini se avessero maggior fede il mondo sarebbe migliore..infatti colui che cerca trova..

IL SAVOIARDO..

Vi era un bel SAVOIARDO.. risiedeva in una grande scatola insieme ai suoi fratelli.Era bello e gustoso, apparteneva ad una famiglia "speciale".infatti veniva usato solo per donare dolcezza e piacevole gusto a chi lo avrebbe assaggiato.Esso sapeva che la sua vita un giorno acquistato, sarebbe stata di breve durata, ma nel frattempo si pavoneggiava nella scatola aperta,in una vetrina di un grande negozio di dolciumi, di una piccola città di provincia.Il bel SAVOIARDO simile agli altri nel colore e nella forma,era però venuto fuori dalle mani del pasticciere un "tantinello più alto" e più forte degli altri suoi fratelli..pertanto si sentiva più eccitato e più importante.Si ergeva in mezzo alla scatola di colore rosso e blù a disegni verdi e gialli,icon fierezza e con certezza d'essere "diverso" per la bellezza e perchè coloro che si soffermavano ad ammirare la vetrina,esclamavano..guarda com'è bello quel SAVOIARDO..è più alto degli altri..offrirà maggiore voluttà a chi lo assaggerà..peccato se andrà consumato..è talmente bello a guardarsi anche se ti fa sentire l'acquolina in bocca,sarà davvero uno spreco se verrà mangiato.E così il bel SAVOIARDO era quasi certo di restare in quella vetrina a lungo.. quando un pomeriggio entrò nel negozio una bella ragazza e chiese di acquistare la scatola.. proprio quella posta al centro della vetrina e ch'era tanto ammirata. Il cuore del SAVOIARDO cominciò a battere forte..sempre più forte..il dolciere prese la scatola, adagiò il SAVOIARDO più grande al centro,la rinchiuse con il coperchio e la incartò ..era tutto buio lì dentro,non si vedeva più nulla..pensava il SAVOIARDO..ora mi condurrà a casa e mi mangerà..povero me..la mia vita è andata in frantumi..quanti sogni, quante certezze.. tutto è svanito..perchè ha scelto proprio me..la mia scatola..e non un'altra confezione..ve n'erano tante e tutte belle ed eleganti ma ella è stata attratta da me ..io ..proprio io..speriamo le occorra qualcosa di speciale almeno morirò felice di avere avuto una fine gloriosa e così farneticando il SAVOIARDO si accorse che la ragazza era giunta a casa .sentì la carta che si svolgeva,il coperchio della scatola aprirsi e si trovò in una bella e grande cucina azzurra, posto in "bella vista" su di una mensola insieme ad alcuni barattoli di generi varii.Intanto la ragazaza esclamò..per ora ti sistemo quì.in attesa di fare il dolce domani,per la cena che offrirò agli amici e così dicendo sistemò la scatola .Il SAVOIARDO a quelle parole tirò un sospiro di sollievo..avrebbe vissuto ancora un giorno..un giono diverso insieme alla fanciulla e quante cose avrebbe imparato in quella cucina ricca di "odori specialii" di squisitezze prelibate..alfine sarebbe stato consumato in un bel "tiramisù"ma sarebbe morto per dolcezza e non in amarezza e chi lo avesse gustato..avrebbe senz'altro mormorato..peccato sia già terminato, era comunque una grande prelibatezza . Quando un uomo durante la vita si accorge d'essere pervaso da infinita dolcezza per sè stesso e per gli altri,allora la sua "squisitezza" si può dire completa ed assoluta in un "sogno più alto" che lo consumerà piacevolmente adagio, adagio...

ZIO PEPPE..

Vi era un mulo di nome "GIUSEPPE".. ma poichè il nome era molto lungo ed anche per non offendere coloro che in paese si chiamavano così, il padrone lo soprannominò"ZIO BEPPE"e così tutti conoscevano questo mulo..quando al mattino si recava al mercato,con il suo padrone a vendere i prodotti della terra, magari sopportando anche "pesi maggiori" sulla sua soma per amore del padrone."ZIO BEPPE" era un mulo uguale agli altri..ragliava se aveva fame, se era stanco o gli doleva qualche parte del corpo..ormai avanti negli anni emetteva suoni striduli,come fanno tutti i suoi simili,ma nel raglio si sentiva la grande "sensibilità" dell'animale che chiedeva aiuto.Ora accade un fatto portentoso..un mattino quando il padrone andò nella stalla a prendere il suo mulo,costui invece di accoglierlo con il consueto raglio stridulo..emise un suono dolce e intonato e così contiinuò da sembrare che cantasse invece che ragliasse.Il padrone si stropicciò gli occhi e si toccò le orecchie.. sogno o son desto..sono pazzo o tutto ciò che odo è reale?..Com'è possibile che il mio mulo canti invece di ragliare?Che miracolo è mai avvenuto..allora decise di portare "ZIO BEPPE" dal veterinario per acquisire conoscenza della sua salute..ma il veterinario scrollò la testa e affermò che il mulo stava bene.. godeva ottima salute per le sue conoscenze mediche ..ma l'udire il canto del mulo era per lui insolito..non aveva precisa risposta da dare al pastore..era un avvenimento straordinario..non c'era da aggiungere nulla...tranne che il mulo era" magico".Questo fatto venne a conoscenza del sindaco che volle conoscere "ZIO BEPPE"..ma anzi propose di condurlo alla Fiera del Paese che l'indomani si sarebbe tenuta come attrazione e richiamo per tutti gli abitanti dei paesi circostanti..e così avvenne.."ZIO BEPPE" fu ammirato,coccolato da tutti che rimanevano incantati e commossi da quei suoni così melodiosi.Dopo due giorni alla sera,ad un tratto il canto di "ZIO BEPPE" si fermò..e il mulo cominciò a ragliare come di consueto .Quale fu la delusione del padrone e dei suoi cittadini..a nulla valsero le moine, gli zuccherini .."ZIO BEPPE" ritornò ad essere l'animale ordinario di sempre.A sera nella stalla il padrone mentre lo accarezzava così gli parlava..perchè amico mio non odo più il tuo canto melodioso che mi ha dato gioia e una straordinaria emozione.. perchè ti sentivo simile a me?..Quasi comprendessi il mio parlare.. come ad un tratto tu fossi diventato umano e non più animale..perchè ora tutto è finito?..Quando eri "magico" tutti ti ritenevano diverso..ti rispettavano,ti amavano..ora che sei di nuovo un semplice mulo,nessuno si accorgerà più di te...chissà che io sia stato folle insieme a te?..Il mulo lo guardava con occhi semplici.. quasi gli volesse dire..non lo so se sono stato pazzo io o sei folle tu..nel miracolo d'udire il mio canto se non lo comprendi tu che sei il mio padrone.. cosa posso saperne io modesto mulo?..E aveva gli occhi lucidi nell'esprimere questa sua "sensibilità" .Il padrone lo accarezzò e se ne andò a letto .Al mattino quando si recò nella stalla trovò a terra !ZIO BEPPE" accasciato e morto dalla troppa emozione.Ma ciò che aveva affermato il padrone non era esatto..nessuno si era dimenticato del mulo che per due giorni avava allietato con il suo canto melodioso il Paese..anzi tutti decisero di seppellire il mulo nel piccolo cimitero in modo da considerarlo come un piccolo "uomo" e sulla lapide scrissero.."Qui giace il mulo "ZIO BEPPE"che nonostante non avesse verbo allietò con la sua melodia il cuore di tutti i paesani.. e questa storia fu narrata dai nonni ai nipoti e così ai loro discendenti.i.. e il Paese fu noto e ricordato per il "CANTO DI ZIO"BEPPE"..

IL SORRISO..

Il volto è la fotografia dell'anima...così viene detto, eppure talvolta esso non mostra la sincerità che vi è nascosta.Quando un volto è sorridente, chi guarda la bocca si sofferma sulle labbra..se costoro hanno un atteggiamento piacevole, esse si dimostrano accoglienti verso coloro che le ammirano.Il sorriso fa parte determinante di tutto ciò, in quanto accompagna la bellezza del proprio viso e fa comprendere agli altri, che sono accolti con piacere...ma in alcune occasioni, il sorriso può dimostrarsi falso ed ammiccante per favorire l'altrui simpatia, in tal caso il volto assume la fotografia della parola "falsità!...e non dimostra la bellezza che potrebbe derivarne da tale espressione.Chi se ne serve con opportuna sobrietà, appare solamente poco incline alla predisposizione dell'amicizia altrui, chi se ne serve con cattiveria dimostrando un "ghigno" stridente, appare in tutta la sua bruttezza... Non è necessario essere belli, spesso coloro che non lo sono, lo diventano con un sorriso sincero.Esso, è la dimostrazione della simpatia, della conturbante situazione di comunicare la preziosa partecipazione a ciò che viene loro pronunciato, e talvolta, basta un sorriso per dire "ti accetto" con tutte le tue precisazioni, in quanto anche se non condivise. mi dimostrano la tua sincerità e l'affidamento che posso nutrire per te...Infine, coloro che non sorridono per dimostrare la severità di cui si servono per sottomettere gli altri, è la totale "prudenza di cattiveria umana" nella quale, l'uomo si crogiola dicendo a sè stesso..io sono ....io voglio...io sono il padrone di me' stesso, in quanto gli altri non sanno quanto sia più forte di loro.....quanto posso essere superiore alle loro formali, richieste di "soccorso pubblico". Anche il sorriso di un bambino appena nato,ci dimostra che la vita, comunque essa sia vale la pena di essere vissuta e come tale, la accettiamo con un sorriso del domani che verrà...

LE FRASI CHE SI DICONO..

Il titolo afferma la possibilità d'esprimere la cortesia, la piacevole conversazione con chi si sceglie attraverso una fotografia che crediamo sia diversa dalle altre.Talvolta la certezza è configurata nelle chiarezze che dimostriamo siano il nostro carattere ad avere la conversazione facile e promettente con chi comprendiamo apertamente sia il piacere della conoscenza.Come dicevano gli antichi.."verba volant" per esprimere la leggerezza e la poca consistenza delle cose dette con poca convinzione..quante volte si pronuncia la parola" amore" e quante poche volte dietro questa parola vi è sincera profondità di sentimento?La verità si nasconde durante il giudizio approssimativo che ognuno fa dei propri pensieri che esprimono la conversazione d'acquisto per ottenere il plauso di chi vogliamo concupire e fare dei nostri desideri una speciale bacheca di formulate parole di benvenuto..ma ad un tratto la verità nascosta viene allo scoperto per informarci che la scelta operata è falsa e menzognera..In quel momento il nostro cuore comprende tutta l'assurdità della delusione,con l'amarezza di essere stati non compresi nelle sue buone intenzioni.Ma è proprio in quell'occasione che la disponibilità della sincerità espressa solo a parole e senza opere di consapevolezza delle tali,ci dimostrano che chi ha frainteso questa possibilità d'essere, deve fare passi indietro nella sua conoscenza di verità e affermare con semplicità.. sono stato un folle..non ho voluto capire che la vita a volte si dimostra illusoria ma anche veritiera ..poche situazioni sono concretate nella verità, ma quelle poche si devono tenere e non perdere con frasi impropriamente dette ed erroneamente intuite.Tutti abbiamo necessità del dialogo..vuoi verbale, vuoi epistolare,vuoi con disegni che attestino le nostre preferenze,le nostre situazioni del cuore..ma ognuna di queste ti produce dentro una contentezza che ti fa sentire amato e vivificato.La rubrica suddetta necessita e vive per tutti coloro che desiderano esprimere le loro qualità sia politiche, religiose,d'affanno,di piacere, di trovare un amico,nell'esaltante consapevolezza di avere trovato risposte ai propri sogni..pertanto essa va considerata con affetto e con rispetto.La maggior parte crede erroneamente che il dialogo senza impegno, senza prospettiva d'interessi comuni sia la palese espressione di spegnere la responsabilità che si dovrebbe assumere, in quanto gli altri sentono la stupefacente ricognizione dei nostri pensieri e come tali vanno espressi con moderata sensibilità d'animo per non offendere, nè complicare il reciproco affabulamento d'intesa.Qui vi sono persone che soffrono, persone che sono sole,persone che chiedono aiuto, persone che distribuscono la propria vita in offerta di quella degli altri attraverso le preghiere e le frasi d'amore pronunciate per affetto e null'altro..si deve rispettare il loro" credo" e obbligare la propria lingua a tacere di fronte alla rispettabilità di coloro che sono presenti con il proprio dolore..affermare giudizi temerari e negativi significa appropriarsi dei loro cuori escludendo l'amore di chi vuole donare pace,serenità e buona sorte...

LA PAROLA..

E' facile parlare quando si deve pronunciare un fiabesco racconto o una risposta semplice e risolutiva..ma quando l'espressione si accentua nella conversazione del meritato confronto di chi è partecipe nella durata del tempo che occorre per esprimere i propri pensieri, allora la PAROLA diventa difficile da pronunciare, poichè l'ascolto è puntato verso le costanti riflessioni che decidono la semplice congettura ,che presiede la risposta.Solo quando l'interprete della conversazione sincera, ma disposta in maniera tale che il risultato non dimostri la reale confusione che potrebbe derivare dalla stessa, avviene che la spontaneità di questa manifestazione di colloquio resti inutile e poco chiara. La PAROLA in sintesi, è la facile e semplice richiesta specifica di ciò che l'individuo rispecchia nella vita di parlottio con la sporadica affabilità che dimostra, allorchè la storia da lui raccontata dissemimi scoperte di facile sgomento a coloro che lo ascoltano..talvolta essa preclude una soluzione di risoluzione ai più disparati problemi, talvolta pone fine ad una dialettica inopportuna e disdicevole.Ma la PAROLA è pur sempre valida quando affiora nelle risposte, le cui domande sono improprie alla decadenza dei termini di assoluto rispetto per l'esistenza, che dissoda la spenta coloritura della querela di risposte cattive e propense alla maldicenza...talvolta la PAROLA ripetuta alla sincerità e alla problematica dei desideri inespressi, dimostra che la stessa è stata pronunciata per bontà d'intesa superiore ai propri interessi.Il mutismo non è sospiro d'intesa fra due o più persone, ma è la caratteristica di coloro che non vogliono assumere formali interpretazioni di risposta, che potrebbero danneggiare la pianificata lettura dell'esistenza già preordinata e speculativa.In principio vi fu il VERBO che ha il significato in cui la narrativa delle perfette e semplici relazioni intercorrenti fra gli uomini, sia la chiarezza della speranza dell'esistenza umana..coloro che possono comprendere tale concetto sono avanzati nella specifica dialettica della vita, ma coloro che non comprendono tale significato, non hanno compreso il veritiero e speciale valore che la vita può dare...Semplicemente si riassume il tutto,nell'affermare che la PAROLA è essenziale e possibile finalità decisiva per tutti coloro che possono adoperarla..ma vi sono anche coloro che non la possiedono, purtroppo e con i gesti e le similitudini ad essa, riescono a far comprendere il significato delle loro espressioni, da ciò si può dedurre quanta importanza abbia la PAROLA. Nel colloquio umano" il fine parlatore" ottiene con la PAROLA detta all'opportuno caso di richiesta, la positiva risposta che attendeva da tempo, con la prospettiva decantata al momento giusto colui che si aspetta una preziosa finalità che lo condurrà in avanti nella disposizione dei suoi interessi, otterrà la preda ambita e la magnificenza non attesa,ma chi se ne servirà per colpire, offendere, tradire e confabulare per straziare la vita degli altri ,la PAROLA assumerà il significato di "bestemmia"e terminerà l'esistenza in un burrone dei suoi istinti micidiali e repulsivi per la società a cui appartiene.Il bambino, appena nato pronuncia come prima espressione verbale "MAMMA"il cui significato indica l'aiuto che chiede alla persona più affettuosa e particolare, che nella sua esistenza assumerà le sembianze dell'angelo protettore della sua vita.

IL BAMBINO..

Un giorno un bambino chiese ad un grande..perchè tu sei grande ed io no?..Perchè.. rispose questi anch'io sono stato piccolo come te..sono nato, poi divenni fanciullo ed ora sono adulto..così un giorno sarai anche tu..No, rispose il bambino..voglio essere grande adesso, subito,non aspettare a lungo che trascorrino gi anni..voglio fare ciò che desidero, non sottostare alla volontà altrui,essere libero di pensare e agire a modo mio..Non è possibile ..rispose questi..vedi ogni età conserva i suoi segreti e l'individuo crescendo li affronta e li risolve e così si evolve..non si può essere tutto in una volta,anche per te accadrà lo stesso,farai le tue esperienze e otterrai la vita che meriti e non quella che tu credi di poter ottenere oggi..l'uomo se non impara crescendo non si evolve e se non si evolve anche da grande rimane un fanciullo come te ..attendi con pazienza e vedrai che non ti accorgerai come il tempo trascorre in fretta..ah!Potessi io tornare fanciullo come te e non ripetere i miei errori..Ciò detto guardò il fanciullo e solo allora si avvide che questi si era addormentato contento e soddisfatto...

LO SPAVENTAPASSERI..

Vi era uno SPAVENTAPASSERI ..era stato collocato al centro di un campo di grano..era buffo a vedersi con un cappello di paglia su di una faccia di stracci,una vecchia palandrana verde scuro e un pantalone rattoppato sulle ginocchia.I ragazzi del paese lo chiamavano "ZIO NICOLA" perchè somigliava ad un brutto dipinto dello zio del medico condotto esposto nel suo laboratorio.Il povero SPAVENTAPASSERI mal sopportava d'essere esposto continuamente alle intemperie,d'essere beccato dagli uccelli e talvolta preso a sassate da monelli vagabondi.Era stato posto a difesa del campo e lì doveva rimanere.Il sole cocente lo rendeva privo di colore,sbiadendolo sempre di più..la grandine,la pioggia lo mortificavano ancora maggiormente nel vestiario,ma esso inesorabile era sempre li.Ma un mattino si posò sulla sua spalla una rondine che desiderava riposarsi..veniva da lontano e precedendo le sue compagne desiderava trovare un posticino al sole.Le piacque lo SPAVENTAPASSERI anche se era brutto a vedersi da lontano, ma da vicino vinto lo sgomento ispirava tenerezza e poi si accorse ch'era finto...un fantoccio assai buffo, ma decise di posarsi su dli lui per riposarsi un pò.Ma quale fu la sua meraviglia quando il fantoccio le parlò..brava rondinella e così ti riposerai sulla mia spalla sinistra ..è vero sono senz'anima e con un corpo di stracci.. così pensano gli uomini che mi hanno creato,ma al contrario possiedo un tenero cuore che batte in silenzio e mi fa pronunciare parole di benvenuto a chi non fa del male al mio campo.Tu rondinella venuta da lontano hai necessità insieme ai tuoi compagni di trovare un posto per riposare, ma il mio campo non è adatto per farvi il nido.dovrete proseguire verso terre più lontane vicino al mare..ma per ora ti puoi accomodare a beccare il grano, ma non compiere danni irreparabili alla mia piantagione..in genere non permetto questo poichè gli uccelli sono ingrati beccano e distruggono, ma tu mi farai un pò di compagnia essendo la mia vita triste e solitaria.La rondinella a queste parole cominciò a mangiare e finalmente sazia s'addormentò sulla sua spalla felice e soddisfatta Ad un tratto un gruppo di monelli venuti da lontano,fissarono meravigliati quel quadretto..il buffo SPAVENTAPASSERI che fungeva d'appoggio alla rondinella e senza esitare presi da incontenibile violenza, cominciarono a gettare sassi verso la rondinella che presa alla sprovvista poichè dormiva..quell'attimo le fu fatale e fu ferita d un'ala.I monelli credendo d'averla uccisa, se ne andarono.La rondinella era ormai morente ai piedi dello SPAVENTAPASSERI che addolorato, rivolse al cielo queste parole..SIGNORE tu che ami la natura poichè l'hai creata.. ti prego fai un miracolo..salvala non ho fatto nulla di male..questi fanciulli ingrati e violenti hanno voluto toglierle la vita.. il bene più grande che TU hai creato..io sono stato posto qui per difendere il campo.. prendi me che sono di stracci e non lei.. a queste parole si udì un boato nel cielo.. vi fu un guizzo di luce seguito da un tuono e da un lampo proprio come avviene nei temporali..non vi era più lo SPAVENTAPASSERI ma al suo posto un bel giovane e non c'era più la rondinella ferita,ma una giovane fanciulla.Essi si guardarono meravigliati, ma compresero che il SIGNORE aveva ascoltato la preghiera donando loro la vita perchè si amassero e perdonassero coloro che li avevano colpiti.Gli uomini sulla terra,sono talvolta violenti e cattivi.. compiono azioni terribili per distruggere i loro simili,senza comprendere che la vita è stata loro sì donata,ma non appartiene ad essi..

L'AMORE PURO..

L'Amore è la ricerca che ogni uomo fa per seguire i suoi istinti,con poco cuore, ove la passione è priva di concetti precisi fino a quando non s'incontra l'AMORE PURO che per una volta sola nell'esistenza umana ti avvolge in una spirale d'inebrianti sensazioni, in cui ognuno di noi vorrebbe che non terminasse mai..ciò che s' incontrerà e si sentirà dopo, sono solo delle imitazioni anche se ben riuscite.Non è facile dare e non prendere e cercare il momento d'essere completamente avulsi da impegni dell'esistenza, che ti comprimono la speranza. che ti mostrano la negatività della vita..non è da tutti essere sinceri,non calcolatori,aprire il proprio animo dichiarando anche i trascorsi anni nell'infedeltà,nell'incapacità d'amare solo con il cuore..ognuno tace e si serve dei propri significati per raggiungere la chiarezza della specificata ricreazione dei sensi e non quella dei sentimenti.Oggi è difficile nella mostra dei varii campioni d'atterraggio amoroso, trovare l'anima gemella.. è come cercare l'ago in un pagliaio...ma talvolta in casi preziosi l'ago si reperisce..ma è difficile tenerlo infilato per non cucire le proprie ambizioni,le insoddisfazioni, e tutelare i propri interessi..Si parla facilmente d'amore,si ritiene un bene accessibile,un sogno vagheggiato ma poi ritrovato..ma come?Nelle splendide braccia di una donna che ci fa esultare con lo sguardo d'invito, che ci fa esaltare con la dirompente bellezza..ma il cuore,dov'è il cuore?..Si tiene riservato poichè l'esperienza insegna che non si deve e non si vuole soffrire per amore..è già abbastanza tutto quello che si offre..ma alla fine non si è felici..allora perchè non scrivere dei sogni,delle necessità amorose che si avvertono, ma che non si esaudiscono per la mancata responsabilità e disponiblità dimostrata? Ben vengano le poesie,i racconti,le frasi che fanno sentire questa precisione senza però dare effettivamente il proprio cuore in modo da conservarlo in un angolo ben custodito..ed è qui che la sottoscritta afferma..meglio soffrire dopo un AMORE PURO che recitare...

CARPE DIEM..

Questo termine di Oraziana memoria significa in realtà.. cogli l'attimo fuggente.. in pratica ..vivi alla giornata..anche se un noto umorista lo tradusse ironicamente con una .."carpa al giorno"..Già nel Rinascimento Lorenzo il Magnifico in un suo celebre poema aveva espresso il medesimo concetto affermando..che nel doman non v'è certezza..Certo questo modo d'intendere la vita è alquanto limitativo poichè un'esistenza senza lotta e senza ideali, finisce per esaurirsi in una monotona "routine".Il beato Piergiorgio Frassati era solito dire ..vivere e non vivacchiare..intendendo con questo concetto che un uomo degno di questo nome, deve saper prendere posizione di fronte a realtà anche scomode.Purtroppo oggi,la maggior parte delle persone tende a rifugiarsi nel particolare chiudendosi sempre più nell'ambito ristretto dei suoi piccoli interessi quotidiani, perchè ogni uomo intende vivere la propria vita con l'acccelerazione dei momenti che fuggono via come se non dovessero tornare più..ma se egli riflettesse su quanto perde nell'affrontare questo dilemma, senza la capacità d'essere motivato dalle proprie insoddisfazioni con l'appuntamento della probabilità intesa come fuoriuscita dai suoi problemi interiori,comprenderebbe quanto sia esigua la sua disponibilità a vivere senza comprensione alcuna di tutto quello che gli si presenterà come un'elaborata definizione ai suoi problemi quotidiani e attraverso i quali ogni soluzione adottata sarà per lui una chiara ed evidente sensazione, che dovrà fargli comprendere il percorso tracciato.Ma se al contrario, costui riterrà opportuno misurare con le sue possibilità di vita che è necessario vivere al massimo il cosiddetto "attimo fuggente" costui non avrà compreso che ogni istante della sua esistenza, dovrà essere vissuto e definito per maturare le evenienze future e ponderare le azioni successive affinchè quello che ha determinato il passato, sarà una metamorfosi chiara e leggibile per il futuro.Ma l'uomo purtroppo è nato per sognare e tutto ciò che gli accade non comporta nei suoi compiti dell'avvenire, nessun procedimento evolutivo e pertanto nella sua biblioteca dei risultati ottenuti,il "carpe diem" sarà sempre adottato e mai trascurato nella visualizzazione della prospettiva finale...

LA RICCHEZZA..

Vi era un grande sentiero che conduceva ad un palazzo immenso ed importante.. questo sentiero era senza tortuosità..tutto diritto con alberi pieni di foglie..conduceva al maniero di un ricco signore che alimentava la sua proprietà con alacre sforzo dei suoi servitori.Egli sapeva d'essere illustre, erede di una ricca stirpe conosciuta in tutto il circondario..possedeva immense ricchezze per le proprietà acquisite dai suoi avi ma quella in cui risiedeva gli era più cara, poichè abitava in quel luogo fin dalla nascita con la sua famiglia.Un giorno il più piccolo dei figli ormai fanciullo si ammalò gravemente..a nulla valsero le cure del medico,le preghiere della madre..il piccolo soffriva molto e sembrava ormai che le sue ore fossero contate.Il padre era in un angolo alla finestra della stanza e guardava fuori il sentiero che conduceva all'entrata con una antichisssimo cancello, che non si apriva se non quando venivano persone a lui conosciute..mentre guardava la chiarezza della strada così lunga e diritta, pensava alla vita del piccolo che al contrario non era così ben delineata.. che ancora non aveva goduto pienamente di tutta quella bellezza, per cui la proprietà era cara a quell'uomo.I figli maggiori, ne aveva due, si erano sposati ed erano andati a vivere lontano per cui quel fanciullo rappresentava per lui la continuità della vita e adesso questa sembrava si fosse spezzata.Ad un tratto riflettè su quanto possedeva e così implorò DIO..fammi la GRAZIA per mio figlio edi io regalerò ai poveri questa dimora a me così cara, affinchè possano con la somma che ne ricaveranno dalla vendita, vivere una vita migliore.In quel momento una grande LUCE entrò nella stanza e il fanciullo aprì gli occhi..stava meglio e in seguito guarì del tutto..il resto della storia lo conoscete già e così avvenne...la ricchezza talvolta è la carezza dell'anima, quando l'uomo ne avverte il significato.. anche nei momenti di grande sofferenza..

LA DESCRIZIONE..

Una volta la DESCRIZIONE ch'era sempre contenuta in un racconto,chiese alla narrativa ivi compresa..sai dirmi tu che sei al centro dell'attenzione perchè ti senti superiore di fronte all'aspettativa di coloro che leggono il tuo avvicendamento delle situazioni,,mentre io che sono alla pari con te, poichè senza di me il racconto non farebbe sentire la percezione dei sentimenti racchiusi nel cuore di colui che scrive e che sa di donare agli altri..non dovrebbe essere qualificato nella stessa maniera e apprezzato con lo stesso sapore delle note narrate?..Non saprei rispose la narrativa..da sempre quello che conta è la storia di chi la scrive e in seguito di coloro che la leggeranno ad esprimere questa differenza..sono gli altri che danno questa impaginazione d'onore ..non io..ma ti prego perdonami e non lasciarmi sola..io conosco la tua realtà..la tua necessità.. altrimenti cosa rappresenterei io senza di te?..La DESCRIZIONE riflettè su quelle parole..l'altra aveva detto la verità..non si dimostrava superba, ma comprendeva che l'unione era perfetta..ci pensò su un attimo e poi le rispose..hai ragione sono gli altri a decretare il tuo successo..ma è lo scrittore a decretarne il mio..

LA SECONDA POSSIBILITA'

Tutti nella nostra vita abbiamo una SECONDA POSSIBILITA' in cui ci viene dimostrata la carenza di quanto poco abbiamo confortato il nostro cuore e con la quale ci sentiamo vivi per la Misericordia Divina.Coloro che hanno attraversato il tunnel della purificazione e sono tornati a nuova vita, raccontano il meraviglioso viaggio che hanno compiuto nella loro memoria..e che non desideravano tornare indietro poichè non avvertivano alcun dolore,alcuna sofferenza,alcun rimpianto.,ma tanto amore.Dopo il proprio risveglio essi hanno mutato la loro esistenza per compiere il bene e aiutare gli altri.Non tutti hanno avuto questa possibilità in tale maniera..ma nella propria esistenza, ognuno di noi attraverso altre situazioni particolari e speciali, hanno ottenuto un secondo momento di comprensione per il compito che li avrebbe attesi in seguito..un preciso e sostanziale cambiamento attraverso il quale essi venivano richiamati alla propria sincerità d'animo per completare il loro percorso nell'amore di DIO e nell'amore verso il prossimo.Coloro che al contrario, non hanno accettato quest'opportunità e si sono dimostrati passivi nella costruzione della loro vita continuando il cammino con lo stesso comportamento, felicitandosi con sè stessi per lo scampato pericolo ed hanno confermato la propria responsabilità nell'esprimere di non credere,di non sentire la propria chiarezza di quanto avevano vissuto nell'errore delle singolari eventualità di ciò che fino a quel momento avevano commesso nella precarietà dei loro sentimenti..non hanno avvertito che era stata offerta loro una SECONDA POSSIBILITA'.E' difficile tradurre in parole il sentimento d'amore che alberga nel cuore di ognuno di noi,ma con le buone azioni,con le rispettive coniugazioni del verbo "amare"questo concetto si esplica con tutti i sentimenti che si nascondono volutamente nella parte più oscura del nostro cuore.Quelli che non desiderano l'amore degli altri, in quanto si sentono superiori sia per la beneficenza ottenuta per il loro lavoro,per la propria famiglia, per l'avveduta sostanza dei principi vitali che non hanno condotto la loro esistenza verso mali incurabili,credono di dovere a sè stessi e non ad altri questa opportunità e non non hanno compreso che la beneficenza fino allora donata da DIO probabilmente li farà trovare ad un bivio in cui dovranno fare i conti con la propria anima, in quanto hanno dimenticato ch'essa è stata creata per la bontà,per la sincerità dei propri conflitti, trasformati nella speranza del domani che verrà..che nulla loro hanno conquistato da soli anche se essi ritengono sia avvenuto con sacrifici,con studi tenaci in cui si sono manifestate tali qualità..ma solo l'intervento Divino li ha aiutati a completare le loro aspirazioni ..ma se essi conseguono nell'ostinarsi a confutarlo, dimenticando la loro nascita, dovranno esibire un passaporto in cui sono espresse le singole motivazioni che non saranno sicuramente sufficienti per passare nell'ALDILA'..

LA GIOSTRA DEGLI AFFANNI..

Tutta la vita è una "GIOSTRA"..gira.. gira intorno a noi e si ferma allorquando il respiro viene a mancare.. solo allora si crede di vedere la naturale essenza delle cose che ruotano attorno alla richiesta di ogni preclusione alla serenità.Come in una "GIOSTRA" che gira vorticosamente, così appaiono i nostri incubi, le nostre paure, le nostre mortificazioni, i nostri desideri perduti, i nostri affanni,in quanto noi sentiamo con rimpianto la necessità dell'esclusione di un tempo andato.Quante volte durante la nostra esistenza, abbiamo sentito girare la testa come fosse una trottola per gli avvenimenti che dovevamo subire e per essere accettati da coloro che ci respingevano rendendoci privi di ogni sentimento in cui affiorava la pena d'esistere, che ci tolleravano, che ci chiudevano le loro "corrispondenze d'amore" ? Quasi sempre.. poichè il "sempre" è la base della vita..anche se la corda si allenta, il nodo permane..ma guardando i cavalli che ruotano intorno ad un 'asse ci soffermiamo con il pensiero che la vita è proprio così...a volte le cose perdute. le cose dimenticate nel tempo che fu..ritornano ad un tratto per dirci quello che allora aspettavamo con ansia, con la certezza del rifiuto, ma che oggi sono andate via per sempre da noi.. e allora il nostro cuore sente i battiti dell'orologio umano che scandisce i rintocchi con la pietà del passato che attendevamo, con la stessa malinconia di quei momenti che tanto ci hanno fatto soffrire, che ci hanno condotto ad una parsimonia del nostro carattere, che ci hanno inserito nel sentimento una valvola di sicurezza chiusa ad ogni incertezza, ad ogni prospettiva di felicità..non abbiamo più creduto all'eventualità del caso.all'amicizia sincera degli altri, alle occasioni perdute e più ritrovate.. poichè siamo stati attenti alla "GIOSTRA DEGLI AFFANNI"...

LA BANCONOTA..IL DENARO..

Vi era una BANCONOTA da centomila lire..essa era posta in un angolo a parte di un portafogli di pelle scura di una giovane donna..era stata collocata lì, in quello scompartimento per differenziarsi dagli altri soldi di entità minore che vi erano conservati.Essa conosceva il suo valore, ma sapeva anche che il suo" impegno finanziario" non era stabile..prima o poi sarebbe passata in altre mani.Ci stava bene in quel posto, vi era ormai da qualche giorno, non era vercchia, ma neanche troppo giovane.. proveniva da padroni diversi...chi l'aveva trattata con parsimonia,chi con noncuranza insieme a tante altre,talvolta anche nuove e si riconoscevano subito quelle poichè timide ed inesperte, ma tanto superbe della loro bellezza ancora intoccata.. chi le aveva spese subito,chi le aveva conservate per un po' di tempo..ma poi per necessità date via.Ora essa giaceva in quell'angolo tranquilla e solitaria sapeva di rappresentare un piccolo tesoro per la padrona del momento.Quanti avvenimenti e quante persone aveva conosciuto quella BANCONOTA..ricordava di quel signore che aveva vinto al gioco e si era portato a casa un bel "gruzzolo" ma che la sera dopo lo aveva perso di nuovo per la smania che era quasi come una malattia..quando di quella fanciulla che si era alfin comprata il vestito a cui teneva tanto per recarsi con il fidanzato ad una festa..di quella volta insieme ad altre sorelle era servita per un abito da sposa..che gioia era stata quella..ma ricordava anche tristi episodi e spiacevoli padroni senza cuore, aridi,irresponsabili.C'era stato un ragazzo che aveva comprato la "fqmosa droga".quella volta la Banconota assistette alla compravendita con il cuore in tumulto..a nulla era valsa la speranza che il ragazzo si curasse,avendo egli deciso di guarire in precedenza e poi in un attimo di disperazione trovandosi con quei soldi fra le mani aveva ripreso il "vizio".Ricordava di quell'impiegato che insieme alle altre sorelle l'aveva condotta nelle mani di un usuraio per pagare con dolore e sacrificio una rata del suo debito..per fortuna vi era stata poco tempo nelle mani di quell'infame..ci stava male e nutriva un sentimento orribile e disgustoso nei confronti del suo padrone..o come quella volta che era stata trovata per terra caduta casualmente da una borsa,riposta alla rinfusa da una persona che aveva potuto comprare un dono per la moglie malata..o quando era sta in una cassa di un negozio di liquori ..eh!Lì si che si era divertita..aveva trovato amici allegri e buontemponi.Ma ecco che ora stava bene in quel portafogli.. si era acclimatata, le piaceva la su attuale padrona che la conservava con cura, non voleva disfarsene..ogni tanto la prendeva fra le mani,la rigirava fra le dita e poi la riponeva nel portafogli con aria soddisfatta..si sentiva rispettata,amata e considerata,più del valore reale..quasi come quel breve periodo in cui era stata donata ad una zingara in mezzo alla strada da una mano benefica mossa a compassione di lei e dei suoi due figlioletti con il volto supplichevole..quella volta si che si era sentita importante..ma per poco era durata in quelle mani..subito spesa per rifocillare la donna e i suoi due pargoli affamati di tutto.e mentre giaceva in quell'angolo fantasticava sui ricordi del passato e sugli avvenimenti futuri..forse si sentiva vecchia e perciò ricordava il periodo di vita trascorso e giaceva contenta del riposo..chissà..Intanto trascorsero alcuni giorni ma il periodo sembrò alla BANCONOTA abbastanza lungo..quando una mattina si ritrovò fra le mani della ragazza.. ma dove si trovava?Si guardò intorno..riconosceva e ricordava quel luogo ..era una banca..ma cosa faceva la ragazza lì dentro di buon'ora?La fanciulla non pssedeva nulla.. lo aveva sentito e compreso dal suo modo di spendere, quando ad un tratto la sentì dire allo sportello..sono venuta a cambiare questa BANCONOTA mi hanno detto che da ieri è fuori corso,dovete sostituirmela con una nuova.In quel momento la BANCONOTA comprese che la sua vita era terminata..non avrebbe più vissuto nessuna avventura sia in positivo che in negativo,sarebbe finita chissà dove..forse al macero distrutta insieme alle altre sorelle..aveva fatto la gioia di molti,aveva rappresentato il dolore,il pericolo,ì'avidità per altri..ne aveva compiuto "di cammmino ed ora che era cresciuta" diventata esperta nel giudicare i suoi padroni la gettavano via come "carta straccia" ?No..non era possibile,chissà che dal macero non si sarebbe svegliata in un'altra forma per poi essere riutilizzata..in un altro modo..Non sapeva di certo cosa l'attendesse..ma vi era un sottile "filo di speranza" che la fece andare incontro alla morte con animo sereno e rassegnato..

LE FOGLIE..

C'erano un gruppo di foglie.. chiacchieravano al sole stese sui rami e dicevano..come stiamo bene, qui sul ramo..il sole con i suoi raggi ci riscalda e noi diventeremo sempre più verdi e ricche di clorofilla e di benessere.Era primavera e sul ramo spuntavano i primi fiori..fiori di mandorlo,di pesco, di sempreverde..proprio così poichè tale era l'albero ..un "sempreverde".Le foglie erano di casa su quell'albero..d'inverno ingiallivano, ma non cadevano..erano forti e resistenti.. solo le più giovani si lasciavano trasportare via dal vento..ma queste erano tenute in disparte.. esse non volevano comunicare con costoro,le disprezzavano..troppo deboli e poi che convenienza c'era a"stringere amicizia"con chi poi se ne sarebbe andato? E cosa ne potevano sapere quelle di anni e anni trascorsi sull'albero aggrappate con mille difficoltà per combattere le intemperie..solo qualcuna tra le fortunate riusciva a salvarsi,per poi rimanere sul ramo.Accadde che una sera,un uomo venne in quel luogo e prese delle misure..chissà chi fosse..si chiesero le foglie.. e poi perchè misura?..Guardavano con interesse l'uomo ma non sapendosi dare nessuna spiegazione, ben presto distolsero l'attenzione e cominciarono a "ciarlare" fra loro.Dopo alcuni giorni di uomini ne vennero parecchi,avevano tutti lo stesso attrezzo..grosso,rumoroso, terribile..incominciarono a segare diversi alberi che cadevano a terra col cumulo di foglie ormai strappate,ferite,calpestate.Arrivarono all'albero delle foglie sempreverdi.. il cuore delle poverette era ormai pronto a tutto..la linfa circolava vertiginosamnte..ma gli uominilo osservarono con attenzione l'albero e decisero di non abbatterlo.Le foglie tirarono un sospiro di sollievo..per quella volta se l'erano cavata..ma chissà per quanto tempo ancora..e poi un domani forse, sarebbero morte anch'esse..Il giorno dopo al primo spuntar del sole,si vide il bosco per metà tagliato..sarebbe rifiorito con la prossima primavera e chissà che invece per i restanti alberi non sarebbe stata la condanna a morte.Le foglie sospirarono con grande sollievo..avevano forse ancora un anno di vita,guardarono le foglioline sottostanti fresche e verdi nella loro gioventù e decisero di formare una grande famiglia..-poichè nessuno conosce il "reale tempo" della propria vita...

venerdì 21 gennaio 2011

LA CONIGLIA SERAFINA..

Vi era una piccola casetta in un bosco,nella casetta vivevano una coniglia bianca di nome Serafina e la sua figlioletta Celestina.Il padre coniglio era emigrato verso altri lidi già da molti anni e le due bestiole avevano costruito con cura la casetta in mezzo a quella radura,vivendo con gli altri animali.Esse si amavano e vivevano di ciò che trovavano ,ma la tavola era sempre pronta all'ora del desinare anche se il pasto il più delle volte era modesto.Searafina amava la figlia enormemente.. essa era senza padre,senza parente alcuno,la bestiola era cresciuta alimentata dall'affetto materno, talvolta troppo permissivo da farne una piccola despota, tanto, ma tanto viziata.Ormai Celestina era cresciuta aveva imparato che per vivere si deve mangiare per cui aiutava la madre a reperire il cibo.Aveva un carattere fermo e battagliero la piccola coniglia abituata ad ottenere tutto ciò che desiderava e riteneva che il mondo intero le dovesse ogni cosa, per la propria avvenenza,per l'intelligenza che riteneva superiore a quella degli altri.poichè tutto doveva essere per lei,sempre per lei.Gli abitanti del bosco l'amavano anche se la biasimavano per la sua superbia e alterigia,ma in fondo era così allegra e simpatica che le perdonavano ogni capriccio..anche perchè consideravano ch'essa era senza padre.La madre si sarebbe fatta uccidere per donare ogni cosa alla figlia..infatti alle volte si esponeva in quella parte del bosco pericolosa dove entrava l'uomo per cercare cibo.Nel frattempo Serafina era diventata una bella coniglietta,ma il carattere autoritario e prevaricatore era diventato più accentuato,non si era addolcito neppure con i sacrfici materni.Mamma coniglia a volte la sera si sedeva accanto al focolare e pensava ai suoi problemi giornalieri e ai pericoli da affrontare quotidianamente nel bosco..rinvangava il tempo trascorso.. di quando andò sposa felice e sognava per un futuro roseo e colmo di speranze spezzate all'improvviso dal compagno che l'aveva abbandonata senza alcuna ragione..forse per la libertò.forse attratto dalla parte del bosco sconosciuta chissà..e pensava a Celestina immatura per la sua sventatezza e allora grossi lacrimoni scendevano sul suo muso.Una sera Celestina tornò felice e trionfante annunciando alla madre d'aver incontrato Fortunello, un coniglio speciale del quale si era innamorata e voleva sposarloi.Fortunello apparteneva ad una famiglia facoltosa che non gradiva l'unione fra i due conigli..essi possedevano una casetta costruita sui mattoni dalle mani dell'uomo e non dalla paglia e dai rami e poi vi era il discorso ch'essa era senza padre..ma la bestiola tanto fece che essi chiusero un occhio e i due si sposarono.L'unione fu allietata da una piccola coniglia che chiamarono Prezzolina..la piccola viveva con la nonna, Fortunello reperiva il cibo e Celestina non avendo mutato il suo carattere neppure con la nascita della figlia che considerava tale manifestazione come un vincolo alla sua libertà si aggirava spensieratamente tutta la giornata per il bosco.La coniglia anziana era sempre in apprensione per quella figlia sconsiderata..era stanca, non ce la faceva a crescere da sola la piccola che era naturalmente vivace,mentre il padre era sempre alla ricerca del cibo.Una mattina Prezzolina inseguendo una farfalla dai vivaci colori, era entrata in quella parte del bosco pericolosa e sconosciuta..La nonna non sentendo la sua voce intuì il pericolo e corse verso quella parte del bosco che non si doveva superare,..ma vide la piccola sconsiderata e corse..corse ancora più forte e ansimando le fu sopra..anche Fortunello da lontano aveva compreso la minaccia alla vita e corse anch'esso verso quella direzione..ma l'uomo fu più svelto,mirò e ..bum!..Colpì in pieno petto Serafina non accorgendosi che sotto c'era la piccola bestiola.Un ramo cadde e l'uomo si girò incuriosito e allora Fortunello tirò a sè Prezzolina e a gambe levate corse in direzione della casetta..mentre l'uomo si accingeva a raccogliere la vecchia coniglia che giaceva a terra,ormai morta.La sera quando Celestina tornò a casa della madre dopo il suo vagabondare,la trovò senza luce.,spenta nel focolare,senza nessuno attorno alla tavola..allora comprese..la madre le aveva donato l'ultimo suo bene prezioso..il suo cuore d'amore nella vita d'offerta alla cara e adorata nipotina..

IL PASTICCIERE..

C'era un PASTICCIERE che produceva delle buone paste,ma egli era ghiotto di cioccolatini che un suo caro amico collega vendeva a caro prezzo.Allora decise di recarsi al suo negozio e vide in vetrina un grande cioccolatino di fattura pregiata pur avendo la stessa consistenza degli altri ed era posto in bella mostra in vetrina.Ne fu attratto e chiese al suo amico se glielo regalava.Costui gli rispose affermativamente chiedendo in cambio un altro favore..per cui costui ottenne il cioccolatino e se lo portò a casa.e lo adagiò in un piatto per poterlo ammirare ancora e decise di non mangiarlo.L'indomani quale fu la sua sorpresa nel constatare che il piatto era vuoto..quindi si recò nuovamente dal suo amico, gli narrò l'accaduto e naturalmente a pagamento gli chiese un altro cioccolatino.Questa volta se lo tenne in mano con cura e decise di mangiarselo appena arrivato a casa...ma quale fu il suo disappunto nel constatare che avendo stretto troppo il cioccolatino,si era liquefatto.Ma poichè costui era ostinato il giorno dopo, si recò nuovamente dal suo amico e se lo fece incartare in una scatola..questa volta stette molto attento a non sciuparlo..arrivato a casa, lo scartò e lo mise in un piatto come al solito sulla tavola in bella mostra per ammirarlo ancora una volta prima di assaggiarlo...ma ad un tratto squillò la porta e suo malgrado andò ad aprire..era la sua vicina che gli chiedeva qualcosa in prestito e che alla vista del cioccolatino lo guardò con molta voluttà e poichè era in dolce attesa..il dolciere fu preso da tenerezza e glielo regalò..quando costei se ne fu andata egli alzò gli occhi al cielo e così disse..Ah! SIGNORE ho compreso finalmente che il cioccolatino non era per me..ma io te l'offro per coloro che come me hanno l'amaro in bocca..così addolciranno il loro palato

LA GRANDE ILLUSIONE..

UNA VOLTA UN TOPO CHE AVEVA LA TANA IN UN BUCO CREATO DA LUI NELLA STANZA OVE LA PADRONA DI CASA TRASCORREVA IL POMERIGGIO QUANDO ERA IN CASA..IN QUELLA STANZA ELLA LEGGEVA O STIRAVA O GUARDAVA LA TELEVISIONE FINO A QUANDO SUO MARITO RITORNAVA DAL LAVORO.ORA ACCADDE CHE UN POMERIGGIO CHE FUORI PIOVEVA A DIROTTO, LA SIGNORA SI SEDETTE SULLA SUA POLTRONA SENZA FARE NULLA..IL TEMPO LA RATTRISTAVA E SI LASCIAVA ANDARE AI SUOI RICORDI.IL TOPO VOLEVA USCIRE DAL NASCONDIGLIO MA 'L'ALTRA NON RIPOSAVA, NE' ERA ATTENTA ALLE SUE SOLITE FACCENDE, PER CUI SE FOSSE USCITO LA SIGNORA SE NE SAREBBE ACCORTA E AVREBBE GRIDATO DALLA PAURA.ALLORA PENSO' DI USCIRE RASENTANDO IL MURO SENZA FARE IL MINIMO RUMORE..AVEVA FAME E CERCAVA QUALCHE BRICIOLA RIMASTA SUL PAVIMENTO..AD UN TRATTO LA SIGNORA SI GIRO' E LO VIDE..MORMORO' FRA SE' E SE'.. .FORSE STO SOGNANDO POICHE' VEDO UN TOPO CHE SI AGGIRA NELLA STANZA,-MA NON GRIDO'..ANZI SI ALZO' E GLI DIEDE DEL FORMAGGIO.IL TOPO FU FELICE E SAZIATO SE NE TORNO'' NELLA SUA TANA..MA IL RUMORE DEL CAMPANELLO LO SVEGLIO' DAL SONNO PROFONDO IN CUI ERA CADUTO E ALLORA COMPRESE CHE ERA STATO TUTTO UN SOGNO..UNA GRANDE ILLUSIONE.. CHE DOVEVA USCIRE DAL BUCO SE VOLEVA MANGIARE..

IL CAMPEGGIO..

Quanti di noi durante la nostrra vita hanno compiuto questo percorso in cui il divertimento,la natura,le diverse esplorazioni, ma soprattutto il poter respirare aria fresca e lontani dalle amare quotidianità, si sentivano liberi e felici nell'atmosfera di grande cordialità in cui ogni tristezza o conflitto veniva abbandonato.In questo frangente uno scoiattolo che viveva naturalmente nel suo albero,ad ogni festività attendeva gli ospiti della sua terra per mangiare qualche nocciolina in più e per essere ammirato e coccolato..ma poi terminata la festa, costoro se ne andavano e tutto riprendeva nella serenità oziosa del tragitto abituale.Lo scoiattolo aveva molti amici o quantomeno credeva di averne, poichè si dialogava,si cercava la sopravvivenza con il cibo raccolto e trovato con sforzi non indiferrenti e quando fiutavano il pericolo si nascondevano negli alberi che consideravano le proprie case.lMa come avviene nella vita di ognuno molto spesso all'improvviso,furono decisi gli abbattimenti di alcuni alberi in quanto la loro potatura doveva servire a farli crescere più forti..allora alcuni animali pensarono di chiedere ospitalità a coloro che al contrario non temevano alcuna perdita, poichè la loro casa non sarebbe stata abbattuta, in quanto non era stata contrassegnata dalla mano umana.Ma quale fu la propria amarezza nel constatare che coloro che fino a quel momento avevano considerato amici chiudevano loro la porta, si fa per dire in faccia..,e quindi reclamando la singola individualità nel non volere alcuna seccatura, non proferirono nessuna parola, si chiusero in un mutismo che arrecò molto doiore agli altri.Eppure essi erano sicuri dell'aiuto,del soccorso di quelli che nella loro esperienza d'amore fino allora dimostrata, ma che ad un tratto si era rivelata mendace,senza un sincero accorgimento di onorata fedeltà, sembrava un'assurda promessa non accertata per la comunità..che le loro parole,le loro quasi confidenze di fronte al pericolo,di fronte alla necessità di vita veniva loro negata.Allora essi trassero un gran sospiro di dolore e riunendosi in un gruppo solitario e senza tetto, si avviarono soli verso mete diverse, ma sicuramente più socievoli e di gran lunga superiori a quelle fino allora credute tali..che l'amicizia a volte creduta tale non esiste e si nasconde dietro proverbialii promesse che alla fine non si mantengono e si dimostra completa indifferenza di fronte all'egoismo della propria presunzione..

IL SUONO DEL VIOLINO..

Vi era un VIOLINO di grande prestigio..era uno "STRADIVARIUS" e suonava magnificamente.Il proprietario l'aveva avuto in dono da uno zio che morendo glielo aveva lasciato in eredità.Questo nipote lo suonava a malapena..nessuno glielo aveva insegnato ed il VIOLINO soffriva d'essere stato messo in bella mostra senza nessun motivo d'accordo.Pensava a quando la sua musica dava gioia,a quando gli animi si sentivano rapiti dalla leggerezza del tocco della mano dello zio,ma adessso era finito in mani inesperte e aspettava che la sorte decidesse per lui.Non gli piaceva stare in disparte,voleva essere usato,era nato per questo e per tale motivo doveva sentirsi AMATO..eppure la casa dove adesso abitava era ricca di musica.anche classica, ma tranne la bambina che suonava il pianoforte nessuno degli abitanti suonava quel tipo di strumento.Un giorno accadde una notizia improvvisa..arrivò da lontano un fratello del padrone di casa che viaggiava molto e che era noto anche all'estero per la musica che offriva quando suonava il VIOLINO..ma allora disse costui ..per me c'è una possibilità? E sperava d'essere concesso in mani più accurate..ma il proprietario non volle darlo..era di gran valore e poi dava lustro alla sua casa.Una sera il violinista lo prese e suonò..una melodia nota che nelle sue manoi regalava un tocco particolare..sembrava un volo d'uccelli che ritornavano a casa..faceva sognare,distribuiva gioia e serenità..alla fine tutti applaudirono ma lo strumento ritornò come sempre al suo posto.Il fratello sperava di convincere il padrone di casa a offrirgli il VIOLINO,gli propose anche un prezzo abbastanza esorbitante, ma a nulla valsero le sue preghiere..lì rimaneva e non vi erano discussioni in merito..allora l'altro comprese l'egoiismo e la vanità del fratello e non essendoci nulla da fare decise di ripartire l'indomani a malincuore.Durante la notte il proprietario si sentì molto male, tanto male che fu portato in clinica ove gli diagnosticarono un principio di ictus..il fratello comprese che per lui c'era poco da fare..stava seduto su una sedia tutto il giono e guardava il giardino della clinica ove era ricoverato con uno sguardo spento..ormai la sua vita era calcolata dal cielo,non più da lui,ma il fratello prese una decisione..andò in clinica con il VIOLINO e cominciò a suonare..la melodia era stupenda..tanto che gli altri ammmalati e coloro che lavoravano nella clinica si fermarono per ascoltarla..così gli altri che vivevano in quel luogo..ed egli suonò tanto poichè capiva che il suono rapiva i loro cuori e li faceva stare meglio..al termine il proprietario del VIOLINO gli disse che glielo avrebbe regalato, ma ad una condizione.. che lo avesse suonato per tutti, poichè aveva compreso che la condivisione con gli altri era la salvezza di molti.Il fratello che ormai era stanco di viaggiare, acconsentì e così il VIOLINO che era stato la gioia di molti nei teatri,lo fu ancora maggiormente poichè riempiva il cuore di coloro che soffrivano rendendoli con la gioia di vivere e con la pace nel cuore..anche il violinista fu contento di offrire agli altri il suono della melodia d'amore che non tramonta mai..

IL GRANDE CUORE..

VI ERA UN GRANDE CUORE..DIVERSO DAGLI ALTRI PER LA SUA IMPONENZA,INFATTI GLI ALTRI CHE ERANO PIU' PICCOLI, STAVANO LONTANI DA LUI POICHE' LO CONSIDERAVANO PIU' GRANDE E QUINDI MAGGIORI ERANO LE SUE POSSIBILITA' E CAPACITA' AL CONFRONTO DELLE LORO.ORA ACCADDE CHE IL CUORE GRANDE DISSE AI PIU' PICCOLI..PERCHE' STATE LONTANI DA ME?..IO SONO COME VOI, MA QUESTI RISPOSERO..SIAMO UNITI NELLA NOSTRA DIFFERENZA DA TE CHE GUARDIAMO CON AMMIRAZIONE MA ANCHE CON GRANDE STUPORE..NO..RISPOSE L'ALTRO ..VOI AVETE "PAURA"..MA NOI APPARTENIAMO ALLA STESSA SPECIE E DOVREMMO UNIRCI.GLI ALTRI TACQUERO A QUELLE PAROLE,MA NON CERCAVANO LO STESSO LA SUA PRESENZA.ALLORA DISSE IL GRANDE CUORE..E' VERO IO SONO PIU' GRANDE DI VOI,POSSEDIAMO LE STESSE QUALITA',MA A VOI MANCA LA "CHIAREZZA" CHE E' IL SIMBOLO DELLA CAPACITA' DI ESISTERE...

LA FARFALLA..

Vi era una FARFALLA, essa era di varii colori.. ognuno rappresentava una striscia di tinte diverse bellissime nel loro genere.La FARFALLA si destreggeva con eleganza e leggiadria conscia di essere bella e appariscente ..apparteneva ad una razza speciale,pregiata.. infatti i suoi colori pur essendo rari e straordinari erano conformi al suo carattere, intonati alla razza e alla specie.Si chiamava GIULIETTA poichè così l'avevano denominata i genitori alla nascita.GIULIETTA non aveva nè fratelli, nè sorelle..era figlia unica e come tale molto viziata dai suoi genitori.Trascorreva i giorni in ozio,volteggiando sui fiori,succhiando il loro nettare e beandosi in quel luogo caldo e confortevole in cui viveva..l'AMAZZONIA Infatti essa era di stirpe di alto lignaggio,una delle specie più rare di quel luogo.La FARFALLA non si creava problemi per il suo avvenire che considerava pieno di promesse e lieto..aveva molti amici poichè pur essendo vanitosa aveva un buon carattere ed era ciarliera...non si era ancora innamorata.anzi credva che l'amore fosse un vincolo per lei, in quanto avrebbe dovuto legare la sua libertà ad un altro insetto,magari con un carattere dispotico e poco socievole.I genitori erano felici della loro figlia e le donavano tutto il loro amore e la viziavano alquanto.Un giorno che GIULIETTA si era allontanata troppo dalla sua abituale "routine"della comunità,si era trovata in un altro angolo del bosco,meno illuminato ma più ricco di vegetazione e vi era una piccola cascata per cui si specchiò nell'acqua e poi cercò fiori tropicali per succhiarne il nettare..non aveva paura, perchè il suo carattere era indomito e avventuriero.Ad un tratto udì un rumore particolare,quasi un ronzio..era una grande farfalla che cominciò a volteggiare intorno ad essa.GIULIETTA si ritrasse sotto le ali..cosa voleva costui?..Chi era?..Aveva intuito essere un maschio della sua specie ..era terrorizzata, era troppo grande..ma ne era attratta ,,e pensava che forse non si sarebbe dovuta allontanare dalla sua specie,dai suoi genitori, dai suoi amici..ma intanto la grande farfalla così le parlò..mia cara sei piccola e indifesa, tremi e vacilli al mio sguardo, ma io non voglio farti del male..questo tratto del bosco è il mio rritrovo abituale mi cibo di questi fiori e mi tuffo nelle acque della cascata.Appartengo ad una razza di farfalle giganti, ma non per questo assassine o esperte nell'atto dell'attacco altrui...sei bella anche se dal mio punto di vista sei piccola e mi fai quasi impressione nella tua gracile avvenenza ..non aver paura di me..continua a mangiare come farò io..Mentre erano intenti nelle proprie mansioni, si udì un forte battito d'ali..era un uccello nero che si era appoggiato sull'acqua per bere e riposarsi dopo un lungo volo.GIULIETTA si era avvicinata alla grande farfalla poichè temeva ancora di più quel nuovo arrivato ..ma l'estraneo li guardò con "noncuranza" poichè non aveva deciso sul da farsi.Ad un tratto il cuore le balzò in petto..aveva avvertito un senso di pericolo e si nascose in un ramo di un albero.Infatti vide l'uccello nero spiccare il volo e dirigersi verso la grande farfalla ..voleva ghermirla per poi ucciderla e cibarsene..ma la farfalla fu più svelta dell'uccello,volò via e si nascose nel bosco.GIULIETTA tirò un sospiro di sollievo..l'altro intanto fece alcuni giri di perlustrazione ma non trovando nessuno si allontanò....finalmente il pericolo era scomparso..avevano sentito ambedue la morte vicina..La grande farfalla vide che GIULIETTA stava per ritornare tra la sua gente e fermandola con un battito d'ali, così l'apostrofò..posso venire con te?Il mio nome è Giorgino,i miei simili sono lontani,poichè essendomi avventurato in questa parte del bosco, essi se ne sono andati e non posso più raggiungerli,,ora che ho sfiorato la morte ho compreso che vivere solo rappresenta un pericolo anche per me e poi desidero stare insieme agli altri,sentirmi protetto e amato..non fa nulla se appartengo ad un'altra razza più grande.. vorrà dire che il mio compito sarà quello di vigilare e di fare la sentinella allla tua specie.GIULIETTTA non esitò.aveva un cuore buono e gentile e si avviò fra la sua gente, poichè aveva compreso d'aver trovato un amico, un compagno e forse chissà.. anche l'amore..A volte nella vita,anche chi è diverso da noi per "nascita o per costumanza" trova affetto e amicizia nel cuore per gli altri e negli altri..poichè essi sono sentimenti che albergano nell'animo di tutti,ove l'amore vero e puro ,non conosce "barriere umane"..

IL SOLDATO..

Vi era un soldato..era basso di statura,molto basso..egli soffriva molto della sua carenza e si vergognava di fronte agli altri camerait, alti e snelli nella loro uniforme,,SIGNORE.. ripeteva spesso aiutami..ahimè sono piccolo di statura..perchè.. e gli altri sono così diversi?..Ma purtroppo non otteneva nessuna risposta e soffriva molto nel suo cuore.Un giorno arrivò un generale per ispezionere le camerate.. i soldati sugli attenti li squadrava ad uno ad uno,esortandoli con parole affettuose.Dinnanzi al piccolo soldato, si fermò, lo guardò negli occhi e sorrise..ci siamo rispose questi..fra sè e sè..ora mi prenderà in giro come gli altri disprezzando la mia statura.Invece il generale così l'apostrofò..piccolo soldato non crucciarti della tua altezza, poichè se tu sarai combattivo, il tuo dovere e il tuo amore verso la Patria saranno uguali a quelli degli altri e presto potrai dimostrarlo.Ciò detto sbattè i tacchi e se ne andò.Dopo qualche tempo scoppiò una grande guerra e tutti andarono a combattere, anche il piccolo soldato.Egli fu un eroe..sempre in prima linea,spronato dall'amor patrio senza alcun timore,ma con valido coraggio.Fu ferito e inviato in ospedale ove dopo qualche tempo guarì,ma rimase infermo su una sedia a rotelle..la guerra terminò e tutti tornarono a casa .Un giorno il piccolo soldato fu convocato da una lettera del Ministero per essere decorato al Valor Militare..ma quale fu la sua sorpresa nel vedere che a porgergli la medaglia era lo stesso generale.Lo riconobbe e gli disse..vedi figliolo la statura non conta molto,ora che siedi su una sedia a rotelle ti sentirai ancora più piccino..ma essa conta per coloro che ammirano l'estetica e non guardano nel cuore degli uomini ..essi guardano sempre e solo in alto, non si soffermano mai in basso, tanto in loro vi è superbia,vanità e orgoglio.Tu piccolo soldato hai dimostrato di possedere un grande cuore e amore fedele alla Patria.. e così dicendo con un grande sorriso lo decorò.In quell'istante il soldato si sentì un altro..alto,alto,era diventato così grande era la gioia che gli procurava la possibilità d'innalzarsi al di sopra degli altri..non per "statura di altezza" ma per amore d'aver donato la propria vita per una giusta causa...

ILSESTO SENSO..

Coloro che possiedono questa sensibilità sono più perspicaci degli altri in quanto essi avvertono le sensazioni,le riparazioni della possibilità d'essere insieme agli altri per dar loro le motivazioni future di ciò che potrebbe succedere in maniera totale ed entrare completamente nella loro vita con avvenimenti precedenti o successivi.Fin da piccola mi dissero che anche a scuola possedevo una sensibilità straordinaria, che mi faceva percepire ogni avvenimento avvenisse intorno a me con dolore e significativi sospiri di situazioni che a volte non erano poi così gravi..ma il mio cuore soffriva per ogni piccola sensibilità, anche se gli altri affermavano che mi comportavo da sciocca.Quando diventai grande questo senso non mi abbandonò..fui io a farlo poichè cercavo di cambiare la realtà sia visiva che spirituale, di chi entrava a far parte della mia vita sperando d'essermi sbagliata..ma il sesto senso era lì ad attendermi..ed infatti in seguito compresi che faceva parte di me e non potevo fare finta che non ci fosse..oggi quando lo avverto nelle circostanze degli altri preferisco tacere per non dimostrare questa capacità che a volte spaventa, ma che a volte mi viene richiesta per comodità altrui.Le persone che lo possiedono, hanno dentro di sè una sofferenza altrui che li fa essere consapevoli e complici senza dichiarazione verso gli altri, poichè avvertire il passato è più semplice naturalmente che conoscere il futuro..eppure esso è sempre lì a dimostrarmi e a farmi sentire talvolta, quello che non vorrei ascoltare..non è un semplice rallegrarsi della vita degli altri,bensì assumersi una responsabilità della loro esistenza...ma cosa rappresentiamo noi per sentirci causa della loro finalità,come ci permettiamo d'interferire in qualcosa che non ci appartiene e che forse talvolta. arreca danno e non piacere a coloro che prima chiedono e poi si spaventano.?.Il sesto senso apparentemente sembra un dono che pochi possiedono, ma in realtà è una grande responsabilità di dolore poichè la complicità d'essere motivati alla spiegazione degli avvenimenti trascorsi e futuri fa chiaramente cercare la verità che non appartiene a noi...ma a COLUI che è al disopra di tutti..non è facile zittire dinnanzi ad una domanda di cui conosci già la risposta,non discutere quando conosci la supplichevole richiesta d'aiuto,tralasciare l'argomento facendo finta che non ti appartiene quando sai perfettamente che la situazione può peggiorare..e così via.poichè questo senso non dà sempre la gioia e la felicità che si chiede, ma le molteplici varianti che la vita complica nell'esistenza del domani.Tutti al contrario credono che esso sia una specie di chiaroveggenza,di chiromanzia e pertanto esigono risposte alle loro domande che diventano via via maggiormente insistenti..ma essi non sanno che talvolta la vita vuole essere imprevedibile per dimostrare che il futuro è solo nelle sue mani,che appartiene a lei e come tale, fa comprendere d'essere il solo giudice che fa decadere tutto quello che nel proprio cuore e nell'animo di chi ti legge diventa soltanto un'apparenza e non una sostanza

IL LILLA'..

Vi era un piccolo LILLA'.. era di colore tenue, profumato di un essenza particolare,viveva in una serra di campagna che apparteneva ad un nobile signore che amava i fiori teneramente, ma la sua predilezione era proprio per questo piccolo LILLA'.Gli infondeva gioia poichè quando lo guardava provava tenerezza nel curarlo,tanto i suoi colori erano luminosi e pieni di "finezza".Il fiore conosceva le mani del padrone e si sentiva felice quando lui e non altri,lo sottoponevano a cure specialli..come il modo d'interrare altra terra per concimarlo meglio,oppure una piccola ferita nei rami per produrre tanti piccoli LILLA' attraverso gli innesti.Il fiore si sentiva amato,sentiva d'occupare un posto speciale nel cuore del nobile signore in quanto ne avvertiva la sensibilità del suo cuore,ma ne avrebbe voluto conquistare la vita completa ed intera,poichè lo vedeva solo al mattino durante le poche ore della sua visita quotidiana ch'egli prestava alle sue piante..ma purtroppo esso viveva nella serra e nessuno lo "trasportava" in casa in modo d'assistere alla quotidianeità di chi amava..era "fisso,immobile" nel terreno,costretto in un vaso e non poteva quindi spostarsi con la sua volontà,se non con le mani dell'uomo..ma costui se ne prendeva cura, ma poi riteneva che il luogo stabile e "veritiero" fosse la serra.ove esso era protetto e governato con attenzione.L'uomo non comprendeva il linguaggio dei fiori che si esprimevano con amore,crescendo in bellezza ed armonia..ma non parlavano,poichè non essendo dotati di parola era in tal modo che esprimevano la loro gioia e il loro affetto,donando sè stessi se non attraverso l'apparenza della loro bellezza nella luce dei loro colori.L'uomo quindi non conosceva la sofferenza del LILLA' nel vivergli lontano, mentre esso avrebbe voluto partecipare e conoscere ogni movimento e ogni momento della sua giornata.essendo purtroppo costretto a vivere relegato in quel luogo da "recluso" insieme ad altri della sue specie..si,protetto,curato ma con tristezza nel suo cuore,ove non vi erano "interferenze" alla sua crescita,ma solitudine poichè privato dell'amore verso il quale chiedeva solo "permanenza di vita insieme"..Un giorno avvenne un piccolo incidente..la mano estranea di un fanciullo,forse parente del nobile signore,prese un coltellino che si trovava sul ripiano di un tavolo,lì accanto ove vi erano gli attrezzi del giardinaggio e incise con numerosi tagli il piccolo stelo del fiore che pur soffrendo terribilmente,si attaccava con tenacia alla vita..non voleva essere strappato e cadere sul terreno privo di vita..mentre si chiedeva il perchè gli avessere fatto tanto male..era così bello e gentile,cresceva in armonia e donava felicità a chi lo ammirava e gioia nel cuore..ma un fanciullo nella sua "finezza d'età"forse per provare la sua capacità di violenza,lo aveva ferito,quasi tramortito e abbandonato al suo destino...ora aspettava la mano del padrone che lo avrebbe definitivamente staccato dal suo stelo,ma ecco che ad un tratto..si sentì curato e con un filo legato ad un altro fiore simile a lui,per renderlo più forte e più tenace..affinchè vivesse e non morisse.La mano del nobile signore lo aveva aiutato,fatto rivivere,non più solo,ma con un cuore simile al suo..lo aveva suturato nelle sue piccole ferite,legandolo ad un suo simile,affinchè potesse continuare a vivere e non a morire..quando si chiama la Provvidenza.Forse senza la mano nemica,sarebbe stato sì bello,ma tanto solo e non avrebbe conosciuto il vero amore..quello che aiuta nelle difficoltà..talvolta anche mortali,quello che unisce due cuori all'estremo delle loro forze per dare coraggio,nuova direzione di vita futura,nuova speranza di sopravvivenza,ma questa volta "in due" poichè la sofferenza di un altro,spiega talvolta la vita stessa che non si comprende ma si distrugge quando si chiede al SIGNORE di togliercela..ma attraverso la quale EGLI ci rende consapevoli d'essere prediletti nel SUO CUORE..

LO SCOIATTOLO CESARINO..

Uno scoiattolo di nome CESARINO, viveva in un grande parco di una grande città americana.Egli si era costruito un bel nido in un tronco di una grande e possente quercia...viveva felice CESARINO insieme ad altri abitanti del parco che era adibito alla visita degli uomini.Infatti ogni giorno alcuni visitatori portavano noccioline ed altro cibo per svariati animali che ivi risiedevano.Aveva anche la ragazza CESARINO.. si chiamava Mariolina ed era quindi uno scoiattolo felice.Egli viveva solo, ma aveva tanti amici e non si accorgeva d'essere orfano..qualcuno quand'era appena nato gli aveva ucciso i genitori e lui era stato allevato dai custodi del parco.Divenuto un bel ragazzo si era innamorato di Mariolina, una bella scoiattolina che viveva all'altro lato del parco insieme ai genitori in una casetta gialla costruita dagli uomini.Il parco era grande, ricco di piante e alberi,molto ben curato poichè essendo abbastanza noto, ogni giorno aveva molti visitatori.Ora accadde che all'improvviso, era arrivata una gabbia che conteneva un altro scoiattolo..si disse un" terremotato" di un grande circo e gli uomini avevano deciso di portarlo in quel luogo per fare arricchire la specie.CESARINO lo guardò con stupore... egli era di colore rosso fulvo,ma l'altro invece era di un bianco che terminava nel beige..un colore bello,ma poco maschile..pensò lo scoiattolo e decise di non fidarsi considerandolo un animale poco serio.. era meglio tenerlo alla larga.Infatti l'altro scoiattolo che si chiamava Semolino era buffo e molto galante specialmente con le femmine.Notò subito Mariolina,che attirò in un incontro al parco,porgendole delle noccioline..gli piaceva Mariolina,era bella ,buona.educata,di un colore rosso chiaro,sempre in ordine e ben spazzolata.Cominciò a farle una corte serrata.Ogni mattina le portava un mazzolino di papaveri e alcune noccioline che si era conservato durante la giornata, quando i visitatori gliene offrivano e Mariolina era incantata del suo narrare,dei suoi continui viaggi che il circo faceva e delle numerose avventure che Semolino le raccontava.La rabbia di CESARINO era alle stelle..l'aveva detto che costui era un "gaga'" e della pegiore specie, non si era neanche reso conto che Mariolina era fidanzata,anzi quasi volesse sfidarlo,passava ogni giorno davanti al suo albero con in mano i fiori e le noccioline e si avviava alla casetta di Mariolina .Trascorsero i giorni..Mariolina sempre più incantata di Semolino,aveva completamente dimenticato CESARINO che soffriva in silenzio e nulla poteva fare per essere almeno ricevuto da Mariolina, poichè era stato messo alla porta definitivamente e senza alcuna gentilezza.A nulla erano valse le sue profferte amorose,a ricordarle tutto il tempo trqscorso insieme, all'anello donatole il giorno del loro fidanzamento..anello che Mariolina ora si guardava bene dal portare,anzi CESARINO glielo aveva lasciato..poichè quando egli donava qualcosa era "per sempre" mentre adesso giaceva nella sua tana triste e pensieroso..non piangeva ,poichè non era da vero "maschio"piangere, bensì era da uomo forte, reggere allo strazio e intanto si distruggeva per Mariolina e cercava il modo di poterla incontrare per riconquistarla.In tutto questo frangente, il più scanzonato era proprio Semolino che aveva raggiunto il cuore di Mariolina e sperava di farla sua al più presto.Un mattino al parco. arrivò un grande camion che recava numerose gabbie anch'esse che contenevano animali reduci da un circo fallito miseramente.Cominciarono a scaricarle e quale fu la sorpresa di CESARINO nel vedere che in una di esse vi erano tre scoiattoli..una madre e due figlioletti che si guardavano sconsolati intorno..erano stanchi e smarriti senza una dimora..ma CESARINO che aveva un cuore d'oro, li ospitò nel suo albero e loro contenti si avviarono tranquillii.Dopo un pò di tempo quando si furono rifocillatie e ambientati,lo scoiattolo madre disse di chiamarsi Felicita e narrò la sua storia.Tempo addietro nel circo si era innamorata di uno scoiattolo bello ma poco affidabile come marito e padre..era un "gagà"così narrò e dopo averla messa in cinta,l'aveva abbandonata di notte,fuggendo nella campaqgna per inseguire una coniglietta rosa di cui si era invaghito e così ne aveva perso le tracce .Ora si trovava in quel luogo con i due figlioletti, ma finalmente al sicuro e al riparo dalle intemperie.CESARINO fu preso da un fremito..prese la scoiattola con i due figli per la coda e li condusse fuori verso la casa di Mariolina..ma ecco ad un tratto, comparire i due colpevoli..si stavano scambiando piccole tenerezze e si girarono al rumore del loro arrivo.La gioia di Felicita fu immensa..con un grido si gettò addosso a Semolino dicendo..marito,marito mio,ti ho alfin trovato...ecco i tuoi figli e così dicendo lo abbracciava con trasporto.Semolino ebbe un colpo.ma poi fu preso da tenerezza e da spontanea contentezza nel vedere la compagna e i suoi due figl ie li strinse a sè con affetto.Mariolina nel frattempo guardava incredula e con dolore la scena..l'aveva ingannata,tradita nell'amore, non le aveva detto d'avere moglie e figli ..chissà quante bugie le aveva narrato..due grossi lacrimoni le scesero sul muso..ma ad un tratto sentì una zampa che le cingeva la vita,si girò e vide CESARINO.. il suo CESARINO,fidato e sincero che con un caldo abbraccio amoroso, la girò e la condusse verso casa,felice d'aver ritrovato la sua futura sposa..Colui che nella vita si dimostra onesto e sincero..troverà sempre con chi vivere felice, nella vita che si è predisposto..