domenica 27 novembre 2011
La segretaria è la persona di fiducia che ognuno di noi dovrebbe avere per aiutarci nei conflitti della nostra vita..sa stare zitta all'occorrenza,è l'ordine personificato di ogni cosa,infatti ricorda ciò che abbiamo dimenticato,sa dove trovare una pratica che a nostro avviso neppure rammentiamo dove sia stata messa, sa ascoltare,darci un giudizio nei momenti difficili,è la nostra confidente quando necessita,è testimone di tante controversie etc..ma purtroppo ella è consulente di noi stessi,in senso affaristico solo durante il lavoro,poi ci lascia alle nostre abitudini,a tutto ciò che dobbiamo provvedere da soli.A volte non si realizza che anch'ella è una persona come noi,che può sentirsi sola e magari farà il contrario di quanto compie quotidianamente..ha necessità di sfogarsi dei suoi problemi,di mettere in ordine la sua vita,di comunicarci le proprie impressioni,di trovare ciò che non ha e se è sola forse le farebbe piacere fare parte qualche volta della nostra vita familiare etc..ma noi la vediamo come un accessorio della stanza,a volte non ci accorgiamo neppure della sua presenza..premiamo un campanello ed ella come di consueto appare per ricevere gli ordini che le danno la possibilità di sopravvivenza..ma se qualche volta alzassimo lo sguardo e la osservassimo con occhi diversi,forse ci accorgeremmo del suo volto corrucciato, dei suoi pensieri,della probabilità dei suoi momenti di abbandono..ma noi continuiamo a premere un campanello e a pensare solo ai fatti nostri ritenendola come un mobile che si muove ai nostri comandi..
LE TOMBEUR DE FEMMES..
Si chiama così colui che seduce le donne senza sentimento ma con la piacevole bellezza della sua persona coadiuvata dall'eleganza, dal fascino che emana per attrarle..e le donne impazziscono per questo tipo d'uomo credendo sempre d'esserne la prescelta.Al contrario costui si vanta della sua prerogative d'immagine e si comporta con "nonchalance" di fronte all'importanza che può sicuramente ricavarne.Difficilmente esterna le sue emozioni,le proprie sensazioni poichè fa parlare il suo modo d'essere incantatore e non un sentimentale che all'occorrenza si lascia travolgere dai propri sentimenti,in genere è una persona insicura che adopera il suo charme per incantare le vittime e dimostrare d'essere un vincitore .Purtroppo ve ne sono sempre stati molti se ci riferiamo a Casanova,a Don Giovanni etc..ma oggi è raddoppiata la lista poichè le donne sono a volte facile preda ed essi se ne compiacciono vivamente,non considerandole esseri umani bensì conquiste da aggiungere alla propria sconfinata presunzione d'essere piaciuto e amato,in quanto essi non conoscono questa parola..Chi resta intrappolato nelle rete che tendono costoro, in seguito piangerà lacrime amare per aver ceduto con tanta passione e se ne pentirà amaramente dell'esperienza fatta senza che essi lascino alcun piacevole ricordo privato poichè tutto si è svolto come in un copione già scritto in precedenza che ogni volta si ripete sempre alla stessa maniera.Purtroppo esistono coloro che sotto mentite spoglie, hanno questa attività anche se dimostrano falsamente il contrario per catturare chi hanno scelto..alla fine chi soffrirà senza alcuna speranza sono coloro che sono state abbandonate senza alcun plausibile motivo solo per accaparrarsi la nuova preda che ignara si lascia prendere nella famosa rete credendo d'aver trovato un amore esemplare...
LA BANALITA'...
La cosa peggiore in un individuo è la banalità in quanto non riesce a destare l'interesse altrui risultando povero d'idee e alquanto misero di attenzione per le sue poche qualità.La timidezza,la riservatezza,la irrilevante creatività giocano a favore di questa sensibilità non educata alla ricchezza del pensiero umano elargito agli altri con amichevole espansività di sensazioni,di parole e di creazioni varie che fanno sentire un'improvvisa spiritualità d'intenti ove la monotonia viene esclusa per sempre dalla quotidianità dell'individuo per fare posto a una dimostrazione d'interesse continuo per la propria persona.Affidarsi alla clemenza altrui per sentirsi dire ..poverino..è una nullità nella sua banalità... non significa essere compatiti ma essere esiliati dalla vita degli altri che cercano la compagnia relativa alle loro esigenze in cui l'improvvisazione ne fa parte e la cui richiesta è quella della distrazione dai loro problemi.Alcuni preferiscono essere banali per non esporsi alla radiografia delle proprie avversità cercando di nascondere le realtà quotidiane sotto una cupola di silenzi interrotti da menzogne di poca importanza per cui non riescono ad essere veritieri e accattivanti..altri al contrario essendo ciarlieri con futili motivi riescono ad attrarre l'attenzione altrui con semplici racconti che esigono la proprietà di linguaggio spontaneo e complice dei risultati ottenuti durante il percorso quotidiano..altri invece s'interessano solo dei fatti altrui poichè credono che nascondendo i propri, si staccano dalla verità pronunciata e si trincerano in un silenzio provocatorio che non copre la banalità dell'individuo stesso.Ne consegue che sia preferibile avere una linea di condotta semplice e sincera in cui anche se si aprono i propri cuori all'ascolto altrui,oppure si dichiarano le proprie preferenze pur conoscendo quelle avverse di chi ci ascolta, non andrà incontro mai alla banalità della conversazione bensì alla chiarezza di sè stessi e alla diversità della massa..per cui sarà sempre ricercato per non essere giudicato tale...
venerdì 25 novembre 2011
MI DITE DOV'E' FINITO L'AMORE?..
Oggi si parla poco e si fa molto in senso lato della parola amore e non nel reale sentimento che si avverte quando il cuore entra in fibrillazione e la fantasia sogna andando lontano con il desiderio che il tutto sia positivo e che l'altro avverta le medesime sensibilità.In questo tempo avvertire questa sensazione a volte risulta una vergogna come se si fosse commesso qualcosa di non lecito poichè gli altri penserebbero che siamo deboli,che ancora non abbiamo compreso il tempo reale in cui viviamo ove la "Toccata e fuga di Bach" farebbe sorridere chiunque poichè si deve mostrare la maturità dell'individuo e i sentimenti rappresentano la sua debolezza e non la sua forza.Cambiare ogni volta soggetto d'attenzione per poi procedere ad altro, per la gioventù moderna ma anche per coloro che sono "passati" negli anni vuole dimostrare che siamo uomini e donne di carriera avanzata in cui basta una sera qualunque per scegliere un soggetto naturalmente diverso dal primo,a cui seguirà un'altra sera con le stesse intenzioni, in modo da allargare le proprie esperienze facendo scuola di numeri e non di persone..anzi sarà meglio dimenticarle in tal modo l'elenco si allungherà maggiormente e come una volta gli sceriffi aggiungevano una patacca alla vittoria conseguita, così gli individui aggiungono un nuovo trofeo alla propria esperienza di vita vissuta.Al contrario si nascondono soffrendo quelli che ancora provano un sentimento quasi si vergognassero della propria situazione..la scelta è varia per cui non si deve dimostrare d'avere un cuore, bensì occhi che ammirano e scelgono.La morale non esiste più. essi ritengono che non vi sia nulla di male se il proprio comportamento esula completamente dai canoni stabiliti dalla parola Amore per risultare equivoca..apparire,esporsi,attrarre,prendere, provare e lasciare.. questi sono i verbi della gioventù odierna e guai a confondere una sera d'occasione poichè verresti giudicato non intraprendente come gli altri, ma abbonato alle tue idee che sicuramente ti allontaneranno dalla cerchia d'amicizie che ti sei creato.Naturalmente vi sono coloro che si differenziano nel momento del dardo fatale a cui non si può sfuggire e allora sei giudicato addomesticato nei sentimenti di colei o colui che ti hanno fatto sentire quella fitta al cuore di cui tu non potrai farne più a meno..
giovedì 24 novembre 2011
I NOSTRI GENITORI...
Essi rappresentano il grande atto d'amore a cui dobbiamo la nascita e la grande opportunità di vivere.Sono la nostra luce che si accende quando ne abbiamo bisogno e quando si spegne lasciano un vuoto incolmabile.Li amiamo con tutto il nostro cuore e li perdoniamo senza erigerci a giudici per le loro debolezze sia nei propri confronti che nei nostri.Ci hanno guidato durante l'esistenza a concepire un metodo di vita che ci desse la possibilità d'inserirci in una società per darci quell'educazione morale e civile affinchè non vi fossero traumi di alcun genere nel rapporto con gli altri.A volte con grandi sacrifici hanno preparato per noi una strada maestra già percorsa dalle loro esperienze per farci comprendere che la propria necessità è la necessità di tutti..la famiglia,lo studio,il lavoro,le amicizie sincere.Hanno approvato le nostre scelte e se qualche volta abbiamo commesso degli errori ci hanno spiegato l'impossibilità della realizzazione per non farci soffrire e per non darci una ulteriore delusione.Li abbiamo trovati sempre accanto durante una malattia e hanno risolto i nostri problemi e nostri sbagli spiegandoci il motivo per cui non avremmo più dovuto commetterli.Anche se le nostre scelte non erano conciliabili con le loro idee, hanno chinato il capo e se ne sono fatti una ragione di vita per noi...per farci comprendere che la vita appartiene ad ognuno e quindi l'esperienza che ne è seguita ci ha dato l'esatta risposta a quanto premesso.Quando uno dei due è venuto a mancare il vuoto che ha lasciato è stato incolmabile.. ma noi a nostra volta siamo genitori e abbiamo il dovere di seguire il loro esempio poichè le loro manifestazioni d'affetto nell'educarci e nel presentarci nell'esistenza umana non vadano perdute..
LA TROTTOLA..
.C'era una volta una trottola variopinta che apparteneva ad un fanciullo di quattro anni..essa roteava quando il suo padroncino ne aveva voglia e nei suoi giri mostrava i meravigliosi colori che l'adornavano.Era di poche parole la trottola..infatti riteneva d'essere importante e preziosa di fronte agli altri giocattoli che vi erano in quella stanza poichè faceva sognare e stupire chi la faceva girare e rallegrava lo spirito anche di coloro che si sentivano malinconici.E' vero che accadeva poche volte..ma quando era la prescelta faceva faville..Il fanciullo aveva molti giocattoli e si dilettava con uno in particolare..un piccolo trenino che con i suoi vagoni percorreva la strada sui binari incontrando stazioni e piccole diversità del gioco.Ogni fanciullo avrebbe gradito quel dono poichè esso stupiva ogni volta del percorso del treno che inoltre fischiava quando incontrava casupole varie.La trottola nel frattempo giaceva in un angolo e guardava aspettando il suo turno qualora il fanciullo l'avesse scelta.Si sentiva defraudata della sua importanza,abbandonata per quel giocattolo che destava l'ammirazione e la gioia del ragazzo..ma sapeva attendere anche se a malincuore il suo momento e quando questo accadeva ritornava ad essere importante come essa gradiva.Ora accadde che un altro fanciullo venne al mondo in quella casa e quando ebbe l'età giusta gli furono dati i giocattoli del fratello, ma essedo ancora piccolo non conosceva ancora il treno che a sua volta era stato messo da parte e giaceva in un ripostiglio abbandonato in attesa d'essere recuperato e quindi conosceva a sua volta la sofferenza dell'aspettativa, per cui il fanciullo gradiva moltissimo la trottola che ritornò al suo fulgore e ad essere al centro dell'attenzione del nuovo fanciullo quando i grandi la facevano roteare e lo facevano spesso, poichè il bambino emetteva gridolini di gioia che tanto piacevano ai genitori..ecco essa era felice pur sapendo che crescendo il fanciullo avrebbe scoperto il trenino e forse l'avrebbe abbandonata nuovamente..ma per ora gradiva quel giocattolo e lo faceva sentire amato.. tanto amato..Se nella vita gli uomini aspettassero il momento adatto per ogni azione,per ogni desiderio,per ogni casualità non succerebbero strazianti e mortali disgrazie..si eviterebbero pericolosità,prepotenze e altri elementi di precaria esistenza in cui la trottola non girerebbe più secondo la direzione che hanno manovrato gli altri,ma al contrario per dimostrare l'abbandono dell'onestà e della sincerità non espressa senza la chiarezza dell'evento e si avrebbe una colorazione diversa con l'orrore della vita sprecata senza solidità dell'avvenire che apparirebbe privo d'amore..
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L'ESPRESSIONE VERBALE..
Si dice che oggi i tempi siano mutati se li mettiamo a confronto con quelli del passato,allora senz'altro è vero poichè il turpiloquio non esisteva,nè si esprimevano le proprie controversie con tanta volgarità.Anche i giovani quando parlano usano un vocabolario diverso,che comprendono solo loro in cui le parole assumono un vario significato se non usano epitteti irripetibili.Ritengo che siamo andati di male in peggio..il rispetto e la modulazione di frequenza con le espressioni usate un tempo disdicevoli e irriguardose, forse le usava solo un carrettiere...realmente non ho mai sentito neppure tale individuo esprimersi in tal modo, ma così si paragonava il parlare volgare e l'espressione verbale non costruita su basi di dialogo conveniente e riguardevole.Oggi la cattiva parola non conosciuta,l'espressione verbale concepita su basi di un'epoca trascorsa fa sorridere i figli,i nipoti che ci ascoltano con una smorfia che vorrebbe essere un sorrisetto in quanto ci considerano anziani senza un briciolo di apparente gioventù ove tutto è permesso,è lecito per soddisfare la propria ira,la propia veemenza,la singolare declinazione di un verbo che si adatta in modo esplicito alla disinvoltura che appartiene un pò a tutti coloro che hanno un carattere e una disponibilità alla speculazione delle proprie parole per cui la gentilezza,la diversità del dialogo gradevole anche quando si vuole ferire una persona è "obsoleto" se non dimenticato.Un tempo quando si voleva esprimere il proprio disappunto e la concretezza dei nostri pensieri di fronte a coloro che esercitavano una completa libertà di parola nei nostri confronti, si faceva finta di non udire, di non aver compreso, poichè l'indifferenza era considerata il maggior disprezzo..oggi al contrario si deve esprimere tutto il nostro rancore,la nostra rabbia poichè si crede in tal modo, di dare efferatezza alla frase che colpirà l'avversario e non si comprende che la volgarità e il grugnire le parolacce decretano la personalità dell'individuo che diventa sempre più volgare e abbrutito dalla propria lingua..
LA SPERANZA RIABILITATA..
Non tutti hanno la facoltà di sperare, nè di aspettare anche dopo molto tempo che ciò che sta loro a cuore avvenga.. per cui abbandonano ogni richiesta fatta a sè stessi per demolire la ricchezza del pensiero formulato e per non avvertire la sconfitta rinunciando al proposito prestabilito.C'era una volta un grande sipario, apparteneva ad un teatro famoso e si chiudeva e si apriva come sempre al comando dell'uomo.Il sipario era certo che quanto si rappresentava otteneva sempre successo e chiedeva solamente a sè stesso la speranza d'essere aperto più spesso...infatti se ne stava chiuso fino alla nuova rappresentazione in quanto gli attori provavano in un'altra sala.Se ne stava solitario nel buio di quell'enorme salone solo senza essere ricordato.. a volte qualche luce si accendeva era il guardiano che controllava che tutto fosse in ordine e poi spegneva le luci e così regnava un profondo silenzio e oscurità.Ecco perchè il sipario nutriva e chiedeva al cielo di essere meno solo e più spesso illuminato..ma ormai aveva perso ogni speranza..il tempo trascorreva e tutto procedeva come al solito tanto che il sipario si era abbattuto nella propria delusione.Un giorno accadde che un'altra compagnia il cui teatro era stato dichiarato nel suo stato pericolante e di di conseguenza si facevano i lavori addetti, chiedesse ospitalità al teatro di cui sopra e avendola ottenuta naturalmente, si attuasse il desiderio del sipario ormai deluso per cui le prove vennero fatte alla sua presenza poichè non esisteva un'altra sala.La gioia che provò fu immensa..partecipava con gli attori alle varie parti,la luce inondava la sala e non si sentiva più solo e dimenticato.I lavori dell'altro teatro proseguivano a rilento e alla fine sentì dire..bisognerà cambiare questo sipario ..è diventato vecchio e sciupato, ma quando avremo i soldi..Il sipario ebbe un attimo di paura, ma poi ebbe un sospiro di sollievo..i soldi non c'erano mai.. prima le priorità come la paga degli attori ed in seguito i cambiamenti..nel frattempo si godeva la speranza abbandonata e in seguito riabilitata della loro presenza.Se gli uomini nella vita avessero la pazienza e la costumanza di credere in ciò che chiedono, aspettando i tempi perchè si avverino nella esatta precisione stabilita..non perderebbero la gioia e il credo che ogni cosa a suo tempo sarà esaudita..
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mercoledì 23 novembre 2011
IL FILO DI ARIANNA..
Ognuno di noi conosce il mito di Arianna che diede a Teseo il filo per uscire dal labirinto in cui si trovava e così l'uomo si salvò..nello stesso modo noi vorremmo che durante la nostra esistenza qualcuno ci desse la possibilità di giudizio esatto e senza prospettiva di progetti falsi e menzogneri per darci le risposte per trovare una via d'uscita nelle complicanze della vita.Purtroppo l'uscita dobbiamo trovarla noi,senza il famoso filo e spesso senza fidarci dei consigli degli altri..sarà la nostra intelligenza,il proprio acume e la stessa esperienza a mostrarci la strada da percorrere anche se risulterà faticosa e spesso tormentata da mille dubbi.Questa prova che nella nostra vita appare sovente, aiuta l'uomo ad essere più forte,a superare sè stesso poichè troverà la maniera di escludere tutti gli ostacoli che si presenteranno ogni volta che dovrà prendere una decisione,ogni volta che si troverà di fronte a delle situazioni difficili che potrebbero mutare la propria esistenza e quella di coloro che gli sono accanto.Ciò non significa in modo totale che non debba fidarsi degli altri,che magari vorrebbero essere messi al corrente della situazione per poi esprimere il proprio giudizio e così dimostrare che in effetti una soluzione esiste..ma l'uomo deve essere prima consapevole di sè stesso,d'aver trovato una risposta a quanto si domanda,a superare i varii ostacoli che si presentano ogni volta che decide di percorrere una strada tortuosa e difficoltosa ma che lo porterà alla completa riuscita della propria individualità.. ed in seguito potrà ascoltare i pareri degli altri.In tal modo si emanciperà dalla propria abitudine di non pensare con la sua testa per poter ravvisare in sè stesso quanto vi sia di conoscenza verso tutto ciò che egli possa in seguito disporre, non contravvenendo alla propria personalità e alla propria crescita di maturazione che lo indirizzi verso mete sempre più alte.In caso contrario non sarà consapevole del proprio valore e della propria capacità e si servirà del parere altrui come Arianna diede a Teseo il famoso filo per dargli la possibilità di salvezza..
POIROT..
Ognuno di noi durante la propria esistenza si è identificato con il leggendario investigatore di A.Christie H.Poirot, per indagare sia per curiosità, sia per sapere la verità su chi ci sta a cuore in modo da ravvisare sia i movimenti della persona che il suo segreto in maniera tale da risolvere i problemi che ci tormentano.Se sapere è una questione positiva..a volte il "non sapere" ci aiuta a vivere meglio..ma l'uomo non riflette con ponderatezza prima di commettere sbagli che in modo affermativo gli dimostrerebbero la realtà dei fatti,ma che lo farebbero ulteriormente soffrire magari per avvenimenti di poca importanza.Talvolta una semplice scappatella potrebbe diventare una enorme discussione e addirittura rompere un vincolo matrimoniale..ma se non avessimo saputo nulla, allora si poteva dimenticare l'incidente facendo finta che non fosse accaduto l'irreparabile.Noi non diamo il dovuto tempo a chi ci nasconde la verità poichè è insita in noi la complicanza di ogni cosa..vogliamo essere al corrente di quanto acccade,di ciò che sentiamo avviene silenziosamente alle nostre spalle e quando ci mettono al corrente di tutto allora escludiamo il "bon ton" per dare il benservito a coloro la cui menzogna forse era passegggera per cui non ci è stata rivelata per non darci un ulteriore dispiacere.Ma l'essere umano generalmente è predisposto nel voler conoscere i segreti,la vita degli altri e se si tratta di persone care non si pone un limite, ma va al di là di ogni distinzione di sè stesso.Come ho già detto non sempre è necessario servirsi di metodi severi e discutibili..fare seguire una persona..entrare nel suo mondo che riteniamo sia anche il nostro..essere a conoscenza di ogni minimo particolare che magari verrà alterato da altri occhi che la pensano in maniera diversa dalla nostra..tutto ciò ci lascerà l'amaro in bocca quando saremo consapevoli della sua reale esistenza..sarebbe meglio tacere e aspettare che il tutto passi,in modo tale che sarà proprio la persona in causa a metterci al corrente della situazione che si è venuta a creare.E' difficile far finta di nulla,dimostrare che non siamo cambiati,recitare una parte che non si addice alla nostra maniera di essere,ma se desideriamo essere rispettati e scivolare sull'accaduto, in seguito saremo ricompensati quando il peccatore tornerà all'ovile mortificato e deluso di quanto è avvenuto suo malgrado..ed è in quel momento che la nostra esperienza,la nostra preparazione dopo il dolore sofferto, dimostrerà l'innocenza del caso senza recriminazioni e senza acredine, poichè nella vita tutti possiamo sbagliare..l'importante è riconoscerlo per salvare il salvabile..
lunedì 21 novembre 2011
giovedì 17 novembre 2011
mercoledì 16 novembre 2011
NOBLESSE OBLIGE..
Il titolo indica coloro che appartengono alla nobiltà i quali devono osservare un comportamento superiore alla media di onestà,di costume e di esempio agli altri.Oggi fa ridere questa frase poichè talvolta sono proprio i nobili a dare il cattivo esempio, trastullandosi in amenità di facili costumi,cercando di evidenziarsi attraverso forme ridicole che rasentano il cattivo gusto e comportandosi in maniera disonesta se non delinquenziale.Ma per fortuna vi sono ancora gli anziani che ritengono d'essere superiori agli altri comuni mortali e si comportano con severità per quanto è stato educato loro per poi magari finire di sposare un'attricetta del momento per sentirsi più giovani e cercando inutilmente d'educarla ai loro costumi e al loro modo di vivere.Un tempo non accadeva così, anche se qualcuno trasgrediva le regole d'etichetta,gli altri erano conformi al casato e alle regole educative ricevute.La nobiltà va scomparendo e i "parvenu" vanno aumentando.Se volgiamo il nostro sguardo ai tempi andati ricorderemo come questi individui vivevano nella propria cerchia e quanto era difficile entrarvi, perfino nei circoli non era ammesssa l'altrui presenza.Ma i tempi sono cambiati..oggi all'Opera si va con abiti "casual" mentre un tempo era di rigore l'abito da sera,lo "smoking" resta spesso nel'armadio per esibire il "jeans" in qualsiasi occasione.Ricordo che quand'ero bambina i grandi esigevano la riverenza quando venivo presentata ai loro amici e poi venivo mandata fuori dalla stanza poichè non dovevo ascoltare i loro discorsi anche se questi risultavano ameni e così via..ecco perchè alcune classi avevano la possibilità d'essere considerati per la loro nascita e altre no.Alcune volte si ammiravano questi individui considerati irraggiungibili che vivevano in ville sfarzose con servitù di ogni genere,che si apprestava alle loro condizioni di vita,senza distinzione di casata,servendo e ubbidendo ad ogni minimo comando,facendo il loro meglio per accontentare gli ordini del padrone che se anche errati non venivano mai discussi...e non proferendo che una parola quando venivano interrogati..signorsì.Oggi perfino i figli alzano il tono di voce se non dai loro quello che chiedono.La servitù si è cercata un lavoro migliore che li faccia entrare in quel paradiso dorato e talvolta chi eccelle si siede accanto alla nobiltà mostrando di non avere nessun timore di fronte a tanta importanza..loro possiedono il denaro e con quello possono ottenere tutto, mentre la vera nobiltà che viveva sui proventi degli antenati è stata costretta a vendere le proprietà per poter affrontare la vita..eh!Che tempi,che gloria ormai dimenticata e diventata "obsoleta"..
GUARDARSI ALLO SPECCHIO..
Ognuno di noi si guarda allo specchio..per ammmirarsi, per raccogliere minuziosamente i particolari in disordine, per essere sicuri che nulla manca alla propria persona..ma ci osserviamo mai per scrutare la nostra immagine nella verità e nella conseguente finalità di opportune modifiche?Certo..ma noi vediamo in genere quello che desideriamo vedere e non sempre quello che realmente risulta dal nostro viso.Non è comodo raffigurare in noi la stupefacente chiarezza dei nostri errori in quanto l'immagine riflessa produce per noi solamente ciò che desideriamo cogliere e non quanto vorremmo cogliere nella realtà dei fatti.Lo specchio riflette con serietà d'intenti quanto è scritto sul volto che gli appare e non quanto noi vogliamo che fosse..si eviterebhbero realtà scomode,poco edificanti per coloro che ci circondano se leggessimo attentamente quanto lo specchio ci mostra e ci vuole narrare.Ma all'uomo non conviene questo tipo di discorso..conviene visionare la bellezza,la certezza di quanto egli ritiene d'essere,e soprattutto la capacità d'essere e infine conclude con sè stesso dopo essersi rimirato, che quanto ha visto gli piace e lo soddisfa in ogni particolare.Vi sono invece coloro che non si guardano mai poichè hanno l'esatta conoscenza di quanto vedrebbero e preferiscono il silenzio in merito alla propria causa sia per la fisionomia, sia per il percorso difficile che li attende..è sbagliato.. poichè si deve accettare la visione che ci comunica l'immagine riflessa e migliorare l'aspetto in qualsiasi concetto esso venga rilevato in modo tale che le successive configurazioni siano migliori delle precedenti..ma ci vuole coraggio e gli uomini raramente concedono alla propria esistenza questa qualità..
lunedì 14 novembre 2011
CHI CONSENTE IL MALE..CONVIENE CHE SI FACCIA..
Questa frase è più indicata nell'area politica ove gli uomini si attraggono per convenienza di affari e di voti in modo da conquistare un posto che li renderà immuni da qualsiasi intralcio li attraversi nel loro cammino prestabilito.Essi non si curano del prossimo ma solo di sè stessi e accettano qualsiasi compromesso senza curarsi di compiere atti malvagi nei confronti della società.Questa frase però indica anche coloro che usano qualsiasi mezzo affinchè il propro egoismo scavalchi qualsiasi regola per commettere azioni riprovevoli che condurranno al male chi hanno preso di mira e a nulla varrà una coscienza poichè costoro non avendola,non si accorgono di annullare il bene.. ma di fronte alla propria volontà ogni torto diventa ragione per cui il male che si compie diventa una comodità d'azione per raggiungere le proprie finalità.Essi comprendono perfettamente che abusando delle leggi,del lavoro altrui,dell'animo altrui recano danno ma le proprie priorità di successo sono talmente innate o concepite secondo i propri disegni, che non distinguono che la propria avanzata e la propria individualità a discapito di chi non può difendersi.La comodità d'essere a capo di alcuni membri del loro circolo o di erigere la propria persona al comando di coloro che purtroppo devono sottostare agli ordini d'azione,permette a costoro di eludere qualsiasi intromissione che raffreddi il proprio egoismo e come tale decretano la singolare capacità d'azione secondo i propri interessi.Essi sanno perfettamente delle conseguenze subite dagli altri,ma si scusano con l'affermare che la vita è fatta così e quindi se essi consentono le azioni malvage a loro non solo conviene per sè stessi, ma lo fanno anche per il bene degli altri.. non curanti delle conseguenze che le loro azioni producono sul prossimo..ne consegue che pur consentendo il male in cui la convenienza è sotto gli occhi di tutti, costoro però non hanno fatto i conti con la vita che a loro dire non è contraria al loro modo di essere.. anzi li aiuta nelle difficoltà ..ma verrà il tempo che essa dimostrerà quanto essi sbagliano a decretare tale faziosità per le proprie azioni che risulteranno alla fine fasulle e deprecabili..
LA DISPERSIONE DEL COMANDO..
Ognuno di noi nella vita per" quieto vivere" rassegna le dimissioni di replica di fronte a coloro che a tutti costi vogliono decidere col comando la nostra vita,fino a quando riusciremo a sottometterci con la volontà per creare un equilibrio che stabilisca l'esatto peso del proprio benessere.C're una volta un colonnello che dirigeva i suoi soldati verso la vittoria anche se malgrado le proprie risultanze di vita erano alquanto discutibili poichè non avendo comprensione per i suoi soldati spesso rasentava la finalità d'essere alquanto scevro di commiserazione e di amore con coloro che gli ubbidivano con il rispetto che si nutre verso un superiore ma con il cuore colmo d'amarezza..Ma un giorno, forse l'ultimo poichè dopo sarebbe andato in pensione il colonnello decise di avviarsi con la sua truppa verso la barriera nemica che suscitava la reazione del mondo per la propria occupazione di afferrare la possibilità di accaparrarsi il baluardo non concesso..e in tal modo di essere a capo anche di quel pezzo di terra che non gli competeva.Il colonnello sapeva come gli altri che in quella terra sorgeva il petrolio per cui non voleva rinunciarci in modo tale che una sua eventuale vittoria avrebbe concluso un cammino di trionfi.I soldati ormai abituati al rigore,alla severità del capo si muovevano secondo i suoi ordini senza chiedersi più il motivo di tanta supremazia e a volte crudeltà nei loro confronti.Ed ecco la battaglia..tutti combattevano contro quello che consideravano un nemico..ma il colonnello ad un tratto si trovò davanti al capo nemico suo malgrado e supponendo come al solito che di fronte alla propria questua di sentimenti e di chiarezze dovute all'uomo che aveva di fronte in quanto ambedue volevano accaparrarsi la vittoria, usarono la propria crudeltà e la sconfinata capacità per difendere la propria vita.ma la mano del nemico fu più svelta nel colpire il soldato di gradi avanzato e l'altro cadde a terra quasi morto.Un soladato che aveva visto la scena trovandosi a pochi passi senza ricordare il passato subito accorse in difesa del colonnello e riuscì a trascinarlo fuori dalla mischia e a d assicuralo nelle mani di una vettura per l'nfermeria che vi era lì accanto,In seguito la battaglia fu vinta senza il capo che giaceva in un letto d'ospedale..forse avrebbe avuto la medaglia così sperava poichè la vittoria era decretata, ma fece chiamare quel soldato per ringraziarlo d'averlo sottratto alla mano nemica.Di fronte al suo capo il soldato chinò come sempre la testa..la medagli l'aveva avuta lui per il savataggio del colonnello,ma poichè sapeva che aveva ormai i giorni contati non glielo disse anche se rammentava tutto il trascorso.. ma volle dare al capo e non all'uomo la possibilità di morire in pace e non con il cuore tormentato non per come aveva vissuto, ma per non aver chiuso la sua carriera con l'ultima vottoria.Nella vita il perdono aiuta gli animi frustrati,non nel ricordo di quanto hanno sofferto altrimenti l'odio e il rancore represso li renderà ancora piò amareggiati di quanto essi credano..e non li aiuterà ad ottenere un'esistenza serena e tranquilla, in pace con sè stessi..
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CHI SUBISCE VIOLENZA DEVE PARLARE..
Molto spesso nella vita coloro che subiscono violenza preferiscono tacere per non essere riconosciuti come tali,per pudore o quantomeno poichè non hanno fiducia nella giustizia..è male in quanto si copre un delitto perpetrato ai danni di un individuo e si permette al delinquente di compierlo ancora.Questo scrivere in genere riguarda la donne, ma a volte anche gli uomini percorrono lo stesso calvario in cui la delinquenza non ha limite e facendo così si permette la libertà a coloro che al contrario dovrebbero essere dietro le sbarre.La giustizia è vero ha il suo corso..corso che verrà verificato,eseguito con volontà di escludere dalla società coloro che non ne sono degni sia per malattia di fare del male,sia per scelta di commettere atti di cui sono capaci solamente nell'aggressione, poichè nella vita normale essi non riescono a placare la propria indole e si nascondono dietro la ferocia di colpire la preda senza pietà, senza essere visti in quanto essi sono vili e non possiedono le medesime capacità che ogni essere umano conserva nel proprio cuore.Ne consegue che coloro che vengono aggrediti hanno il dovere di esprimere il proprio dolore e la significativa sofferenza per evitare che costoro possano colpire ancora permettendogli così azioni in cui la aconfitta della preda diventa una difesa e non una codardia per aver salva la vita.Il ricatto e la presunzione di uscirne indenni basandosi sulla paura e sulla sicurezza di non essere scoperti, rendono gli aggressori ancora più violenti e meno guardinghi nelle loro prove di crudeltà verso il prossimo...ecco perchè chi subisce violenza deve trovare la forza di parlare,di mostrare chi ha preso il loro corpo con la violenza e le minacce per difendere gli altri che saranno certamente colpiti dalla mano crudele che in seguito potrà diventare omicida...
NIENTE E' MAI CHIUSO.. SE NON E' CHIUSO IN MODO CORRETTO..
La vita si dimostra sempre ostile nelle questioni da risolvere,raramente dà una mano cortese affinchè il tutto si plachi in maniera serena..infatti ogni questione di qualsiasi genere essa sia, resta in sospeso fino a quando le due parti si conciliano trovando una strada comune ad ambedue.Nel frattempo il tempo scorre e gli animi si placano in una sofferenza taciuta nel cuore poichè la vicenda risulta ancora viva nel sentimento di coloro che l'hanno vissuta senza una comprensione decisiva che abbia fatto raggiungere un accordo comune.E' difficile che lo si trovi se da ambedue le parti, ognuno crede d'essere nel giusto e non cerca una comunione di semplificazioni che facciano comprendere quanto sia sciocca la testardaggine di avere sempre ragione e di supporre che la questione sia stata trattata in modo corretto.Il primo passo dovrebbe effettuarlo chi ha reciso le redini dell'amicizia,dell'affetto,della complessiva unione di fatto.ma nessuno vuole cedere e la questione resta aperta nella sintesi ma chiusa per chi l'ha resa tale.Già l'esistenza si dimostra dura e difficile per seguire la strada maestra,se poi si aggiungono le divergenze, le complicanze sia d'affetto che di questioni che si dimostrano insuperabili per le azioni compiute da chi credevamo fosse dalla nostra parte,allora si resta delusi e si ritiene che è meglio restare soli che in compagnia da chi non ci ha compreso.Questo modo di pensare è errato poichè noi non siamo stati creati per vivere da soli..il nostro carattere s'incupisce,non esiste più la fiducia negli altri, nè in sè stessi per essere stati tanto espressivi nel donare il nostro cuore in maniera totale a chi in seguito abbiamo scoperto sia stato un "bluff" etc..ne consegue che sarebbe molto meglio soffocare la propria individualità per chiudere con giustizia d'eventi una situazione che in seguito ci renderà degni d'esserci realizzati e giudicati profondi nell'animo per aver trovato la giusta strada dell' unione da entrambe le parti..poichè niente è mai chiuso se non è chiuso in modo corretto...
giovedì 10 novembre 2011
LA COSTRUZIONE DELLA CONSOLAZIONE..
Quando un individuo ha un dispiacere non farà come Rossella O'hara nel film Via Col Vento che disse..ci penserò domani..ma se ha un equilibrio forte e stabile troverà il modo per risolverlo o perlomeno di affrontare la propria vita senza chiedersi il perchè cercando di dimenticare per andare avanti e costruendo per sè stesso la probabilità di risolvere la situazione in maniera tale che non gli capiti più o quantomeno cercando d'essere preparato ad un'eventualità simile...Vi era fra tanti un semplice operaio che lavorava da mane a sera per mantenere al meglio la sua famiglia.Egli amava tutti i componenti..dalla moglie ai suoi quattro figli in modo uguale e intenso cercando di non fare mancare loro nulla anche a costo di sacrifici per cui accettava qualsiasi orario di straordinario pur di guadagnare di più.Una sera nel ritirarsi vide all'angolo della sua strada una fanciulla che singhiozzava disperatamente e le si avvicinò chiedendole il perchè.La fanciulla sulle prime non rispose, ma poi comprendendo che si trovava di fronte ad un brav'uomo gli raccontò che sua madre l'aveva cacciata di casa poichè ella non gradiva la presenza così come tale, per il comportamento nei riguardi del compagno della madre ch'era rimasta vedova.Il brav'uomo comprese la situazione.. immediatamente la portò a casa sua per darle da mangiare ed eventualmente offrirle un letto per la notte.Quando arrivò a casa i suoi familiari appena ebbero inteso la storia le si fecero attorno e l'accolsero come una sorella..la moglie la fece sedere a tavola con gli altri e tra una battuta divertente e una storiella accaduta durante il giorno, la fanciulla cominciò a sorridere dimenticando per il momento quanto le era accaduto.Dopo un bel letto caldo l'attendeva ed ella stanca si addormentò.Sognò di trovarsi in un prato dove vi era una grande giostra..la madre e il compagno erano seduti sui cavalli e ridevano fra loro senza guardare in direzione della ragazza che alla fine del giro si avvicinò alla madre per parlarle, ma questa girandosi dall'altra parte fece finta di non vederla,anzi replicò che una zingara la molestava.A quel punto la fanciulla si svegliò e si ricordò della sera prima..aveva paura che la rimandassero a casa,non voleva tornare..in quella famiglia aveva trovato quell'amore che non regnava nella sua,fratelli e sorelle che sentiva già le volevano bene..ma l'operaio essendo un uomo onesto poichè era domenica,indossò il suo vestito migliore e con la fanciulla si recò a casa sua.Bussò ma nessuno aprì la porta e dopo varie scampanellate finalmente vide la madre che ancora assonnata così l'apostrofò..ah!Sei ritornata,vai in cucina e prepara la colazione poichè noi abbiamo deciso di fate una gita, senza di te naturalmente che dovrai come al solito mettere in ordine la casa..poi accorgendosi dell'uomo disse..e che è costui? Il tuo amante?A questo punto l'operaio parlò con voce perentoria..sua figlia ieri sera era per strada da sola essendo stata cacciata,affamata e senza saper dove potere andare...l'ho portata a casa mia con i miei figli dove ha trovato amore e un buon letto..se lei la tratta così come non si tratta neanche un cane me la riporto a casa dove sarà amata e accudita.La madre stette zitta per la sospresa e pensò subito alla libertà concessale per cui replicò che potevano fare ciò che volevano,poichè a lei non importava nulla..ciò detto chiuse la porta e se ne andò..naturalmente la fanciulla ritornò con enorme piacere a casa dell'operaio ove crebbe con amore e tante cure poichè tutta la famiglia aveva predisposto con la consolazione d'amore di non rammentarglielo più costruendo per lei un mondo migliore..Se nella vita esistesero più persone come l'operaio i fanciulli senza nessuno, troverebbero quella costruzione di consolazione che li renderebbe forti e felici credendo in un futuro degno di promesse mantenute..
mercoledì 9 novembre 2011
L'AMORE GRATUITO..ALESSIO
Vi era un bel purosangue di nome "ALESSIO"..era di color mogano scuro,una bella coda fluente e due occhi che sembravano due tizzoni accesi,tanto parlavano da sembrare quasi umani."ALESSIO" aveva un buon carattere, sapeva d'esser bello e oltremodo forte,ben addestrato a vincere le corse per cui chiara fama aveva insieme al padrone.Amava il suo padrone "ALESSIO".. gli obbediva docile, fiero di renderlo felice con le sue vittorie e i suoi trofei..dall'altro canto anche il padrone provava tanto affetto per "ALESSIO" che ricambiava con tenere cure e zuccherini.Un giorno il padrone andò alla fiera dei cavalli,ne vide una piccola" NERINA" era il suo nome e se ne innamorò perdutamente...la condusse nelle sue scuderie e con molta grazia e con molta pazienza, incominciò ad addestrarla quasi dimentico di "ALESSIO".Ormai tutte le cure e le moine con i soliti zuccherini erano per "NERINA" che doveva crescere e diventare famosa come "ALESSIO" in modo da fare guadagnare soldi al suo padrone."ALESSIO" si sentiva trascurato, ne soffriva.. il padrone si era innamorato di "NERINA" così piccola e bruna puledrina e nulla lo distoglieva dal suo amore.Intanto il cavallo rifiutava il cibo,era sempre nervoso, non lo si poteva montare, che scalpitava infastidito.Alle corse poi, non aveva voglia, si tirava indietro e raramente vinceva."NERINA" era ormai cresciuta e pronta per la sua prima gara.Il padrone felice e fiero la portò al Concorso convinto d'esserne il favorito..ma "NERINA" era sì.. una bella puledrina,appariscente e graziosa,ma non abbastanza dotata per essere un campione.Poverina ce la mise tutta ma si qualificò solo quarta..che dispiacere ebbe il padrone.. ma cocciuto com'era per il cavallo tentò.. tentò tante volte, ma ahimè..inesorabilmente" NERINA" non arrivava mai prima..si stancava non aveva fiato,non ce la faceva proprio la poverina.. tanto che a furia di perdere il padrone si era ridotto quasi sul lastrico.Ormai doveva vendere i due cavalli.Ma una sera ch'era più triste del solito si recò alle scuderie e "ALESSIO" quando lo vide, nitrì di gioia.Egli non serbava rancore al suo padrone anche se lo aveva dimenticato,trascurato,non aveva cambiato i suoi sentimenti..lo amava come sempre e come sempre era felice quando lo vedeva.Stranamente il padrone quella sera ,pur essendo assorto nei suoi pensieri lo udì,udì il nitrito di benvenuto e si avvicinò ad "ALESSIO"..gli fece una carezza e così gli parlò..Povero caro, ti ho quasi dimenticato, vecchio e affezionato compagno di sempre,tu che mi hai dato la gioia , la ricchezza e la fama sei stato trascurato per un mio "sogno irrealizzato".Ora ti chiedo perdono e ti aggiungo che sono costretto a venderti insieme a "NERINA"..molte offerte ci sono state per te.. nessuna per "NERINA"ma io dovrò donarla lo stesso,poichè non posso sostenerla.Mentre così diceva continuava ad accarezzare il cavallo dandogli i soliti zuccherini ed "ALESSIO" si sentiva felice..poco importava che per lungo tempo era stato trascurato,ora il padrone era lì con lui,lo amava come prima..,tutto era passato,tutto era dimenticato nella gioia di poter essere ancora insieme.Ad un tratto, il suo orecchio percepì il padrone che diceva allo stalliere..immagina se Domenica alle corse si potesse presentare" ALESSIO"..quella si..che potrebbe essere una grande vittoria..il più grande premio che esiste al mondo,sia come fama che come denaro,ma io purtroppo l'ho trascurato e non credo che "ALESSIO" ce la possa fare.."ALESSIO" comprese..e fece un nitrito così forte che i due quasi sobbalzarono.Il padrone aveva intuito la risposta del cavallo e dai.. dai.. insieme allo stalliere con la tenacia,con la speranza, ce la misero "tutta" per allenare "ALESSIO"che ubbidì ad ogni comando.Arrivò la Domenica.. con il cuore trepidante il padrone seguì la gara,ma "ALESSIO" col cuore colmo d'amore non voleva deludere il suo padrone e tanto fece, tanto corse, che alla fine arrivò primo.Il padrone ebbe la Coppa.. ebbe il premio..ormai non doveva più vendere il cavallo.. anzi non era più sul lastrico, tanti erano i sodli guadagnati.Era felice, ma ancora più felice era "ALESSIO"che aveva donato tutto ciò che poteva.A sera, il padrone andò nelle scuderie per dare il solito zuccherino ad "ALESSIO"..ma quale fu il suo stupore nel vederlo a terra, accasciato con gli occho chiusi.. stava morendo..Lo sforzo era stato enorme dopo lunga stasi o il cuore non aveva retto alle troppe emozioni?Guardò per l'ultima volta con affetto il padrone quasi volesse dirgli .."ti ho donato il mio cuore,ho risollevato le tue sorti,posso morire in pace contento" ed infatti spirò..
LA NATURA UMANA..L'APE REGINA
C'era una volta un'Ape Regina essa operava e dirigeva una piccola comunità di api, tutte laboriose e tutte intente a fornire il cibo per la comunità.Vivevano in campagna poco distante da una casetta graziosa e semplice abitata da due coniugi studiosi d'insetti e di specie rare ormai estinte.I coniugi curavano l'arnia con amore e avevano indicato ogni ape con un nome specifico..le riconoscevano poichè le amavano ed esse procuravano loro miele in grande quantità.Un giorno l'ape regina vide un bel calabrone.. le piaceva era bello e fuori del comune,egli roteava intorno all'arnia con destrezza ed eleganza quasi volesse farsi notare.Infatti aveva compreso d'aver attirato l'attenzione dell'Ape Rgina e se ne compiaceva.Trascorsero i giorni e i due insetti incominciarono a conoscersi meglio, ma non si poteva formare un'unione in quanto erano troppo dissimilii.Anche se l'intesa diventava più forte,troppo vicina era la comunità dell'ape che mal tollerava quell'unione.Il calabrone era a conoscenza che se ciò gli fosse accaduto sarebbe morto ucciso,poichè ella non l'avrebbe risparmiato...ma in cuor suo sperava di ribaltare la sentenza sentendosi bello ed importante.Le api operaie invece,avrebbero voluto che l'unione non avvenisse affatto...cosa ne sarebbe stata l'arnia senza il rispetto per i "maschi".
I maschi a loro volta non gradivano le attenzioni del calabrone che vedevano più grande e diverso da loro.Quest'amiciza "non avea d'essere" e prima terminava e meglio era per tutti.
L'Ape Regina invece,pur essendo a conoscenza di tutti questi malumori ed inconvenienti era attratta dal bel calabrone,aveva preso una "gran cotta" e si pavoneggiava ai suoi occhi.Trascorsero i giorni e i due invece di allontanarsi si cercavano sempre di più.Una sera al calar del sole finalmente l'Ape Regina aderi' all'invito del calabrone...un voletto nei campi circostanti per un breve incontro fuori della comunità in modo da conoscersi sempre di più e nell'eventualità scambiarsi qualche effusione.Infatti ambedue volarono per un pò e poi si posarono su un bel girasole che fece loro da "nido d'amore".
Batteva forte il cuore dell'ape mentre si donava al calabrone e diceva fra sè e sè: " Signore aiutami,questa volta cambia la mia natura..." è un compagno diverso dalla mia specie,potrà ancora volare,vivere e chissà...tenermi compagnia,frena il mio istinto omicida te ne prego.
Il calabrone invece pensava :"mi ama.è mia,è cambiata,è pazza di me,l'ho folgorata col mio esser bello ed elegante,sono forte e non mi farò uccidere"...cosi pensando si uni' all'ape.
Dopo alcuni minuti ormai stanchi e felici dell'unione che si era stabilita,l'ape avverti' un ronzio alla testa molto forte e le sembrò di cadere,mise le zampe forte su di un sostegno e cercò di non vacillare...sempre più forte si aggrappava,le sembrava d'essere su una giostra che gira vorticosamente ed allora con le zampe dette un'ultima "virata" per attaccarsi maggiormente al sostegno.Finalmente la testa smise di girare e tutto tornò tranquillo,l'ape apri' gli occhi e si guardò attorno...il sostegno che l'aveva salvata era la testa del calabrone,che penzolava all'ingiù...nel vortice della presa l'aveva quasi staccata...due grosse lacrime le scesero sul muso...non voleva uccidere,è stato un errore,un errore della natura.. che colpa ne aveva lei se il forte mal di testa le aveva fatto accadere tutto ciò...guardò con dolore il calabrone e volò via pensando che gli uomini e gli altri insetti ancora una volta avrebbero commentato...c'era da aspettarselo da un'Ape Regina nulla di buono ti puoi attendere...ciò vale per gli insetti non per gli uomini i quali prima di farsi accecare dall'ira,prima di commettere un'azione infame, dovrebbero evitare di annebbiarsi la mente con rancore ed odio per poi farsi catturare dall'insana "follia omicida
I maschi a loro volta non gradivano le attenzioni del calabrone che vedevano più grande e diverso da loro.Quest'amiciza "non avea d'essere" e prima terminava e meglio era per tutti.
L'Ape Regina invece,pur essendo a conoscenza di tutti questi malumori ed inconvenienti era attratta dal bel calabrone,aveva preso una "gran cotta" e si pavoneggiava ai suoi occhi.Trascorsero i giorni e i due invece di allontanarsi si cercavano sempre di più.Una sera al calar del sole finalmente l'Ape Regina aderi' all'invito del calabrone...un voletto nei campi circostanti per un breve incontro fuori della comunità in modo da conoscersi sempre di più e nell'eventualità scambiarsi qualche effusione.Infatti ambedue volarono per un pò e poi si posarono su un bel girasole che fece loro da "nido d'amore".
Batteva forte il cuore dell'ape mentre si donava al calabrone e diceva fra sè e sè: " Signore aiutami,questa volta cambia la mia natura..." è un compagno diverso dalla mia specie,potrà ancora volare,vivere e chissà...tenermi compagnia,frena il mio istinto omicida te ne prego.
Il calabrone invece pensava :"mi ama.è mia,è cambiata,è pazza di me,l'ho folgorata col mio esser bello ed elegante,sono forte e non mi farò uccidere"...cosi pensando si uni' all'ape.
Dopo alcuni minuti ormai stanchi e felici dell'unione che si era stabilita,l'ape avverti' un ronzio alla testa molto forte e le sembrò di cadere,mise le zampe forte su di un sostegno e cercò di non vacillare...sempre più forte si aggrappava,le sembrava d'essere su una giostra che gira vorticosamente ed allora con le zampe dette un'ultima "virata" per attaccarsi maggiormente al sostegno.Finalmente la testa smise di girare e tutto tornò tranquillo,l'ape apri' gli occhi e si guardò attorno...il sostegno che l'aveva salvata era la testa del calabrone,che penzolava all'ingiù...nel vortice della presa l'aveva quasi staccata...due grosse lacrime le scesero sul muso...non voleva uccidere,è stato un errore,un errore della natura.. che colpa ne aveva lei se il forte mal di testa le aveva fatto accadere tutto ciò...guardò con dolore il calabrone e volò via pensando che gli uomini e gli altri insetti ancora una volta avrebbero commentato...c'era da aspettarselo da un'Ape Regina nulla di buono ti puoi attendere...ciò vale per gli insetti non per gli uomini i quali prima di farsi accecare dall'ira,prima di commettere un'azione infame, dovrebbero evitare di annebbiarsi la mente con rancore ed odio per poi farsi catturare dall'insana "follia omicida
martedì 8 novembre 2011
VIVERE DI RICORDI..
Ognuno di noi quando arriva ad una certa età comincia a vivere di ricordi,poichè il presente risulta alquanto scomodo sotto certi aspetti e le persone care sono quasi scomparse.Se da una parte è bella questa configurazione, anche se risulta melanconica e dolorosa in quanto la vita non ti offre più la possibilità di compiere quello che un tempo ti divertiva,ti distraeva,ti faceva sentire vivo,dall'altra parte ti procura sofferenza per quanto oggi l'esistenza ti ha tolto.I ricordi fanno parte della propria persona ed è giusto che riaffiorino ogni tanto altrimenti saremmo privi di sentimento,ma un'esistenza continua basata sul passato non si addice ad una persona coerente con il tempo trascorso in quanto rifiuta la possibilità di accettare i cambiamenti che non sono sempre negativi e che aiutano a completare quell'educazione morale e configurativa che rende l'uomo completo in tutti i sensi, per cui anche una certa età se la sai comprendere possiede i suoi lati positivi.I nipoti vengono per chiederti consigli,per confidarsi,poichè sanno che tu puoi dare pareri,insegnare loro come comportarsi in certe situazioni,non esiste più quell'affannarsi in certe azioni inutili e a volte puoi raccogliere le esperienze vissute e offrirle agli altri che sicuramente ne terranno conto per affrontare la quotidianità che risulta sempre non facile per tutti.E' bello conservare momenti che ti hanno reso felice,che ti hanno dato la gioia di vita,che sei stato con chi ti amava e ti comprendeva,che sei riuscito a risolvere problemi che l'imprevedibilità dell'esistenza ti veniva incontro per intralciarti il percorso da compiere..ma ormai quelle sistuazioni non si presentano più così folgoranti e..allora concedi al tuo spirito e al tuo corpo i momenti che questa età ti propone per riposarrti ed infine se sarà necessario darti quelle soluzioni che la vita ripete fino alla fine dei tuoi giorni..
lunedì 7 novembre 2011
UNA VOCE PER TELEFONO..
Quante volte nella vita abbiamo avuto quest'opportunità nella quale abbiamo sentito,ascoltato ed apprezzato una voce calda suadente e piacevole senza conoscere l'intelocutore?La realtà successiva molto spesso ci ha deluso poichè l'abbiamo immaginata del tutto diversa secondo i canoni che ci eravamo prefissi derivanti dalla vita stessa...allora abbiamo pensato ..era meglio restasse l'incognita.Altre volte invece da quel particolare momento la nostra esistenza ha avuto un'altra configurazione nella quale si è verificato il sogno che molti di noi aspettavamo da sempre.La sottoscritta non crede molto alla profusione di elementi colorati da questo intervento, poichè la realtà è quasi sempre deludente dall'immaginazione formatasi durante il colloquio, ma l'ascolto e il dialogo comprensivo e accordante con chi dall'altro capo del telefono non si conosce rimane se lo vuoi e lo accetti, un'avventura che deve restare misteriosa poichè è con questo mistero che si racchiude il fascino della rappresentazione telefonica.Gli uomini hanno necessità di dialogare con l'intervento della possibilità non corrispondente alle loro idee,ma la conversazione diventa un motivo plausibile per dare sfogo pienamente alle frustrazioni,alle delusioni e soprattutto agli eventi fortunati che intervengono improvvisamente nell'esistenza.Naturalmente la perfezione consiste nell'adeguarsi talvolta ai pensieri altrui anche se questi non corrispondono ai nostri,a prendersi cura anche con semplici parole affettuose adeguate al momento del discorso nel far sentire a chi è all'altro capo del filo che ci sei,che senti le stesse cose che ti vengono dette e le comprendi quindi allo stesso modo provando in tè stesso la modulazione di frequenza di quella voce a te sconosciuta, ma tanto accogliente ed eccitante. Oggi la conversazione telefonica viene sostituita dagli "sms" ma con questo mezzo sbrigativo non si avvertono quelle note piacevoli del telefono e nelle quali la risposta o l'avviso di una competenza improvvisa non determinano alcuna effusione, ma descrivono soltanto la celerità d'informazione le cui parole affermano il pensiero ma non riescono a farti recepire la loro essenza..ne consegue che il dialogo così espresso assume tutte quelle qualità d'accesso alla trasformazione,alla sensazione che non sei solo ma che vi è qualcuno che è disposto in quel momento a darti e a prendere le tue e le sue emozioni...
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IL FASCINO..
Il fascino o lo "charme" come si vuole esprimere questo termine, è un dono che si comprende nel proprio essere fin dalla nascita..non si può acquistare, nè comporre durante gli anni la sinfonia degli elementi che formano questo significato.Il fascino si avvale di una tale varietà di elementi per cui l'individuo sprigiona profumo di compiacenza altrui senza rendersene conto e qualora lo si avverte di tale preziosità, risponde con la propria indifferenza non rendendosi conto della qualità che possiede..è un dono che pochi comprendono poichè essendo una prerogativa della propria fisionomia appare un elemento di precisione dell'individualità non costruita,gli altri restano prigionieri di tale sensibilità per cui non si accorgono che la gabbia che si sono costruiti a volte non comprende la bellezza specifica della fisionomia dell'altro..si può non essere belli, ma affascinanti..il che vale molto di più per l'attrazione che ne deriva.C'era una volta un piccolo coniglio che non possedeva la curiosità degli altri suoi simili in quanto la paura d'essere intrappolato con l'esistenza altrui, lo trafiggeva nelle sue azioni e come tale si nascondeva alla vista degli altri.Esso sapeva d'essere solo poichè la scelta che si era costruito non gli regalava la compagnia, nè la completezzza della fortunata e amorevole comprensione di coloro che vivevano in quel bosco.Gli altri si chiamavano continuamente alla reciproca versione di sembianza costruttiva sugli elementi d'infoirmazione e di sentimenti non abbandonati, ma vissuti.Costui al contrario si avvaleva di sè stesso convinto che escludendo ogni pericolo possibile dalla sua esistenza, fosse immune dal richiamo della natura.Un giorno volle il destino che incontrasse una bella coniglietta bianca come il suo pelo e ne sentisse il profumo della natura avversata fino a quel momento, ma essendo privo di qualsiasi sentimento ed essendo sempre solitario non provò alcun interesse per la nuova conoscenza.L'altra si avvide del suo timore e temendone l'abbandono gli chiese di non andarsene poichè gli piaceva il suo aspetto..e glielo chiese con tale dolcezza muovendo le ciglia con un ritmo che sembrava sincronizzato, tanto risultava perfetto e contemplativo, che il coniglio desistette dai suoi propositi.L'altra aveva compreso d'essere piaciuta e si soffermava sulla visione completa del suo compagno, il quale continuava ad amimirarla senza parlare, ma apprezzando col silenzio la visione.La coniglia allora, presa dall'euforia del momento gli chiese il nome e dove abitasse poichè non l'aveva mai visto pur conoscendo tutti gli abitanti del luogo.Il coniglio malvolentieri disse di chiamarsi "Animale" poichè i suoi così lo avevano chiamato alla sua nascita considerandolo come un essere privo di parola e di sentimenti, poichè costui non dimostrava nessuna capacità d'amore, nè di conversazione con i suoi movimenti delle labbra..no.. rispose la coniglia ..io non credo affatto che tu sia così,poichè mi chiamo "Opportunità d'essere" in quanto i miei genitori vedevano in me la chiarezza che davo loro e che in seguito erano certi avrei offerto agli altri e quindi anche se i nostri nomi sono reciprocamente strani, il destino ha voluto che c'incontrassimo per avvalorare la sentenza non compresa dei tuoi genitori, nè acuità dagli altri.Si.. rispose il coniglio ormai preso nella trappola del fascino dell'altra che acquisendone le specifiche fisionomie donatele alla nascita, aveva compreso che la preda era sua,che non l'avrebbe lasciata più.. attratta dal suo fascino che emanava senza complicazioni e senza dichiarazioni d'essere false.. ma che con la semplicità del proprio cuore, non aveva per l'altro ormai più il significato della bellezza esteriore,che tanto lo avevano intimorito.e per cui non aveva vissuto...
domenica 6 novembre 2011
L'EREDITA'..
Molte persone nella loro vita attendono che muoia un parente per poter ereditare le sue proprietà e i suoi soldi.Un proverbio dice che colui che fa sacrifici,viene seguito da chi mette da parte per poi far mangiare il tutto al terzo componente che dilapiderà in un attimo il lavoro accumulato dal primo.Un tempo il rispetto per i cari che non c'erano più si elergiva continuando a conservare anche se con grandi sacrifici,ciò che era stato prodotto con onestà e sofferenza in modo da lasciare agli altri la possibilità di sopravvivenza e mi riferisco anche agli oggetti di un certo valore..oggi le cose sono cambiate e i giovani non tengono più conto dell'affetto perduto e quantizzano ogni cosa poichè le ritengono inutili per la vita odierna.Forse hanno anche ragione da un certo punto di vista..i continui furti,il tenere elementi di valore necessitano di una continua sollecitudine di cura e attenzione e poi alcune familiarità di un tempo nell'epoca moderna non sono più di moda..occupano spazio e risulta difficile pulirle e mantenerle..ma mi domando dov'è andato a finire l'affetto nutrito per chi non c'è più?.Essi hanno lasciato i loro ricordi,le loro affettuosità affinchè rivivano con noi..abbiamo un dovere,un rispetto per quanto si eredita, poichè dovremmo ritenere che loro ci hanno designato degni di avere tutto ciò che dovrebbe risultare a sua volta in prestito, in quanto non l'abbiamo ottenuto con il nostro lavoro e i nostri sacrifici e dovremmo a nostra volta, lasciarlo di conseguenza ai nostri figli che in seguito insegneranno ai propri, l'importanza di ogni piccola cosa..naturalmente non mi riferisco al denaro che dovrebbe essere impegnato per continuare a produrre e non ad essere scialacquato.E' vero che nell'epoca moderna nulla ha più valore se non la propria vita coadiuvata da quello che più interessa e che più piace..non si possono più esibire oggetti preziosi per non incorrere nell'essere derubati,anche per i valori in csa esiste una certa peoccupazione che ci obbliga a sicurezze estreme se non a difficoltà che ci causano problematiche infinite..allora perchè conservare per i nostri nipoti,che ragioneranno ancora maggiormente in un altro modo ritenendo il tutto inutile per la propria esistenza e ne faranno un uso diverso?.Meglio trasformarli in moneta contante ed esaudire i propri desideri..ma non abbiamo fatto i conti con il proprio sentimento d'amore e di fiducia nutrito precedentemente, poichè nulla ci ricorderà chi ci ha amato tanto e si dimenticherà la sua tenerezza nei nostri confronti fino a tal punto da perdere la nostra..
LA SODDISFAZIONE E IL RINCRESCIMENTO..
La soddisfazione incontrò il rincrescimento e così gli disse..vedi la mia realtà è quella della gioia manifestata agli altri mentre il tuo è un continuo rimorso per quanto potevi compiere e non l'hai fatto..è proprio così... rispose l'altro, ma vedi posso sempre cambiare, ma tu non dai scampo a chi lo desidera..anzi ti prendi la rivincita quando non ci riesco..è vero.. rispose l'altra,ma non mi sgridare poichè nell'esistenza umana io vengo dopo di te e se tu non ci fossi probabilmente io non vivrei..l'altro stette zitto mentre rifletteva su quanto era stato detto e poi a cuor leggero se ne andò convinto d'essere nel giusto..
IL BAMBINO..
Un giorno un bambino chiese ad un grande..perchè tu sei grande ed io no?Perchè rispose questi anch'io sono stato piccolo come te..sono nato, poi divenni fanciullo ed ora sono adulto così un giorno sarai anche tu..No, rispose il bambino..voglio essere grande adesso, subito non aspettare a lungo che trascorrino gi anni..voglio fare ciò che desidero, non sottostare alla volontà altrui,essere libero di pensare e agire a modo mio..Non è possibile rispose questi..vedi ogni età conserva i suoi segreti e l'individuo crescendo li affronta e li risolve e così si evolve..non si può essere tutto in una volta,anche per te accadrà lo stesso,farai le tue esperienze e otterrai la vita che meriti e non quella che tu credi di poter ottenere oggi..l'uomo se non impara crescendo non si evolve e se non si evolve anche da grande rimane un fanciullo come te ..attendi con pazienza e vedrai che non ti accorgerai come il tempo trascorre in fretta..ah!Potessi io tornare fanciullo come te e non ripetere i miei errori.Ciò detto guardò il fanciullo e solo allora si avvide che questi si era addormentato contento e soddisfatto..
LA BANCONOTA..IL DENARO..
C'era una volta una BANCONOTA da centomila lire..essa era posta in un angolo a parte di un portafogli di pelle scura di una giovane donna,era stata collocata lì, in quello scompartimento per differenziarsi dagli altri soldi di entità minore che vi erano conservati.Essa conosceva il suo valore, ma sapeva anche che il suo" impegno finanziario" non era stabile..prima o poi sarebbe passata in altre mani.Ci stava bene in quel posto, vi era ormai da qualche giorno, non era vercchia ma neanche troppo giovane.. proveniva da padroni diversi...chi l'aveva trattata con parsimonia,chi con noncuranza insieme a tante altre,talvolta anche nuove e si riconoscevano subito quelle poichè timide ed inesperte, ma tanto superbe della loro bellezza ancora intoccata.. chi le aveva spese subito,chi le aveva conservate per un po' di tempo,ma in seguito per necessità date via.Ora essa giaceva in quell'angolo tranquilla e solitaria sapeva di rappresentare un piccolo tesoro per la padrona del momento.Quanti avvenimenti e quante persone aveva conosciuto quella BANCONOTA..ricordava di quel signore che aveva vinto al gioco e si era portato a casa un bel "gruzzolo" ma che la sera dopo lo aveva perso di nuovo per la smania che era quasi come una malattia..quando di quella fanciulla che si era alfin comprata il vestito a cui teneva tanto per recarsi con il fidanzato ad una festa..di quella volta insieme ad altre sorelle era servita per un abito da sposa,che gioia era stata quella..ma ricordava anche tristi episodi e spiacevoli padroni senza cuore, aridi,irresponsabili.C'era stato un ragazzo che aveva comprato la "famosa droga".Quella volta la Banconota assistette alla compravendita con il cuore in tumulto..a nulla era valsa la speranza che il ragazzo si curasse,avendo egli deciso di guarire in precedenza e poi in un attimo di disperazione trovandosi con quei soldi fra le mani aveva ripreso il "vizio".Ricordava di quell'impiegato che insieme alle altre sorelle l'aveva condotta nelle mani di un usuraio per pagare con dolore e sacrificio una rata del suo debito..per fortuna vi era stata poco tempo nelle mani di quell'infame,ci stava male e nutriva un sentimento orribile e disgustoso nei confronti del suo padrone..o come quella volta che era stata trovata per terra caduta casualmente da una borsa riposta alla rinfusa da una persona che aveva potuto comprare un dono per la moglie malata..o quando era sta in una cassa di un negozio di liquori ..eh!Lì si che si era divertita..aveva trovato amici allegri e buontemponi.Ma ecco che ora stava bene in quel portafogli.. si era acclimatata, le piaceva la su attuale padrona che la conservava con cura, non voleva disfarsene..ogni tanto la prendeva fra le mani,la rigirava fra le dita e poi la riponeva nel portafogli con aria soddisfatta..si sentiva rispettata,amata e considerata,più del valore reale,quasi come quel breve periodo in cui era stata donata ad una zingara in mezzo alla strada da una mano benefica mossa a compassione di lei e dei suoi due figlioletti con il volto supplichevole..quella volta si che si era sentita importante,ma per poco era durata in quelle mani..subito spesa per rifocillare la donna e i suoi due pargoli affamati di tutto.e mentre giaceva in quell'angolo fantasticava sui ricordi del passato e sugli avvenimenti futuri.Forse si sentiva vecchia e perciò ricordava il periodo di vita trascorso e giaceva contenta del riposo..chissà..Intanto trascorsero alcuni giorni ma il periodo sembrò alla BANCONOTA abbastanza lungo..quando una mattina si ritrovò fra le mani della ragazza.. ma dove si trovava?Si guardò intorno,riconosceva e ricordava quel luogo ..era una banca..ma cosa faceva la ragazza lì dentro di buon'ora?La fanciulla non pssedeva nulla, lo aveva sentito e compreso dal suo modo di spendere, quando ad un tratto la sentì dire allo sportello..sono venuta a cambiare questa BANCONOTA mi hanno detto che da ieri è fuori corso,dovete sostituirmela con una nuova.In quel momento la BANCONOTA comprese che la sua vita era terminata..non avrebbe più vissuto nessuna avventura sia in positivo che in negativo,sarebbe finita chissà dove..forse al macero distrutta insieme alle altre sorelle..aveva fatto la gioia di molti,aveva rappresentato il dolore,il pericolo,ì'avidità per altri..ne aveva compiuto "di cammmino ed ora che era cresciuta" diventata esperta nel giudicare i suoi padroni la gettavano via come "carta straccia" ?No..non era possibile,chissà che dal macero non si sarebbe svegliata in un'altra forma per poi essere riutilizzata..in un altro modo..Non sapeva di certo cosa l'attendesse..ma vi era un sottile "filo di speranza" che la fece andare incontro alla morte con animo sereno e rassegnato..
sabato 5 novembre 2011
LA SIMPATIA..
VI ERA UN GRANDE SOSPIRO CHE SI AFFACCIAVA NELLA VITA DELL'UOMO QUANDO QUESTI SI AFFATICAVA O SI PREOCCUPAVA PER FINALITA' DIVERSE..ESSO SI RAMMARICAVA DI FAR SOFFRIRE COLUI CHE LO RITENEVA UN ABBAGLIO DELLA PROPRIA VITA..MA COSI AVVENIVA POICHE' COSI' DOVEVA ESSERE...QUANDO AL CONTRARIO L'UOMO GIOIVA SI UDUVA UNA GRANDE E FRAGOROSA RISATA COADIUVATA DA UNA RESPIRAZIONE CALMA E SERENA.ORA ACCADDE CHE IL SOSPIRO DI QUEST'UOMO VENNE A CONTATTO CON QUELLO DI UN AMICO CHE SI TROVAVA NELLE STESSE CONDIZIONI PER CUI ESSI UDIVANO LO STESSO RITMO DI RESPIRAZIONE SENZA POTER SMETTERE DI CONSERVARE LA CALMA.UNO AVEVA PROBLEMI FINANZIARI..L'ALTRO DI SALUTE..MA AMBEDUE NON TROVAVANO UNA VIA D'USCITA E SOFFRIVANO CON ANSIA E TREPIDAZIONE PER UNA RISOLUZIONE CHE DOVEVA AVVENIRE.LA SPERANZA NON LI AVEVA MAI ABBANDONATI POICHE' IL RISULTATO DELLE LORO PREOCCUPAZIONI ERA NELLE MANI DI DIO.L'UNO SPERAVA DI METTERE IN ORDINE LA SUA ESISTENZA CON APPROVVIGIONAMENTI FUTURI E IMPREVISTI MA SOLIDI..L'ALTRO DI GUARIRE CON UN'OPERAZIONE CHE GLI DESSE LA SERENITA' D'ANIMO...E COSì ACCADDE.IL PRIMO TROVO' DOPO LA MORTE DI UN PARENTE QUELLA SISTEMAZIONE FINANZIARIA TANTO AGOGNATA,IL SECONDO DOPO L'INTERVENTO EBBE L'ESITO POSITIVO TANTO SPERATO..FINALMENTE ERANO LIBERI DAI LORO PROBLEMI E IL RESPIRO TORNO'AD ESSERE CALMO E TRANQUILLO COLMO DI GIOIA POICHE' ANCHE SE ESSI NON LO SAPEVANO PER UN CERTO TEMPO ERANO STATI UNITI NELLE SIMPATIA DEL DOLORE E DELLA SOFFERENZA CHE FA MALE A TUTTI..
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venerdì 4 novembre 2011
LE TRE ENTITA'..
Narra un proverbio cinese che in ogni persona esistono tre entità..ciò che l'individuo crede d'essere,ciò che gli altri credono ch'egli sia,e quello che realmente è..se due di queste entità coincidono si ha una vita serena,se coincidessero tutte e tre si avrebbe un equilibrio perfetto.Difficillmente l'uomo nella sua esistenza fa un'ispezione accurata della propria persona in quanto anche se misero non dimostrerà mai agli altri d'esserlo per poter usufruire della chiarezza di non essere tale,egli non cerca pietà, ma aiuto considerando la sua sfortuna nella vita e gli altri esseri solamente più scaltri in quanto hanno usato tutti mezzi a loro disposizione per essere dichiarati quello che realmente non sono in quanto "l'apparenza inganna"..e qui subentra la seconda entità..far credere agli altri l'importanza che deriva dalle proprie azioni di successo e d'intraprendenza con la vita stessa per potersi collocare fra gli alti membri con false promesse ed inganni per essere in seguito considerati con un certo rispetto per la posizione acquisita non ritenendo idonea la ricerca dei valori non raggiunti.. per cui a volte la loro dignità risulta discutibile..ma ciò che essi realmente sono ad una verifica effettiva e curata nei minimi particolari, si ragguagliano e si espandono tutti quei significati negativi dei loro impegni non mantenuti e pochi si affermano come persone degne della stima altrui,altrimenti la maggior parte degli individui che occupano un posto di rilievo vengono considerati al centro dell'attenzione per l'importanza che si raggiunge nella società.Infine coloro che appartengono alla categoria di quelli che meritano il successo conseguito con la stima e il rispetto per il comportamento osservato nella propria esistenza, conservando le tre entità con serietà d'immagine e di azioni intraprese con la singola forza d'animo e con i tentativi d'essere considerati uomini di parola e di azione considerate giuste ed oneste, raggiungeranno quell'equilibrio che nella vita li rende immortali nel ricordo degli altri che verranno..
mercoledì 2 novembre 2011
martedì 1 novembre 2011
VIAGGIARE CON L'IMMAGINAZIONE..
Molte persone che non hanno i mezzi,ossia la loro tasca non può permetterglielo, usano l'immaginazione per poter visitare i luoghi tanto decantati dalle immagini televisive o che hanno da sempre conservato nel proprio cuore.Ma questa stimolazione vale anche per altre configurazioni ove le azioni si svolgono secondo i desideri e gli interessi della persona che non ha altre possibilità...allora nel silenzio che lo circonda immagina quanto sia possibile arrivare a compiere questi viaggi fantastici ove tutto si svolge in maniera felice e non deludente alle proprie aspettative.Coloro che sognano ad occhi aperti hanno dentro di sè una grande finalità d'animo poichè riescono a trasformare le azioni negative ,i momenti di dolore,in realtà non concrete ma sicuramente decisive nel migliorare il proprio animo e la propria esistenza.Tutto appare più semplice,più facile alla conquista della singola esperienza di vita, ove l'immaginazione attraverso voli pindarici riesce ad affrontare le spire negative della vita stessa...ma si deve stare attenti a non confondere la fantasia con la realtà altrimenti si oltrepassano quei baluardi che la nostra mente ci interpone per continuare a vivere con la prova della nostra possibilità di conquista nelle traversie che appaiono insormontabili.La fantasia si esprime in diversi modi, sia spiritualmente che sostanzialmente nella vita di un uomo che la sfrutterà per compiere nella realtà immagini sorprendenti e veritiere anche nel proprio lavoro..ma attenti a non diventarne succubi altrimenti si varcano le soglie dell'illusione che si può concretizzare in seguito in follia in quanto non si accettano più le realtà della vita e ci s'immerge in un mondo proprio fatto di castelli in aria, ove non esiste il resto del mondo.Per gli altri, al contrario quest'evasione li aiuterà ogni tanto ad eludere la monotonia,la cattiveria che lo circondano e se doserà la quantità delle proprie evasioni,si sentirà trasportare in un mondo migliore ove tutto è perfetto..