giovedì 29 aprile 2010
Com'è bella questa parola che interpreta la vita di ogni creatura sia nelle natura come le foreste, i boschi con le piante e i fiori, con gli animali e perfino con un cielo azzurro che fa da sfondo a tutto ciò come un quadro dipinto da mano esperta..ma nell'esistenza umana questo significato assume poche volte la completezza che si desidera ammirare, sentire ed infine ottenere.Questo suono determinato con le parole del cuore che sintonizzano ogni nota come se fosse un pentagramma di reclutate e rifinite collocazioni di gorgheggi che dimostrano la celestiale bellezza della musica, si sviluppano con un senso di pace, di chiara sintonia nell'ascolto della melodia configurata con la parola ARMONIA.Tutto ciò che è stato creato possiede questa qualità, ma difficilmente nel tempo si è mantenuta la stessa risultanza dell'effetto simulato con la distruzione e la produzione di varii elementi, che hanno inevitabilmente distrutto la natura e le circostanze ambientali che provocano deterioramenti infiniti..ciò vale anche per le vite umane che insoddisfatte sempre più dalle loro costumanza di vita, hanno cercato di cambiare la rappresentazione della specifica e artisticamente parlando, della infinita bellezza del concetto di ARMONIA.Questo risultato oltre a mutare ecologicamente l'ambiente in cui viviamo con risultati tragici e morti improvvise,come ho già detto ,ha provocato nell'animo degli uomini un istinto sempre più elevato per cercare di superare e conoscere nuove strutture,nuovi esperimenti scientifici,nuove disposizioni creative verso l'infinito sconosciuto per affermare il predominio della spettacolarità che fa ottenere il "marchio" della creduta conoscenza attraverso la sofferenza e le malattie degli altri.L'ARMONIA del suono non vi è più.. come non esiste nel vivere quotidiano, poichè gli esseri viventi sono stati travolti dalle circostanze e dalle speculazioni umane che non si fermano dinnanzi a nessun ostacolo pur di esprimere le proprie qualità, con la dimostrazione totale dell'impegno verso gli altri completamente dimenticato e che dovrebbe essere riconosciuto e rispettato.E che dire l'importanza di questa parola che dovrebbe essere una risultanza, negli animi di coloro che soffrono per le numerose vicende della vita, che diventa sempre oltremodo difficile da rappresentare,per uno spettacolo ove dovrebbe regnare felicità e sembianza armonica?Certo l'esistenza non risparmia nessuno..ma si potrebbe cercare di vivere con un pò di semplicità, con buonsenso.con prassi di regole rispettate e moderate nell'amplesso delle situazioni ambientali, con coloro che ci sono accanto, con coloro che rappresentano il nostro prossimo in maniera tale che la parola ARMONIA risulti come nella musica una sintonia si suoni perfetti e modulati dal tempo che scorre inesorabilmente...
I GIOCATTOLI
I GIOCATTOLI rappresentano lo svago del sogno dei fanciulli.Un tempo essi avevano la caratteristica d'essere semplici e non costosi..certo vi erano pure quelli di gran prezzo,ma con un po' di fantasia e tanta buona volontà si creavano semplici manovre di atterraggio comune per la loro riuscita.Per i maschietti vi erano le costruzioni,il triciclo,le automobiline a pedali, il trenino elettrico, certo un pò costoso, la palla etc. mentre per le bambine la corda per saltare,la famosa bambola ricca di un vestito orrendo, ma sontuoso con la sua carrozzina o nella sua completezza di ogni accessorio per la casa...ricorderemo il famoso tè delle cinque con il meraviglioso corredo di tazze e piattini che riunivano le varie amichette ad un gioco semplice e divertente...o quando ai giardini si vedevano passeggiare le bambine con le loro carrozzine in modo da imitare le mamme come fossero piccole madri, per insegnare loro la futura maternità e il relativo amore per i figli...il teatro dei famosi burattini dei "Piccoli di Podrecca"... poi inaspettatamente, la bambola venne sostituita dalle "Barbie"modelle con un corpo di cattivo gusto con una miriade di vestiti per affannare ancora di più il portafogli dei genitori ...mi ricordo di una nipote che regalando alla propria figlia questo dono, piangendo disse alla madre.."mi hai regalato una bambola più vecchia di me"... mentre per i bambini apparivano i primi "bazooka"o varie armi giocattolo per distruggere l'amico avversario..erano di plastica ,ma gli insegnavano a difendersi dal proprio compagno e per vincerlo a colpirlo senza pietà.. quindi anche l'affetto era trascurato per fare posto alla violenza.Col trascorrere degli anni i GIOCATTOLI sono stati sostituiti da piccole armi per insegnare che la vita è un susseguirsi di vicende pericolose nelle quali il bambino s'identifica talmente, da comportarsi come un adulto senza la conoscenza del bene..in un mondo privo di fantasia del tempo passato, ove il più modesto oggetto come un semplice elastico diventava un gioco nelle mani di un bambino che si divertiva come fosse un prezioso regalo.Un tempo la Domenica si proiettavano nei cinema delle città i cartoni animati di Walt Disney e le mamme conducevano i figli per farli divertire e senza dubbio il divertimento era reciproco..oggi le pellicole sono ambientate in maniera diversa..sempre con la violenza e il combattimento delle parti e il buon cinema della Domenica non esiste più,E che dire delle favole che si raccontavano ai figli per farli addormentare in un mondo fiabesco dove regnavano folletti e fate turchine, ma ai nostri tempi questa narrativa non esiste più..tutte le fanciulle di un 'epoca hanno letto "L. M.Alcott" con le sue vicende delle "Piccole Donne" e i romanzi di"Delly..." i fanciulli quelle dei "Ragazzi della Via Pal"o "Le Avventure di T.Sayer"o i libri di Salgari..ma che cosa devo aggiungere quando in questo secolo si legge che sono già pronti al furto, allo scatto profano di una fotografia di gruppo per pochi soldi, alla violenza sulle ragazze in erba,all'alcool per imitare i loro idoli distruggendo sè stessi, anche attraverso i numerosi e svariati videogiochi perlopiù violenti ...ecco come la tecnologia ha ucciso la fantasia.Lo stesso motivo vale per le ragazze che per un telefonino vendono il proprio corpo..e coloro che sono promossi non vanno più in vacanza al mare, ma a Parigi a visitare "l'EuroDisneyland" per abituarli ad un lusso che forse nella vita non potranno permettersi.Ma dove sono i GIOCATTOLI di un tempo, quando senza l'orsacchiotto non si poteva dormire?...Sono scomparsi.. come non c'è più la finalità del gioco semplice e finalizzato alla crescita del fanciullo, per dimostrargli che la vita vale la pena d'essere vissuta...
mercoledì 28 aprile 2010
LA MANO
Anticamente con il pollice verso il basso o verso l'alto si decretava la vita di una persona...oggi in altre circostanze avviene lo stesso, quando ad esempio, in tribunale poniamo la MANO sul Vangelo per raccontare la verità e quindi confermare o non, la condanna di un individuo che attraverso le nostre parole definite con sincerità d'animo potrebbe essere salvato..oppure quando la poniamo sul cuore dimostrando a chi ci è di fronte che lo amiamo con tutto il nostro amore..oppure per indicare una direzione richiesta o per significare un invio di un bacio, di un abbraccio, di una carezza.Quanto è importante il gesto della MANO...se un attimo ci fermassimo a riflettere la determinazione della possibile conseguenza del nostro gesto, non useremmo troppo facilmente la definizione ch'essa possiede...infatti è considerata lo strumento più perfetto che esista e solo una mente divina poteva creare una finalità così perfetta capace di palpare qualsiasi elemento, anche se esso risulta "impalpabile" .Il gesto viene ritenuto considerevole nell'associazione delle dimostrazioni dei complementi umani e nella specificazione che gli arti superiori hanno assunto nell'assenso di parole..infatti essi esprimomo talvolta il pensiero formulato e non esplicitamente compreso, in tal caso le MANI servono alla dimostrazione pratica delle parole non pronunciate...anche in una lingua straniera esse determinano la comprensione altrui sostituendole alla lingua non parlata. Ricordiamo ch'essa può essere anche una dimostrazione del bene o del male in relazione alla nostra volontà...come la MANO del chirurgo che salva una vita, come quella della Benedizione Sacra, come quella usata per la strada che non concede misura a colui che osa oltrepassare qualsiasi limite,ma anche quella dell'assassino che uccide con spietatezza o di coloro che rubano con destrezza. I bambini talvolta,quando giocano fra loro mimano con il gesto della MANO l'eventuale possesso di una pistola e con due dita fingono di esplodere i colpi all'avversario.Noi dimentichiamo che con essa conteniamo un biccchiere, una posata,una tazza,una penna,una matita per disegnare etc..la stringiamo in segno d'amicizia, la usiamo per dare uno schiaffo o per allontanare da noi una persona che ci fa soffrire..anche in Chiesa il Sacerdote c'invita a stringerla con chi è accanto a noi..poichè il suo simbolo indica la pace e l'armonia che dovrebbero regnare fra due persone... oppure quando espriamo il detto "dare una MANO " a qualcuno cioè aiutare chi ne ha bisogno .Fra i miei amici vi è' un gruppo che si è raffigurato con la scatola aperta con una MANO..quella della famiglia "Addams" che vuole significare..qualsiasi cosa vi necessiti noi faremo il possibile per darvela, se è nelle nostre possibilità, altrimenti desideriamo che voi sappiate che ci siamo...Il gesto assume una grande espressione di varie e simulate configurazioni, nelle quali l'uomo si connette con l'altra realtà..quella di colui che non la possiede e che con un arto artificiale usa lo stesso linguaggio nel voler dimostrare d'essere uguale agli altri..e noi gli confermiamo che egli è" più" degli altri poichè quella mancanza assume verso di noi, un atto eroico o un guasto improvviso con gravi conseguenze che hanno tolto la sua "carezza" verso coloro che lo amano, ma che può e deve essere configurato nella stessa maniera di quelli che più fortunati, ma meno espressi col loro cuore hanno donato la MANO per amore di una guerra , di un lavoro, di un manifestato sentimento con dolore e tanta ma, tanta sofferenza...
martedì 27 aprile 2010
LA DIDASCALIA DEI PENSIERI
i PENSIERI vivono nella nostra mente..essi costituiscono il primo alimento in quanto con le loro finalità si compongono le varie note della vita.Chi non ne ha?Solo colui che vive una beata vacanza, dove non vi è la comprensione della sintassi mnemonica per cui non si vive ,ma si vegeta.Essi si affollano come uno stormo di uccelli quando beccano il cibo,o come una miriade di luci e di fuochi pirotecnici durante la notte di capodanno...esplodono con la violenza, con la precisa prassi del ragionamento, con i ricordi di un tempo lontano, con le immagini di un futuro anelato..ma sono sempre in tumulto ...ecco perchè si denominano così..non danno tregua, non fanno oziare,non corrispondono alla chiarezza voluta,ma hanno calamità di repulsione per la tranquillità.Tutti conserviamo la loro manifattura di creatività concessa dalla stessa esistenza per trovare vie d'uscita alle problematiche avverse e per le quali non sempre vi è la possibilità d'evasione.Talvolta si cerca di soprassedere valutando la situazione ottimale con riflessioni di comodo ,ma essi ci dimostrano lo sbaglio del loro allontanamento e ritornano come rondini al loro nido senza però trovare la stagione adatta.Anche nei momenti di gioia ci assalgono con la possibilità d'intraprendere nuove e più eccitanti esperienze per condurci a paradisi artificiosi non programmati, nè conosciuti..ma le tentazioni della precisa prospettiva di provare per credere che essi esistano, ci sollevano verso piramidi d'evasione dalla realtà...Il volto assume le circostanze interiori che provano quanto sia determinante la stonatura della voce, che unita alle condizioni negative o positive della mente non avrà mai la verità manifestata con la sincerità d'animo e per cui i PENSIERI sono i principali interpreti di un dramma dell'esistenza umana...
domenica 25 aprile 2010
IL PUDORE
Dovremmo conoscere questa parola nel suo pieno significato poichè oltre a contenere il concetto dell'educazione, del buon gusto,stimola nella vita di ognuno la specifica sembianza della vergogna provata quando si trasmette agli altri la possibilità d'essere confusi nella mente con pensieri e conclusioni riporovevoli.Un tempo esso veniva osservato con scrupolosità poichè i costumi e il rispetto della propria persona assumevano un certificato di perbenismo attraverso il quale si sceglieva la compagna della propria vita.Oggi al contrario, la si sceglie con la ripetute figure di sembianze mostrate, si fa per dire al vento, senza scrupoli e senza vergogna sia per ottenere il plauso sia per motivi di denaro o per esibizionismo in modo da essere notati ed avere quel posticino nel successo.Quante volte abbiamo dimostrato la possibilità di essere compiaciuti nell'ammirare un corpo nudo, che non era certo artistitico ma esplodeva senza PUDORE nelle gamme di un calendario, di una rivista, di uno spettacolo televisivo?Gli uomini si sa, approvano questo tipo di manifestazione esteriore in quanto s'illudono di possedere il corpo mostrato, allora comprano riviste, fotografie di tale pensiero, ma resterà loro solo il pensiero di "porcheria"..Un tempo vi era il nudo artistico, oppure si mostravano solo un po' le gambe e le menti si accendevano nelle fantasie che non avevano la specifica dimostranza..mi ricordo del famoso ballo "Can Can"proibito per un certo periodo di tempo in quanto ritenuto volgare e senza limiti di vergogna per quei tempi...oggi,al contrario il nudo è diventato erotico cioè rasenta il cattivo gusto e non vi è più nulla che lascia spazio alla fantasia.Un tempo la Bibbia narra che DIO mandasse il Diluvio Universale che con le acque pulisse la terra dai peccati del mondo,forse oggi dovrebbe fare lo stesso...Ma il PUDORE esiste ancora in pochi casi, ma esiste...esiste quello di rifiutare un regalo che dimostri altre conoscenze e non quelle di un dono sentito,esiste quello del rispetto verso gli altri senza proferire parole pesanti, esiste quello della sincerità d'animo che apre le porte della vita a coloro che desiderano offrirti il proprio consiglio, la possibilità d'aiuto nelle circostanze durante le quali gli altri sono stati senza il PUDORE delle proprie azioni.Ma questa vita che procede sempre più avanti con la sensibilità che tutto si può ottenere senza provare vergogna delle proprie azioni,troverà un giorno la barriera di non oltrepassare certi limiti altrimenti s'incontrerà con la morte che nulla risparmierà.. poichè essa è noto, PUDORE non ne possiede...
"JE VOUS EN PRIE" (PER FAVORE..)
PER FAVORE ti prego fammi questa cortesia...te ne prego aiutami..quante volte nella vita abbiamo espresso questo desiderio..colui che ci ascoltava era conforme alla nostra richiesta, ma in più di un'occasione ci comunicava che gli era stato impossibile accontentarci per cui la nostra preghiera risultava vana.La vita ci sorprende con le sue finalità quando sono relative all'impossibilità di esaudire le nostre domande, in quanto non sempre esse possono verificare il contenuto della risposta affermativa..in tal caso bisognerà accontentarsi della spontanea affermazione del non contenuto affermativo attraverso il quale non si raggiungono gli obiettivi richiesti.In questo caso la delusione è tremenda, poichè l'uomo non vuole arrendersi all'evidenza dei fatti e combatte come "Don Chisciotte contro i mulini a vento" convinto che prima o poi le sue richieste verranno esaudite e se questo caso dovrà risultare in seguito negativo, se la prenderà con il fato o destino che non ha acconsentito ad esaudire le sue richieste.Ma costui si è mai domandato fino a che punto, ciò ch' egli chiede rappresenta un bene finalizzato alla sua vita e a quella degli altri o è solo una richiesta per sè stesso escludendo le possibilità di coloro che gli sono accanto?Noi giudichiamo solamente i nostri concetti e chiediamo soltanto quello che riteniamo di ottenere per affermare che siamo stati esauditi attraverso un giudizio di risultato positivo per le conoscenze acquisite..ma quello che non crediamo sia giusto, è la risposta che non aspettavamo per motivi d'intolleranza verso i nostri proponimenti di ragguaglio finale..ma se ci soffermassimo un istante a riflettere che non tutto si può avere, che una questione che credevamo impellente per la nostra vita,poi risulterà sì rinviata con una risposta imprecisata, ma non è da escludere che quel rinvio possa essere un miglioramento per noi e per coloro che comprendiamo nella nostra esistenza..concluderemmo col pensiero di rifessione che "JE VOUS EN PRIE" è una preghiera precisa, ma non sempre ascoltata come noi vorremmo che fosse..
giovedì 22 aprile 2010
IL DIVERTIMENTO
Oggi tutto si pensa sia un DIVERTIMENTO..anche le cose più frivole e inutili devono rappresentare uno svago dal grigiore della vita quotidiana.C'è chi si diverte frequentando discoteche dalle quali esce rincitrullito, c'è chi si diverte manovrando furiosamente le macchinette dei videogiochi facendosi allegramente spennare, c'è ancora chi si diverte andando a caccia sparacchiando a destra e a manca per catturare qualche mucchietto di penne o di piume..c'è chi sta per ore ed ore con una canna da pesca in mano per la quale un umorista disse una volta "è un oggetto con verme da una parte e uno stupido dall'altra"...ma purtroppo ci sono anche coloro che provano un gusto particolare, gettando pietre dai cavalcavia senza minimamente preoccuparsi delle conseguenze..esistono poi i" bulletti "di periferia che si ritengono superiori usando le mani e talvolta una presunta forza per fare violenza sui più deboli.E che dire poi, di quei simpatici "bamboccioni" per lo più di buona famiglia che si dilettano a frequentare i supermercati al solo scopo di raccogliere qualche ricordino...naturalmente guardandosi bene dal passare alla cassa.Non vogliamo tralasciare "i fannulloni" che più fannulloni sono, più occupano posizioni di rilievo e coloro che se ne infischiano di tutti e di tutto vivendo in un" beato dolce far niente". Oggi il DIVERTIMENTO può essere fonte di sciagure quando si rivolge a obiettivi sbagliati come alcool e droga, ove viene falciata l'età adolescenziale..è inutile ogni consiglio che viene interpretato come ...tu hai un'età..io voglio vivere così..so sbagliare da solo..e così si muore...
mercoledì 21 aprile 2010
TOUT PASSE... TOUT CASSE.. TOUT LASSE...
TOUT PASSE..TOUT CASSE..TOUT LASSE..ET TOUT SE REMPLACE..Così affermava mia madre quando mi vedeva triste e avvilita per una situazione di dolore in cui non trovavo risposte alle mie ansie e ai pensieri che tormentavano la mia mente e il mio cuore.Nella vita di ognuno i momenti di angoscia e di supplichevole rivincita dell'esistenza che si frappongono tra noi e coloro che amiamo, sono frammenti di suonate esplosive in cui il nostro cuore e i nostri ricordi suonano una sinfonia di grande potere sulla tranquillità che non abbiamo più a causa della perdita dell'amato bene.Mia madre voleva affermarmi che tale esperienza, era sì dolorosa ma che nella vita tutto cambia, tutto si cancella nel tempo che verrà e tutto si lascia per qualcosa di diverso.. per dare luogo ad un'altra situazione che prenderà il posto dell'angoscia di chi ci ha voluto colpire con la negligenza dei sentimenti, in cui non c'era posto per l'amore dichiarato..Anche per le sconfitte nella difficicoltà di mostrare un sorriso quando al contrario, ci sentiamo delusi da un'opportunità che ritenevamo favorevole per la nostra esistenza, questo concetto contiene una importanza determinante per affrontare nuovamente la prerogativa d'essere racchiusi nella sicurezza dei nostri conflitti interiori..Il tempo è un buon medico.. così si afferma in tutte le circostanze dolorose e deludenti che comunque lasciano una traccia e si completano nella speranza, che l'avvenire possa essere diverso..è vero.. tutto si può dimenticare e cancellare con la forza della volontà, ma la sofferenza di tale attesa è enorme poichè ci sembra che nulla conti più per noi..che ci sentiamo traditi nel cuore disponibile ad ogni effusione promessa e non mantenuta,che la vita ci nasconde e ci preclude quella felicità sicura e non fantasticata..poichè tutto si cancellerà nel tempo.. tutto si dovrà un giorno lasciare...e quindi si deve passare sopra la delusione, cancellarla, e laciarla dietro le nostre spalle, altrimenti l'esistenza per noi non avrà scopo, nè misura circostanziale delle vicende future in quanto ogni cosa potrà essere rimpiazzata senza dare quell'importanza al dolore che sentiamo dentro di noi.Mia madre me lo affermava per consolarmi, per distrarmi quando mi soffermavo nei ricordi di una musica ascoltata più volte, che mi faceva sentire vicino colui che invece non c'era più,quando ero abbattuta e priva di volontà nell'affrontare le particolarità che la vita voleva ancora mostrarmi...Oggi vorrei rispondere a mia madre..è vero mamma ciò che dicevi a quel tempo... ma le cicatrici che credevo rimarginate nel percorso della vita, si sono riaperte per esortarmi a non avere più fiducia, a non sentirmi più euforica nelle vicende dell'esistenza... che se allora, le credevo nascoste dal tempo che trascorreva inesorabile, sono riaffiorate ogni qualvolta credevo di averle dimenticate....e non è vero che "Tutto passa..che Tutto si cancella...che Tutto si lascia...poichè i ricordi rimangono e ci sono tutti..te lo assicuro mamma...
IL CASTIGO
Quando eravamo piccoli ci mettevano in CASTIGO cioè c'isolavano dalla vita degli altri, per farci comprendere le nostre manchevolezze in modo, così affermavano, d'educarci ad un comportamento rigoroso e di rispetto verso le persone "grandi".Oggi questo significato è "obsoleto" in quanto si cerca di donare ai piccoli tutto quanto essi desiderano e ancora di più necessita loro, per soddisfare i diversi capricci poichè si ritiene così di renderli contenti ed appagati con la protezione degli anni futuri, che toglierà loro la possibilità della felicità.Ma è giusto questo significato per coloro che dovranno affrontare un'esistenza comunque difficile e poco comprensibile, in quanto avendo già avuto ogni cosa desiderassero, credono di poter ottenere nella vita ogni esigenza che si presenterà dinnanzi alle svariate occasioni durante le quali la rinuncia non è preventivata?Quest'abitudine li comprometterà in ogni divergenza, in ogni conflittualità, in ogni momento non appagato, poichè essi non comprenderanno che il sacrificio deve essere coadiuvato dalla necessità che rende l'esistenza priva di qualsiasi cedimento voluttuario, che si dispone per le proprie richieste di compiacere i desideri più facoltosi da esaudire.Se costoro fin da piccoli sono stati abituati alla concessione di tutto quanto chiedevano, come si farà in seguito a dimostrare e a far comprendere che è necessario rinunciare talvolta, a speranze che non sono configurate, nè permesse nella vita di coerenza e di rispetto?Se non abbiamo mostrato che il CASTIGO è talvolta necesssario non solo per temprare il carattere, ma per insegnare che alcune situazioni non sono permesse, che non si devono e non si posssono compiere azioni che compromettano in un futuro la convivenza con la società... come s'identificheranno costoro con gli altri, se non sono stati educati al rispetto e alle convenzioni richieste?Ed ecco che subentrano azioni dolorose che affermano la precarietà dell'individuo di fronte a ciò che non ottiene, a ciò che non può permettersi, a tutto quello che la vita con le sue possibilità gli nega..allora perchè non rubare, non appropriarsi di quello che si desidera con la falsità,con il sotterfugio, con dimostrazioni di chiarezze deleterie per il concetto di essere considerato una persona onesta?A questo punto si rifletterà... forse il CASTIGO dei picccoli negato per il troppo affetto e mancato negli anni che precedevano la vita futura, non sarebbe stato un significato terribile nella configurazione che potevamo dargli, bensì una necessità per fare comprendere che nella vita, alcune necessità credute tali, devono essere vagliate prima di ottenerle in maniera delinquenziale, in modo da soddisfare i capricci che l'età adulta non comprende nella specificazione dell'onestà...
martedì 20 aprile 2010
LA DIGNITA'
E' una parola che compromette tutta l'esistenza umana poichè come in uno specchio, essa si riflette come un'immagine trasparente e non disturbata nei contorni che esplicitamente dimostrano una precarietà del significato che attribuiamo con la risolutezza dei nostri compiti.La DIGNITA' è sinonimo di chiarezza nella quale traspare tutta la vita che risente delle azioni pronunciate e trasmesse dal preciso comportamento di ogni aspetto, sia interiore che esteriore che le varie vicende della vita ci offrono e attraverso le quali si deve dimostrare di possedere in ogni circostanza questa qualità.Molto spesso le situazioni si osservano con molteplici aspetti nei quali il trasporto dei nostri sentimenti, ci fa sentire diversi dalla naturalezza dell'espressione manifestata da questa sensibilità...allora si determina la prospettiva d'essere considerati senza quella precisione, che dà la collocazione all'individuo nella società.Quante volte questa chiarezza si è presentata nelle nostre vicende nei momenti meno opportuni, nelle situazioni difficili per farci sentire ed ammonire che la sua presenza era determinante nella nostra vita?Quante volte abbiamo dovuto rinunciare a premesse confidenziali nelle quali il nostro piacere e i nostri desideri venivano appagati nel sentimento d'azione raffigurati nei nostri sogni e che per mantenere questo significato abbiamo abbandonato le nostre aspirazioni?In quante situazioni sia per il rispetto, sia per la nostra personalità, sia per un cognome noto, abbiamo deciso che non doveva accadere quella conflittualità che l'esistenza prometteva, se avessimo oltrepassato la soglia dei sospirati attimi che avvenivano nel nostro cuore?..La DIGNITA' è una sensibilità difficile e dolorosa da osservare, in quanto ci priva quasi sempre dei piaceri, dei momenti che riteniamo siano appaganti nella nostra permanenza terrena.In alcune città questo sentimento prevale addirittura sulla vita umana..si uccide per la DIGNITA' dell'onore, si fabbricano desideri di vendetta per il mancato rispetto di questa parola..anticamente bastava un tocco di un guanto per risolvere con un duello tale mancanza.Anche nelle decisioni amorose essa prevale sulle necessità che ogni individuo vorrebbe non ascoltare, ma che l'educazione dignitosa non gli permette di sorvolare o di non ascoltare le tentazioni che nella vita gli si offrono.E' difficile e doloroso questo sentimento, ma tutti coloro che hanno dimostrato di possederlo sono considerate persone che durante la loro esistenza con le precise rinunce, hanno configurato la chiarezza della propria immagine in uno specchio non appannato in cui traspare la figura con tutti i suoi contorni...
LA PROMESSA
Se nella vita si fa una PROMESSA bisogna mantenerla..prima di prendere un impegno si dovrebbe riflettere su quello che poi si dovrà osservare per dimostrare che il nostro aspetto nell'esistenza ha demolito le eventualità che si frapporranno fra la dichiarazione di respinta conflittualità, con i termini che la vita determina e con la chiarezza verso gli altri dei nostri sentimenti.Essa deve dimostrare quando la confermiamo che nulla ci potrà impedire di mantenerla, in quanto la parola data è un susseguirsi di emozioni che attraversano i momenti dell'attesa.Quando ci sentiamo deboli dell'impegno preso o quando le circostanze ci allontanano da tutto ciò che abbiamo detto in momento d'amore, riconosciuto come necessità altrui e anche come nostra devozione verso coloro che hanno bisogno di un accordo che promette aiuto reciproco, dobbiamo comunicare e non si deve dimenticare la nostra disponibilità per chi attraversa momenti di grande abbandono dalla propria chiarezza durante la quale vengono a mancare le speranze e le possibili eventualità, che riteniamo siano immagini ingannevoli per la salvezza di chi soffre.Nell'esistenza si deve avere fiducia verso coloro che offrono per l'altrui tranquillità una parola che promette di condividere le disavventure della vita.Si può e si deve contare sulla PROMESSA fatta, noi dobbiamo dimostrare la nostra lealtà e la nostra disponibilità verso chi si è qualificato alleato nelle nostre vicende dolorose ..Per chi non sente più l'impegno preso o dimenticherà per opportunismo le dichiarazioni di responsabilità pattuite, sarà ingannevole fuggire dinnanzi alle prospettive negative dell'apparenza futura, che dimostrerà una responsabilità non preventivata in cui le situazioni che si sono presentate hanno premeditato la fuga dalla "donazione"non mantenuta..in seguito le circostanze della vita si presenteranno nella stessa configurazione anche per noi e certamente non potremo fuggire per viltà o per indifferenza, per superficialità dai nostri impegni non osservati..Una PROMESSA ha un significato speciale per cui la nostra verità di completare una eventuale situazione di precarietà che nega la speranza futura, che allontana la prospettiva d'essere insieme e non più soli nell'amarezza delle dolorose vicende esistenziali,sarà la certezza di vivere un appuntamento con gli altri che hanno dimostrato di aiutarci nelle nostre difficoltà e nelle nostre amarezze che ci tolgono la tranquillità di vivere con sicurezza d'amore...Si riflette mai, che la delusione provata nella mancanza di parole trasmesse con una precisa convinzione per tacitare coloro che soffrono, possa determinare un peggioramento dei sistemi di serenità, mancati nel momento dell'allontanamento di coloro che hanno dimostrato la coerenza dell'inganno e della prospettiva di essere senza rispetto per la parola data?Si ritiene che le situazioni dolorose dell'attesa, che fa sentire la precarietà degli attimi di grande affanno e che comportano senso di responsabilità per chi ne ha subdolamente approfittato per scopi personali a mentire nella precisione di una paventata fuga, che in seguito si dimostrerà quanto sia stata ingannevole la PROMESSA ? No..la superficialità, il proprio egoismo non fanno sentire la tristezza altrui, non provocano il rimorso o la specifica evoluzione di svariate sensibilità dolorose che fanno male a coloro che sono rimasti delusi, poichè contavano e si fidavano dell'aiuto promesso..ma la vita è menzognera nei varii aspetti che dimostrano la poca lealtà degli altri...tuttavia non ci si deve soffermare sulle mancanze di quelli che non hanno sensibilità, sull'egoismo di coloro che non si curano delle dichiarazioni espresse con determinazione di assicurare la loro sincerità d'animo..altrimenti cosa significherebbe vivere?...
STUDIARE
Un amico mi ha chiesto di scrivere su questo tema...STUDIARE..un tempo i nostri genitori ci richiamavano spesso all'ordine dello studio, poichè il fine di ogni sacrificio dei giovani era quello di sistemarsi con una laurea che permettesse l'ingresso in società come "professionista".Fin da piccoli questa imposizione veniva richiesta in quanto si pensava di abituarci poco a poco alla verifica delle nostre possibilità d'apprendimento, attraverso le quali si manifestava il futuro delle qualità che ognuno credeva di possedere.Quante volte abbiamo udito "i grandi" che facevano progetti per noi e ci rinfacciavano i sacrifici che con la sopportazione della speranza li abbandonava a sogni, che magari poi non si sarebbero realizzati?Anche per quelli che non necessitavano di un attestato, lo studio era sempre considerato una meta ambita poichè per qualsiasi mestiere occorreva un apprendimento di tutto quanto prevedeva la consolidata e precisa affermazione, di ciò che si era studiato e la cui definizione degli argomenti appresi conteneva la risultanza che nessuno può togliere nella vita...anche per i lavori più umili l'esperienza unita alle prime lezioni studiate, serviva per ottemperare ad un lavoro di precisione e di speciale richiesta dell'esistenza scelta. Questo concetto di precisione oggi, dimostra chiaramente che è necessario il compito dello studio, poichè l'esistenza diventa sempre più difficile nell'affrontare i varii problemi della sopravvivenza futura e che anche coloro che possiedono il famoso "pezzo di carta" sono soggetti a lavori precari per non compromettere il loro avvenire .Quanti sono veramente quelli che con lo studio hanno conosciuto e compreso la finalità delle regole e dei contenuti attraverso i quali, si formava una cultura di base e poi quella della vita?Credo che vi sia comunque stata una forte sperequazione, poichè coloro che non riuscivano con il ragionamento a studiare le varie composizioni che riflettevano il nozionismo per essere in seguito, giudicati idonei attraverso gli esami, si configuravano tra coloro che non avevano le qualità d'essere ritenuti future promesse nei campi della cultura.Oggi se non si è figli di papà se non si possiede l'eredità di uno studio avviato, se non si hanno le "buone conoscenze" i giovani preferiscono andare all'estero per essere riconosciuti degni del lavoro svolto e soprattutto per essere stimati nella professione scelta con pubblicazioni e con il talento espresso attraverso sacrifici di varia natura..ma noi proprio per questo motivo, stiamo perdendo la migliore parte della società...la gioventù dei nostri ragazzi...
lunedì 19 aprile 2010
"STRINGERE L'AMICIZIA"
Vorrei essere spiegata cosa significa letteralmente questa frase "STRINGERE L'AMICIZIA"..per me il concetto è molto semplice..fare preziose scelte delle conoscenze che ci attirano per simpatia d'immagine,per significati compresi nella loro specifica situazione d'essere,per l'esistenza nella stessa città in modo da ritrovarci in seguito,per cercare quello che non si ha sia come presenza affettiva, sia come rifinitura della vita..in sintesi chiediamo agli altri di fare in piccola parte, la completezza della nostra esistenza.Allora senza l'utopia che al contrario il significato dovrebbe assumere, dovremmo cercare di parlare con chi abbiamo scelto..delle nostre specifiche verità e non delle menzogne configurate attraverso immagini, che denotano accattivanti sorrisi d'intesa, ma che in seguito si dimostreranno sarcasmi d'intolleranza perchè non si ha il tempo della conversazione seria e con la procedura della sincerità non appagata, con la presenza seppure virtuale degli altri.Si comprende in quel momento che questa frase c'impegna a condividere con chi scegliamo... i pensieri, le gioie, le insoddisfazioni, con coloro che necessitano come noi di tali manifestazioni?Abbiamo compreso l'importanza dell'impegno preso?Credo di no..poche sono le persone coerenti nello "stringersi la mano" in quanto essi la concedono come forma d'esibizione per dettare agli altri i propri pensieri, per pubblicizzarsi in maniera tale d' avere accoliti che li osannano per la magnificenza della personalità o della bellezza del caso.Quante volte si cerca di colloquiare con chi si crede sia disponibile, con chi si crede sia un amico(lo dice la frase stessa)ed invece si rappresenta una farsa senza gli altri attori?Ma la rubrica esiste...così come coloro che sono apparentemente bisognosi della conversazione altrui, ma che sostanzialmente fanno un soliloquio con la propria sperduta e non ritrovata collocazione che l'esistenza dona, a chi ne fa un uso diverso.Talvolta anche la congiunzione di tali procedimenti di richiamo alla stessa, convince che la natura degli altri sia disponibile alla riverenza dei loro capricci, ma la realtà configurata nell'essenza della vita, dispone con sollecite dimostrazioni che "il tutto" non accade e che ci sentiamo turlupinati dalla scaltrezza che gli altri credono di possedere.Ma tutto questo per fortuna, non appartiene a precisazioni ove esiste sinceramente questo significato in cui si comprende chiaramente la responsabilità assunta e con la verità di prospettiva dimostrata..coloro che sono innocenti nelle mistificazioni degli altri, invece si dimostrano AMICI nel significato a cui appartengono, leali e presenti con chi li ha scelti,solleciti e preziosi per coloro che sono soli, presenti e buoni consiglieri per chi ha dolore della vita che necessita di una risposta di bontà,che sentono nei loro sentimenti le varie sfortune dell'esistenza di coloro che soffrono per cui un invito sincero, una risposta affettuosa, un compleanno festeggiato, un invio di pensieri, di piccoli doni,di risposte di chiarezza che offrono "prelibatezze di cuore" e necessitano di questa rubrica per far "vivere gli altri"nella fratellanza umana....
L'INDECISIONE
Quante volte nella vita questa parola ha preso un posto difficile che ha poi portato conseguenze irrimediabili.Non tutti sono fortemente precisi nel tragitto dell'esistenza a prendere in mano situazioni difficili e che coinvolgono gli altri..allora si dice..ci devo pensare..dammi tempo..non lo so ancora..ma tutte quete frasi all'apparenza sembrano giuste se così fosse la verità, ma nella maggior parte dei casi si prende tempo per non assumerci una esplicità responsabilità che potrebbe condurci a chiarezze con altri che non desideriamo avere, in quanto ci sentiremmo coinvolti nei loro problemi e che in seguito potrebbero dirci.abbiamo seguito i tuoi consigli e ci siamo trovati di fronte a situazioni senza via d'uscita..Allora questa sensibilità si annovera fra le tante manchevolezze che la vita ci offre...Anche nei nostri confronti talvolta essa ci fa ponderare la scelta da compiere, in tal caso è d'uopo averla..ma se non ci permette nessuna possibilità di carattere specifico, allora siamo colpevoli di non essere abbastanza maturi nella vita che ci attende.Quando siamo tentennanti o torniamo indietro, sui passi già determinati da una scelta che in seguito decidiamo sia errata, quando non ci dedichiamo alle prospettive che ci abituano alla comunicazione altrui con cui noi sentiamo l'obbligo di renderci utili con i nostri consigli, con le nostre esperienze, è proprio così che si svolge il nostro compito d'amore, e così che la vita di bontà verso coloro per cui nutriamo affetto, deve essere completata con la presenza dei nostri pareri e delle nostre precisazioni.Purtroppo l'esistenza spesso ci delude..nella maggior parte delle persone vigila sempre un certo riserbo per la vita degli altri..si tenta d'evadere da tutto ciò che risulta complicato, da quello che ci fa riflettere..si desideno le occasioni facili, il divertimento senza complicazioni, le amicizie leggere e futili..ma se poi accadesse a noi quello che non sentiamo di dare agli altri cosa succederebbe ?Diremmo che non siamo stati capiti, che non si sono comportati con affetto e che ci sentiamo soli..ma allora ci chiediamo il perchè di questo significato che lascia in ogni cuore le speranze negate, le sollecitazioni respinte, le consapevolezze dimenticate?Il "nulla" di tutto quanto nella vita si chiama coraggio, disponibilità e ardore nella confidenza di proporre a coloro che necessitano di tale precarietà, l'aiuto che chiedono.Per quanto riguarda la propria vita l'INDECISIONE talvolta, conduce a ragionamenti errati, a scelte sbagliate, a diversi cammini che non si congiungeranno mai e che troveranno col tempo la specifica soluzione dei mancati richiami che l'esistenza ci offre..
LA MALINCONIA
Fuori piove..il tempo è grigio come il nostro cuore e una profonda MALINCONIA ci pervade.Sentiamo che il "tutto" non ha quella importanza che ci sembrava fosse così decisiva, nel fondo dell'anima..che la vita scorresse senza di noi..che le occasioni erano ormai perdute e che il mondo intero ci dimostrava tutta la sua poca riconoscenza e ostilità..quanti ricordi trascorsi fluivano dinnanzi a noi nella mente,con le immagini di essere sempre stati presenti dentro di noi, anche se offuscati dai momenti che l'esistenza ci obbligava a dimenticare..quante situazioni vissute e non vissute si chiamavano l'un l'altra, per dimostrarci che il tempo era trascorso con l'ineluttabilità della vita, che ormai il nostro tempo non era stato clemente con noi..quanta delusione..quanta MALINCONIA...alcuni dei nostri più cari amici ci avevano lasciato così presto, altri erano andati lontano per motivi diversi, alcuni non ci avevano neanche salutato..eppure noi abbiamo continuato con l'amarezza e il rimpianto di quello che non abbiamo vissuto, a considerare nuovi traguardi su ciò che l'esistenza ci offriva, come fosse una specie di tombola vivente, nella quale si promettevano vincite superlative e che invece continuava a mostrarci per adescare il nostro cuore.Quanta tristezza attraverso la parata delle cose impossibili, che ci avevano tormentato, che ci avevano tolto il sonno, che ci avevano procurato delusioni..ma che in definitiva oggi, si sono trasformate in illusioni di un tempo ormai lontano..la tristezza con il volto malinconico, guarda la chiarezza del momemto e fa l'occhiolino alla sospirata realtà di solitudine dei nostri desideri che ormai non esistono più, in quanto ci siamo rassegnati alla loro perdita e che come ho già detto, sono del passato e non più del presente.Oggi ci sentiamo più sicuri delle nostre scelte, dei nostri sogni i quali non rappresentano più un pericolo o una battaglia con l'esistenza per realizzarli..oggi la nostra chiarezza chiede "mercede" alla vita che avanza e alla MALINCONIA da cui è pervasa...
domenica 18 aprile 2010
IL PARACADUTE
Quando sentiamo questa parola pensiamo immediatamente di riferirci a coloro che riteniamo siano gli spericolati dell'aria, o quantomeno a coloro che per salvarsi da un cataclisma di bordo ritengono in questo modo di salvarsi la vita..Abbiamo mai pensato che vi sono anche le persone che attraverso "il respiro dell'aria" trovano pace, coraggio e soluzione ai propri problemi?Certamente no...noi sopportiamo le nostre pene con semplice chiarezza del dolore, ma se ci fermassimo un istante a prevedere che la vita ci può tendere un tranello per il periodo che dovremo vivere ci accorgeremmo quanto sia precario il nostro futuro.
Librarsi nell'aria, avvertire che siamo potenti sopra la "prelibata terra" poichè secondo noi essa contiene ogni squisitezza per il nostro famelico palato, dovremmo fare i conti con la spettacolarità dei pensieri che attraversano la mente, quando siamo liberi da ogni conflittualità, da ogni preservata richiesta di essere con gli altri solo per attimi di dolore..invece lassù sentiamo che poi, siamo contenti di essere riusciti a renderci superiori alla mediocrità, che stiamo sorvolando il cielo, che tutto ci appartiene in quel momento in cui addebitiamo alla sofferenza, di nascondere i nostri sentimenti per non riscuotere la compassione altrui..Ma come sono gli altri?Noi vediamo solo la loro apparenza che ci vogliono mostrare, poichè essi credono di poter ottenere qualsiasi cosa la vita offre, ma in sintesi questa considerazione è effimera, poichè l'esistenza è sì deplorevole talvolta, ma ci dona proprio per questo, un graduale potere di sopportazione e di dolcezza che al contrario gli altri non hanno.Coloro che non sanno, coloro che non chiamano la vita una "probabilità d'essere" poichè essa li ha traditi, non hanno compreso che esiste sempre con la volontà, la possibilità di superare ogni momento di costruzione negativa che ci allontana dal mondo.Quando l'uomo sente dentro di sè una elaborata finalità di potersi considerare come gli altri, quando avverte l'amore sincero degli altri, quando conosce la "simbiosi" con gli altri, allora si convertirà alla preferenza di conoscenza oltre i limiti del senso di comunicazione, poichè avrà trovato lo stimolo cioè il segreto della vita che deve affrontare.Quanti sono coloro che non hanno questo creativo movimento, che determina la regolarità dell'esistenza di chi invece si addormenta nelle possibili conseguenze durante le quali trovano posto le recriminazioni, le dispute con sè stesso e con coloro che gli sono accanto in quanto considerano la propria insicurezza, sotto la forma dell'infermità?No..non deve avvenire così..si deve lottare comunque... la vita non fa sconti a nessuno, anzi ci obbliga a prezzi elevatissimi da pagare, il cui biglietto in un modo o in un altro è uguale per tutti.....
Librarsi nell'aria, avvertire che siamo potenti sopra la "prelibata terra" poichè secondo noi essa contiene ogni squisitezza per il nostro famelico palato, dovremmo fare i conti con la spettacolarità dei pensieri che attraversano la mente, quando siamo liberi da ogni conflittualità, da ogni preservata richiesta di essere con gli altri solo per attimi di dolore..invece lassù sentiamo che poi, siamo contenti di essere riusciti a renderci superiori alla mediocrità, che stiamo sorvolando il cielo, che tutto ci appartiene in quel momento in cui addebitiamo alla sofferenza, di nascondere i nostri sentimenti per non riscuotere la compassione altrui..Ma come sono gli altri?Noi vediamo solo la loro apparenza che ci vogliono mostrare, poichè essi credono di poter ottenere qualsiasi cosa la vita offre, ma in sintesi questa considerazione è effimera, poichè l'esistenza è sì deplorevole talvolta, ma ci dona proprio per questo, un graduale potere di sopportazione e di dolcezza che al contrario gli altri non hanno.Coloro che non sanno, coloro che non chiamano la vita una "probabilità d'essere" poichè essa li ha traditi, non hanno compreso che esiste sempre con la volontà, la possibilità di superare ogni momento di costruzione negativa che ci allontana dal mondo.Quando l'uomo sente dentro di sè una elaborata finalità di potersi considerare come gli altri, quando avverte l'amore sincero degli altri, quando conosce la "simbiosi" con gli altri, allora si convertirà alla preferenza di conoscenza oltre i limiti del senso di comunicazione, poichè avrà trovato lo stimolo cioè il segreto della vita che deve affrontare.Quanti sono coloro che non hanno questo creativo movimento, che determina la regolarità dell'esistenza di chi invece si addormenta nelle possibili conseguenze durante le quali trovano posto le recriminazioni, le dispute con sè stesso e con coloro che gli sono accanto in quanto considerano la propria insicurezza, sotto la forma dell'infermità?No..non deve avvenire così..si deve lottare comunque... la vita non fa sconti a nessuno, anzi ci obbliga a prezzi elevatissimi da pagare, il cui biglietto in un modo o in un altro è uguale per tutti.....
LA FESTA
Che significato ha la parola FESTA o un giorno di FESTA ?.. Ambedue significano una ricorrenza diversa..la prima un giorno particolare se non speciale durante il quale si avvicendano i varii momenti che la vita dispone per noi..una ricorrenza da ricordare durante la quale coloro che ci sono accanto e che conoscono il giorno fatidico, vengono a festeggiarci con grande entusiasmo per dimostrarci il loro affetto recando doni, pensieri che noi amiamo ricevere. La semplicità dell'occorrenza ci porta a sentire che gli altri ci amano, che si sono ricordati di noi.Quanta attesa per quel giorno..c'e stato un preparativo di cuore aspettando con ansia che le persone care arrivassero alla porta, che ci ricordassero con sincerità ma soprattutto che avessero conservato nel loro cuore la data fatidica...ma quante volte con l'andare negli anni ci siamo noi dimenticati della ricorrrenza e gli altri ci hanno manifestato il loro ricordo con felicità e speranze di un futuro migliore?Vi è poi la FESTA per una nascita, per un avvenimento di lavoro, per un'occasione particolare che ci chieda di essere insieme agli altri e non da soli..com'è triste un bicchiere di "champagne" da bere da soli con candele accese, perchè nessuno si è ricordato di noi..o quando ci chiudiamo in noi stessi senza voler vedere nessuno, in quanto abbiamo deciso che gli altri ci hanno deluso,o per mancanza di amicizia sincera o per parentela lontana... allora si fa finta che quel giorno è uguale agli altri, che nulla è cambiato per noi...ma non è così.la vita ci offre tanto poco che dovremmo sentire il dovere di essere benevoli con noi stessi ed apprezzarci di più.Infine vi è il giorno di riposo chiamato anche "di FESTA" per coloro che lavorano e che durante il quale, ci si alza più tardi e si fa colazione nell'intimità familiare dedicandoci a tutto quello che abbiamo dovuto trascurare durante la settimana per gli obblighi presi, sia con il lavoro che con le varie opportunità della vita..ma è pur sempre un giorno diverso, che ci fa staccare dai pensieri, dalle continue ed indaffarate complicazioni dell'esistenza e che durante il quale avvertiamo la completa tranquillità delle ore trascorse e per le quali,offriamo la nostra volontà per andare avanti...
sabato 17 aprile 2010
DIMENTICARE
Nella vita non desideriamo DIMENTICARE nulla..neppure ciò che ci ha fatto soffrire poichè anche quei momenti sono serviti ad insegnarci che si può continuare a vivere pur essendo rimasti soli e al contrario ipocritamente dentro di noi, ci obblighiamo a conservare in un angolo le esperienze negative che ci hanno fatto penare per darci la sicurezza d'andare avanti con la forza che crediamo sia necessaria e per la quale siamo disposti a relegare il nostro passato nella segretezza del cuore ..Ma è necessario il non ricordare le offese, i tradimenti, le manchevolezze ricevute, altrimenti non esisterebbe il perdono e poi come faremmo a dare ancora la nostra fiducia?Come faremmo ad aprire il nostro cuore ad un eventuale incontro che si profilerà all'orizzonte,come potrebbe una madre mettere al mondo altri figli se ricordasse la sofferenza patita precedentemente?.Allora DIMENTICARE significa non ricordare, in modo da escludere dalla nostra vita l'avvenire con le sue impreviste sucessioni nel tempo,poichè vogliamo dimostrare a noi stessi che abbiamo imparato la lezione, che nessuno ci colpirà più, che siamo pronti a difenderci con i denti di fronte a coloro che crediamo siano pericolosi interventi nella nostra vita in quanto noi supponiamo con l'esperienza del passato, si vogliano approfittare di noi..e se così fosse?Vale la pena la rinuncia di un cammino anche se nuovamente doloroso, ma che può offrirci ancora alcuni attimi di gioia?Perchè chiudersi in un sentenzioso colloquio con noi stessi in cui affermiamo le nostra difese all'esistenza, che al contrario ci spingerebbe ad affrontare le relative conseguenze con situazioni analoghe alle precedenti? Questo comportamento significa non lasciare in un angolo la precarietà delle azioni ricevute con cattiva negligenza e andare incontro nuovamente alla vita che si apre dinnanzi a noi e che solo, talvolta, ci dimostrerà che vale la pena viverla.Ma quel "talvolta" è sicuramente la sentenza d'essere in un momento felici,in un momento senza pensieri,in un momento di grande sensibilità e il rinunciarci sarebbe davvero uno spreco della nostra esistenza...
venerdì 16 aprile 2010
GLI AMICI
Gli AMICI che s'incontrano sono rari..sono come granelli di sabbia nelle scarpe ..se danno fastidio sono impiccioni,se non si sentono sono innocui..così afferma una sentenza della vita..ma avere un amico sincero e devoto oggi è difficile.Quando sei a scuola scegli coloro che sono più vicini alla tua simpatia, al tuo pensiero, alla tua manifestazione d'essere..poi divenuto grande ritieni a volte, che coloro che avevi scelto non sono più nelle tue aspettative e decidi di allontanarti per fartene degli altri,ma non hai compreso che coloro che hai abbandonato sono quelli "veri" poichè la vita con quelli che sceglierai nuovamente, si frapporrà tra di voi con le vanità, con le sopraffazioni, con le mentite spoglie del sorriso ed invece nei loro cuori ci saranno solo invidia e sorrisi di circostanza.La vita non è semplice nelle sue configurazioni nelle quali si deve scegliere ogni qualvolta l'occasione ci fa sentire abbandonati dalla sorte, di quando ci sentiamo offesi dalle circostanze e nel momento del dolore abbiamo bisogno di una spalla per confidarci...essa si mostra negligente e deludente allo scopo di renderci quegli attimi conosciuti come "abbandono" dei nostri conflitti e ci dimostra che dobbiamo farcela da soli poichè se anche gli altri dimostrano d'esserci accanto.. è in noi che dovremo cercare la soluzione ai nostri problemi..Allora a cosa servono gli amici?Essi non servono..ma ci sono accanto nelle miserie dell'esistenza, solamente per offrirci l'opportunità della loro presenza, per dimostrarci che desiderano aiutarci secondo le loro possibilità e non secondo le nostre pretese,che ci comprendono in quanto gli anni trascorsi insieme hanno donato la conoscenza reciproca dei nostri sentimenti e dei nostri caratteri.Ecco perchè se siamo uniti fin dall'adolescenza, la nostra esistenza sarà compresa su un binario che scorrerà nella stessa direzione e che non sarà diversa da quella ottenuta dopo, nelle svariate impressioni che la vita ci offre..non sarà delimitata da semplici interventi momentanei, ma da sentiti sentimenti che ci hanno unito nel tempo..Gli AMICI quelli veri sono pochi..gli avvenimenti futuri, dimostrano che le svariate vicende della vita allontanano coloro che credono d'esserlo per sempre, ma che talvolta per la stessa scelta che configuri l'immagine femminile, per una diverso percorso che definisca i nostri progetti, per l'allontanamento dalla città in cui viviamo, essi svaniscono e non li ritroveremo più..ma tutto ciò ci afferma, che ognuno di noi deve fidarsi ciecamente dei "veri amici" in quanto nel loro cuore,essi sanno perfettamente che non ce ne saranno degli altri, poichè li consideriamo fratelli ...
LA CORTESIA E LA GENTILEZZA
Queste due sensibilità un tempo s'incontrarono e decisero di conservare la propria autonomia in quanto coloro che le amavano le distinguevano per pareri diversi..c'era colui che desiderava essere gentile solamente con chi gli stava a cuore..mentre gli altri rappresentavano solo una parentesi della vita..vi era colui invece ch'era cortese con tutti poichè innata era in lui questa sensibilità e credeva che nella vita essa apre tutte le porte..Un giorno si presentò loro la SUPERBIA che disse loro...non potete differenziarvi altrimenti sarò costretta a non essere privilegiata da coloro che si sentono tali..quelli che sono gentili dovrebbero essere anche cortesi..mentre gli altri saranno migliori poichè non s'incontreranno con la "plebe" e dimostreranno d'essere superiori a tanta generosità in quanto crederano che le vostre sensibilità sono inutili per una riuscita calcolata sulla chiarezza delle proprie possibilità..Ambedue si guardarono negli occhi e decisero all'unisono di dare la stessa risposta...è vero siamo sorelle ma fino adessso siamo state lontane, ognuna di noi non ha cercato l'altra poichè convinte d'essere ricercate, d'essere ammirate, d'essere contente dell'invito umano in quanto con noi essi ottengono molto di più..ma adesso che abbiamo conosciuto te.. abbiamo compreso il nostro errore..se vogliamo distinguerci dalla tua significativa presenza dobbiamo essere unite e così decreteremo la tua sconfitta..Ciò detto se ne nadarono a braccetto convinte nella loro unione felice, d'essere sorelle prossime..
L'INGRATITUDINE
Nella vita questo significato di dolore assume la certezza di non sentirsi amati.Anche se in un raccordo di persone unite per uno stesso scopo il quale si dimostri essenziale per la riuscita del progetto da creare, questo risultato avverrà per motivi dì orgoglio, per sentirsi migliori degli altri o per ottenere una ricompensa superiore... è sempre il cuore che soffre della mancata riconoscenza,della delusione ricevuta e del mancato affidamento delle persone che ritenevi fossero amiche e quantomeno affezionate per lo stesso progetto.Durante il tragitto terreno questa sensibilità s'incontra sovente, poichè pochi sono coloro che sono grati e che riconoscono nell'aiuto ricevuto la possibilità esaudita..perfino i figli oggi, si dimostrano con l'ingratitudine, in quanto non comprendono la possibilità d'aver donato loro la nascita..Si soffre molto quando quelli che fanno parte della tua esistenza, si dimenticano gli anni trascorsi insieme, dei problemi risolti all'unisono,delle difficoltà incontrate con sofferenza di sacrificio...No..tutto questo viene dimenticato con una semplice parola "INGRATITUDINE" nella quale le circostanze di un tempo passato per superare il momento di dolore e delle speranze alla fine esaudite attraversando particolari periodi, si dimostrano senza alcuna pietà verso coloro che sono stati accanto nei ricordi... di quando non possedevi molto e temevi per un risultato non preciso per la tua affermazione nella vita che rappresentava un esito definitivo, di una sofferenza che scambiavi con la paura per un male incurabile, di un'operazione che ti costringeva ad affrontare un esito incerto e che se ce l'avevi fatta, le cure successive facevano un male da morire,di un successo goduto insieme, di tutte quelle ricorrenze che attendevi con ansia e che durante le quali si avveravano i tuoi desideri etc..Ma ad un certo punto della vita per un motivo imprecisato,si verifica la dimenticanza degli avvenimenti trascorsi e si fa luogo all'egoismo dell'età che avanza e per la quale ci si sente in diritto d'accaparrarsi gli anni consentiti da chi?.. Non si conosce con precisione la risposta.. da te stesso, in quanto neanche tu lo sai e allora perchè non vivere alla giornata prendendo o credendo di prendere con maggiore egoismo della propria persona, nel modo più esecrabile possibile e dimenticando o facendo finta di dimenticare gli altri che hanno condiviso con noi ogni momento, a cui verrà procurata sofferenza e delusione?Ma non sempre tutto questo viene permesso, l'avvenire non lo conosce nessuno, l'ho già scritto e potrebbe riservare delle sorprese amare..tutto ciò che si credeva fosse assicurato ad un tratto verrà a mancare, tutto ciò a cui si propendeva per un proprio piacere, verrà smentito e ciò che si è preso dagli altri si dovrà rendere altrimenti non verrà più ritrovato..l'esistenza è una successione di eventi non considerati da chi non riconosce la possibilità d'aiuto altrui e per la quale a suo tempo sarà dimenticato...
L'INCERTEZZA DELL'ESISTENZA UMANA
Cosa noi sappiamo del futuro?Nulla..cerchiamo attraverso conoscenze altrui, con la nostra esperienza, con la sicurezza di nostri progetti e delle nostre azioni di saper o almeno di conoscere in parte, cosa avverrà in seguito se le configurazioni adottate durante il nostro cammino saranno ritenute giuste.Ma la vita ci dimostra tutto il contrario..coloro che aspettavano una vecchiaia felice probabilmente si ritroveranno soli e abbandonati, coloro che avrebbbero dovuto essere amati dai propri figli e non dimenticati, saranno lasciati ad un destino non immaginato, coloro che si credevano forti e sani ad un tratto si ritroveranno in un letto ammalati e senza alcun conforto, coloro che credevano in una vita lunga in un momento essa verrà a mancare..basta uno squillo alla porta, una telefonata, una lettera,una sbattuta d'uscio, un mancamento, per cambiare la nostra vita..ma allora a che serve sognare un destino meno amaro e che vagheggi risultati felici?A nulla..poichè noi siamo "un nulla" e crediamo d 'essere "un tutto".La vita non ci appartiene ci viene data "in prestito" per un determinato cammino e quindi non ne possiamo disporre a nostro piacimento...ci creiamo una famiglia ma saranno gli altri a decretarne il seguito, abbiamo un lavoro che crediamo definitivo, assicurato dai nostri studi, dalle difficoltà incontrate e che in un momento potrà esserci sottratto, siamo certi di godere ottima salute ma ecco che questa ci viene all'improvviso a mancare, abbiamo scelto un affetto per tutto il tempo dell'esistenza e questo ad un tratto ci lascerà...Cosa vi è di definitivo nel nostro percorso e quali sono i concetti stabiliti da noi per il futuro?Nulla..nulla è previsto..se solamente comprendessimo che il "tutto" che credevamo possedere, significa un "niente" per ciò che credevamo ci appartenesse di diritto e che la cui improvvisa mancanza ci attenderà al bivio del destino? Allora si rifletterà... è inutile fare sacrifici per la vita del domani, se questi ci riserverà delle sorprese non annunciate, nè previste..Non è esatto in quanto tutto ciò che si compie nel tragitto dell'esistenza, servirà a farci crescere, a farci conoscere le nostre difficoltà da superare, a farci sentire dentro di noi parole come affetto, pietà, comprensione, a non fare del male agli altri che sono come noi, ad educarci per quello che in seguito verrà.. ma che molti di noi non credono..allora veramente che significato avrebbe vivere?Nessuno.. se tutte le sofferenze, le mancanze, gli affetti sinceri si estingueranno in un breve attimo e nulla esisterà più..La vita ha un compito.. quello di prepararci nel bene o nel male dipende dalla nostra scelta, da quello che abbiamo creduto,imparato e osservato durante il breve o lungo viaggio che sia, ma alla fine essa dimostrerà che i nostri passi sono prima stati incerti come quelli dell'infanzia, ma che in seguito essi hanno assunto una spedita passeggiata di vedute sofferte o di spettacolì d'amore che ci hanno avvinto come in un film che con la parola "fine" terminerà lasciandoci divertiti,o in pace, o tristi per la vicenda interpretata,ma non conosciamo il "dopo film"..altrimenti saremmo più attenti alla sua proiezione...
mercoledì 14 aprile 2010
LA PUNTUALITA'
L'orologio ci dice quando siamo in ritardo o quando siamo in anticipo..ma purtroppo il vizio e la cattiva educazione di far aspettare le persone è maggiormente diventata un'opportunità di legge comune, in quanto si conserva forse il famoso proverbio..chi mi desidera mi aspetta..Non è vero..forse per la prima volta può valere questo sistema, ma in seguto colui che attende l'incontro se ne andrà via poichè l'attesa diventa un'abitudine nella quale la sofferenza determina ansia e talvolta anche preoccupazione..Colui che attende invano se si verifica un ritardo occasionale per motivi specifici, può anche considerare l'eventualità del caso, ma se l'occasione si ripetarà allora meglio dare un taglio netto in quanto la persona è inqualificabile.Se poi il ritardo è causato da un incidente, allora l'attesa diventa spasmodica e snervante fino all'arrivo di chi abbiamo aspettato invano e che non giungerà a causa di una probabilità non prevista. Le persone poco puntuali denotano una sottintesa prepotenza d' apparenza, poichè esse credono di farsi notare o di farsi desiderare.. sicuramente però, nel modo sbagliato.Mi ricordo di un'amica la quale ogni qualvolta dovevamo andarla a prendere a casa per poi recarci in qualche posto, immancabilmente pur conoscendo l'orario esatto,ci faceva attendere sotto il portone due ore per poi presentarsi elegante e sorridente quasi volesse dirci...ne valeva la pena..avete visto come sono bella?..Noi le prime volte siamo stati pazienti in quanto il suoi fidanzato era un nostro caro amico, molto innamorato e molto paziente, ma in seguito egli è andato da solo ad aspettarla fino a quando ce l'ha fatta e poi?..Ah!..Quando c'è l'amore..Ma a me hanno insegnato che la puntualità di una persona denota l'educazione e la precisione non solo verso gli altri, ma anche verso sè stessi...come si fa a non rispettare le regole di un lavoro qualsiasi quando si arriva in ritardo e chi ti aspetta è già da parecchio che si è presentato per vederti?E quando non si rispetta l'appuntamento per una visita medica, troverai quelli che ti hanno preceduto e che quindi sono già entrati e tu dovrai attendere un altro turno, o addirittura prenotare un altro appuntamento poichè coloro che sono stati puntuali non desiderano cederti il posto.A tale proposito ultimamente mi è capitato di andare da un medico importante per una visita..molte erano le prenotazioni e costui ci ha fatto attendere più di un'ora prima che arrivasse..quelli che lo conoscevano, invece di presentarsi all'orario stabilito essendo al corrente della sua cattiva abitudine,sono arrivati insieme a lui ma...gli altri si sono naturalmente ribellati e costoro hanno aspettato che tutti i presenti entrassero e solo allora essi potevano ricominciare il turno...o di quella volta che una mia cara parente la quale osservava questa pessimo comportamento con il consorte, quando una volta ella si presentò all'appuntamento come al solito in ritardo, non trovò più il marito ad attenderla..Certamente chi è avvezzo a ritardi precisi, non si aspetterà che un treno, un aereo attendano i suoi comodi e certamente rimarrà a terra guardando con delusione gli altri che invece sono partiti... Queste situazioni sono molto frequenti al giorno d'oggi, poichè la vita dimostra che tutto si può fare..che tutti si comportano in questa maniera e allora perchè preoccuparci?Ma se ognuno di noi seguisse codesto esempio cosa ne sarebbe di un preciso momento, di un senso stabilito in cui si effettuano le circostanze che l'esistenza impone per essere compresi in una società dove il rispetto e la capacità di verifica con l'educazione e la responsabilità, diventano complementi abituali della chiarezza d'essere considerate persone educate e senza configurazioni di cattivo gusto...
LA RICONOSCENZA
Chi di noi è riconoscente verso qualcuno o qualcosa ricevuta?Pochi credo.. poichè questa parola va sempre scomparendo e la vita si dimostra sempre più negligente di quanto ci aspettiamo.Quando le nostre insoddisfazioni si complicano con la verosimile apparenza della spettacolare costruzione di altri momenti, in cui la verità viene nascosta dagli eventi che si susseguono nei continui movimenti dell'esistenza, allora un imprevisto ragguaglio che ci consenta di superare le difficoltà previste ci fa dimenticare questo concetto.A volte nelle vita, l'insistenza dovuta alla scrupolosa evenienza adottata verso chi è meno corrisposto dalle sembianze amichevoli e dalle coloriture d'affetto che ci fanno sentire più inclini a sopportare gli ostacoli, le precarie situazioni durante le quali ci sentiamo soli a dover combattere contro di esse, la risposta cattiva di un nostro amico che sentiamo ostile nei nostri confronti, ci offrono la completa delusione dell'esistenza, poichè costoro ci hanno dimostrato che non provano nei nostri confronti amore o amicizia sincera..e ce ne lamentiamo rattristati dalle circostanze..ma quando viceversa queste mutano all'improvviso in maniera benevola nei nostri confronti o una persona non considerata, nè attesa, ci fa sentire che egli è accanto a noi nelle difficoltà, noi dimentichiamo la RICONOSCENZA e la configuriamo con l'indifferenza in quanto tutto ci è dovuto..tutto ha un significato ben preciso..abbiamo atteso e finalmente la conquista si è manifestata.Quando ci viene offerto un posto di lavoro, quando un amico ci presta una somma di denaro, quando ci sentiamo osannati per un'azione commessa, quando gli altri dimostrano il proprio interesse per noi..ci ricordiamo di mostrare loro RICONOSCENZA? Pochi sono gli individui che sentono questa affermazione..basta ricambiare con un presente, dire all'occorrenza..hai fatto bene, oppure... era un preciso dovere il tuo comportamento..ma usiamo mai il nostro cuore con il dire un "Grazie" sentito e non di circostanza?Tutti siamo un po' egoisti, tutti non desideriamo mostrare i nostri sentimenti più reconditi in quanto ci sembra di svelare un nascosto segreto in maniera tale che gli altri non ci possano colpire e per difesa abbiamo un sorriso accattivante che non precisa la serietà dell'offerta ricevuta, ma che ne minimizza l'aiuto datoci..allora perchè la richiesta?Perchè fare sentire che siamo sull'orlo del baratro, senza l'aiuto altrui?Non affermo assolutamente che si debbano baciare le mani, come si usava anticamente per la soluzione offerta, ma sicuramente con parole di RICONOSCENZA far sentire a coloro che ci hanno aiutato, la nostra sincera risposta d'amore risolto e non dimenticato...
martedì 13 aprile 2010
IL VOLONTARIATO
E' una missione molto particolare poichè coloro che la svolgono fanno "un cuore" con in fratelli bisognosi,di qualsiasi elemento umano necessiti.Vi sono bambini che sono gravemente ammalati ed hanno bisogno di compagnia che li rallegri, che racconti loro favole,che li distragga dal dolore che minimante faccia loro percepire che "tu sai"..ma che mostri con sorriso la loro guarigione anche se essi "sanno"e sono più grandi di noi, nel non farcelo comprendere...talvolta ci si chiede il perchè..ma non esiste un perchè per la ragione umana, esiste la FEDE che ti dimostra che non te lo devi chiedere ma devi accettare..è difficile questa comprensione poichè noi abbiamo concetti affettivi limitati..che il cuore di una madre non può reggere ad una così grande disgrazia, così come avviene per la perdita di un congiunto ancora giovane..ma se noi conoscessimo il perchè ce ne faremmo una ragione?Non credo, non esiste una ragione di fronte ad avvenimenti così dolorosi..eppure per chi crede veramente si ricorda mai che la MADONNA ha perso un Figlio a soli trentatrè anni senza ch'Egli abbia compiuto nulla di male?Ma si risponderà non era più un bambino..e poi non ha sofferto così tanto..no.. al contrario ha sofferto come noi senza aver fatto nulla che fosse considerato un oltraggio per l'umanità... anzi lo ha fatto per offrirci un Domani definitivo, per darci una possibilità a cui molti credono e purtroppo altri lo considerano solamente un notevole personaggio storico ..ma io sto divagando e tornando ai fanciulli..ci siamo mai chiesti se noi genitori fossimo un tantino colpevoli della loro procreazione?La scienza non è arrivata a queste deduzioni, ma noi siamo sicuri di conoscere il momento del concepimento durante il quale eravamo certi del nostro amore senza conseguenze?...Vi sono poi, coloro che hanno una certa età ed hanno necessità varie..chi ha bisogno d'essere aiutato a mangiare poichè con le sue braccia non ce la fa..chi ha necessità di compagnia e di qualsiai aiuto possibile poichè vive in un letto ammalato di sclerosi che non gli consente il benchè minimo movimento ed attraveso il nostro aiuto, riesce a condividere un po' la vita con noi...chi si è rotto una parte del corpo e necessita delle più elementari cure per poter di nuovo camminare..chi non riesce a camminare da solo poichè le gambe non lo sorreggono del tutto e ha necessità d'essere accompaganato e così via..tutte queste persone hanno bisogno di sentire che gli altri ci sono, che non sono abbandonati, che l'amore loro negato dalla vita per varii motivi gli viene resituito da chi gli sta accanto..da chi li fa sentire che fanno parte della loro famiglia e non di un momento..solo un momento..è facile dire ad una persona ..ti sono accanto..mi dispiace..ma è più difficile avvertire lo stesso dolore con la richiesta al SIGNORE nell'affermare ..dallo a me e non a lui..oppure voglio condividerlo con lui.. così si sentirà meno solo..si, è difficile ..ma l'amore quello vero non conosce confini..uno sguardo, una stretta di mano con dolcezza, una voce che dimostri nei toni tutto l'affetto che desideriamo fare sentire con intensità a coloro che soffrono, non perchè sentiamo solo di aiutarli, ma perchè li consideriamo "fratelli" e come tali si conserva l'amore della famiglia.Questo compito come ho già precisato, è una "missione d'amore"..come i Sacerdoti che muoiono in una terra straniera per dare aiuto alla popolazioni sofferte dalle lotte interne,dalle malattie, da ciò che non conoscono, ma che recano loro, talvolta danno e morte..eppure costoro potrebbero risiedere nella loro città comodamente e dare agli altri il VANGELO di DIO...ma la Chiamata alla Fratellanza umana è più forte e anche da qui parte la parola VOLONTARIATO, in quanto pur conoscendo le difficili situazioni a cui andranno incontro. si recano in Paesi stranieri ad aiutare gli altri.Desidero terminare questo mio scritto, dedicandolo a coloro che non possono muoversi, ma che sono ancora pieni di calore umano verso quelli che soffrono..costoro anche se immobilizzati per motivi minori, cercano di aiutare gli altri con un dialogo ricorrente in maniera tale, ch'essi sentano una presenza, una certezza di non essere stati abbandonati, di poter contare sulla chiarezza d'affetto incondizionato di colui che non fa il solo il VOLONTARIATO..ma che li ha scelti per AMORE .. solo per AMORE...
A LAVARE LA TESTA ALL'ASINO...
A LAVARE LA TESTA ALL'ASINO SI PERDE TEMPO ACQUA E SAPONE...così afferma un noto proverbio in cui è sintomatica la TESTARDAGGINE..Quando si cerca di far comprendere una situazione nel convincimento che questa sia nociva per il risultato previsto e non con certezza dimostrato, si avverte talvolta negli altri una sentenza di completa indifferenza o di consiglio del tutto abbandonato in quanto chi ascolta non vuole ascoltare..da qui il famoso detto. E' difficile far cambiare opinione a qualcuno che si mostra come l'asino, in quanto questo animale è proverbilamente testardo e quando s'impunta scalcia, ma non ti ascolta.Quante volte nella vita abbiamo cercato di ragionare con chi non era d'accordo con noi per un giusto motivo che significava un risultato positivo, mentre le conclusioni addotte dagli altri, risultavano errate e probabilmente deleterie per chi non voleva definire le proprie necessità esposte con sintetiche ed erronee manifestazioni di scolorite giustificazioni.E' inutile continuare una discussione non avvertita come un senso di ragionevolezza, nella quale si mostrano i varii aspetti che delineano e configurano le supposizioni previste dalle conclusioni sbagliate che precipiteranno in un confuso e senza dubbio perdente risultato.La persona testarda non capirà mai che colui che gli espone le svariate maniere del discorso da lui già definito, contiene errate definizioni..anzi se ne approfitterà per dimostrare che le sue insicurezze cambiate in TESTARDAGGINE del momento per non essere giudicato inesperto, gli consentiranno un atteggiamento privo di concetti esatti e non definitivi per essere affrontati con dignità.Scalcerà come un somaro, ma cercherà di convincere l'altro che in definitiva le sue opposizioni hanno un fondamento di verità opportunistiche che gli consentiranno la possibilità d'eludere la sconfitta.Costui somiglierà ad un asino in cui le vicende della vita gli dimostreranno attraverso le situazioni che si presenteranno e che dovrà affrontare per acquisire una certa esperienza,che i consigli rifiutati un tempo in quanto considerati inutili per la sua capacità di ragione, gli conferiranno il famoso proverbio.."A LAVARE LA TESTA ALL'ASINO SI PERDE TEMPO ACQUA E SAPONE"...
lunedì 12 aprile 2010
LE BARCHE... (DEDICATO A MIO PADRE)
Sono cresciuta con le BARCHE..La mia famiglia ha sempre posseduto mezzi a mare anche quando pochi erano quelli che avevano la possibilità di conservare quest' opportunità anche d'inverno..poichè d'estate sicuramente il prezzo è alto, ma d'inverno per la loro manutenzione diventa eccessivo.Mi ricordo di quando molto piccola trascorrevo il sabato in primavera, poichè si doveva preparare la BARCA per l'estate, nei Cantieri a Posillipo, di quando mio padre mi gettò in acqua a cinque anni con una corda in vita per insegnarmi a nuotare..a nulla valsero i miei strilli..così doveva essere e così avvenne, ma imparai a nuotare..Mio padre aveva una passione sconfinata così come i fratelli per il mare, ma mentre loro adoravano la velocità a mio padre piaceva godersi la traversata che avveniva lentamente con la vela(egli la preferiva alle barche a motore) e a me sembrava che non si arrivasse mai.Egli ne ha possedute diverse.. dal gozzo al panfilo, al cutter,al cabinato, a barche a motore, al motoscafo ARISTON e al BORA con vari numeri, sempre con eleganti cuscini dello stesso colore che si faceva fare e che guai a sporcarli.. ma quello che preferiva di più era "il gozzo" perchè andava più lentamente degli altri.Una volta, mi ricordo che andavamo a Capri, c'erano con noi degli ospiti come sempre avveniva, in quanto non avendo la possibilità del bagno stupendo, gli amici di mio padre facevano "a gara" per venire con lui per mare e durante una tempesta che stava per sopraggiungere in cui pioveva a dirotto con un vento pazzesco, una signora dell'aristocrazia napoletana del gruppo, si mise a piangere e a strillare..allora mio padre la redarguì, ma costei presa dalla paura continuava a strillare, mio padre fu costretto a darle uno schiaffo e costei immediatamente si calmò ed egli riuscì ad entrare nel porto assicurandoci la vita...di quando il "mare era di sotto" così si usava dire e la barca ondeggiava ed io detti di stomaco..c'erano a bordo una coppia stupenda soprattutto lei ch'era bellissima ..dirò solo il nome "Pincen" era inglese ..mio padre dovette all'arrivo vestirmi completamente..mi ricordo dei bagni al Cenito e alla Gaiola quando dopo pranzo, la calma del luogo ti faceva sentire serena e felice e ti godevi al dondolio della barca, il riposo con la frescura della brezza e con la tenda che ti proteggeva dai raggi del sole...a proposito del pranzo mio padre a mare portava solo acqua fresca e tanta frutta quando dovevamo trascorrere una sola giornata, poichè diceva che il cibo con il caldo faceva male..e poi non era elegante fare i panini e così via...di "Progiolone" che vendeva con la sua barca la parmigiana di melenzane ed altre ghiottonerie e gridava con il megafono dicendo..Sono qui... Chi mi vuole?...Ma naturalmente mio padre faceva finta di non sentire...non era "chic"mangiare quella roba a bordo e poi si sporcava..e a noi veniva l'acquolina in bocca vedendo gli altri che assaggiavano le sue prelibatezze.A tale proposito pur avendo un marinaio, mio padre era talmente ossessionato dalla pulizia della barca che quando eravamo in sosta in qualche posto, si alzava alle sei del mattino scendeva in mare e la puliva nella parte inferiore con una spazzola ed in seguito mi costringeva a lucidare gli ottoni..sempre con la sveglia a quell'ora.. così affermava essa sarà senz'altro più pulita...e non è vero che a bordo si dorme bene poichè il dondolio delle onde per chi ha il sonno leggero è terribile.Il nostro marinaio si chiamava Raffaele, il quale come vedeva mio padre scattava sugli attenti...si fa per dire.. e andava a prendere subito la barca e con il "mezzo marinaio" un'asta che allontanava gli altri mezzi a mare, si faceva largo per non urtarli..guai a salire su di essa con le scarpe..le urla di mio padre arrivavano fino in cielo..e poi subito mettere dentro i parabordi..si dovevano piegare negli appositi armadietti con cura i vestiti e non mettersi dinnanzi al timoniere per non offuscargli la vista, sedersi altrimenti la barca avrebbe fatto più peso da una parte...una faticaccia, ma poi quando eri nel mare aperto tutto si dimenticava poichè la gioia della navigazione con il vento che non ti faceva sentire caldo ti dava una sensazione particolare, allora ti stendevi sul "prendisole" a prua e ti facevi condurre sapendo con sicurezza che la mano era esperta.Alle volte si andava al ristorante, ma mio padre era sempre parco nel farci mangiare altrimenti se non trascorrevano tre ore durante le quali avveniva la digestione, non ci faceva fare il secondo bagno..io ne approfittavo.. alle diciotto nell'orario del rientro per tuffarmi dal Cenito fino al Circolo mi facevo trainare con una corda della barca fino all'arrivo.. che goduria...La sera quando pernottavamo in un luogo, vi era il trasbordo da una barca all'altra poichè tutti si conoscevano, in quanto come ho già detto, erano in pochi a possederla..ed allora si mangiava a bordo scambiandoci le portate e si trascorreva la notte guardando le stelle e raccontando episodi divertenti...raramente si andava a ballare..solo se si era a Capri.Oggi purtroppo non è più così..il mare è attraversato da gommoni. da barche sproporzionate. da yatchs, da tutto di più..poichè tutti si possono permettere questo mezzo,infatti sembra di stare in mezzo al traffico..una volta si doveva avere la patente, ma in quest'epoca pochi sono coloro che rispettano questa regola..allora è meglio darsi ai viaggi..
"L'OZIO PADRE DEI VIZI"
Colui che è ozioso è più soggetto a lasciarsi trascinare da qualsiasi atteggiamento privo d'efficacia e per cui si ritiene valida la permanenza nel "dolce far niente".Ma la vita che è sempre in guardia delle probabili esperienze attuate con la specifica alleanza che dimostrino insieme alla tolleranza gli aspetti poco forbiti nella speculazione di poter intraprendere qualsiasi attività che senta la certezza del desiderio di compiere un lavoro, non si complica con lo spettacolo nell'accettare il significato "dell'OZIO PADRE DEI VIZI" .Noi ci chiediamo il perchè questa terminologia sia così deleteria nell'esistenza umana ..ma considerando che ognuno di noi incontra difficoltà continue nell'impresa di doversi sobbarcare di quasiasi aspetto negativo della precisa richiesta di essere configurato tra coloro che si addebitanio la sconsolata vita di lavoro continuativo, si offre un panorama di svariate conseguenze di situazioni non morali che derivano da questa situazioneMentre normalmente si ritiene valido il detto "la Madre è sempre certa il Padre incerto"...in questo caso specifico la logica risulta capovolta.Quelli che non sono considerati dalla società "Uomini"poichè le loro costumanze sono prive di significati e credono di godersi una lunga vacanza durante la quale essi godono la precarietà di situazioni che in seguito si concretizzeranno a loro discapito, con conseguenze gravi per le mancate sollecitazioni che si chiamano "verità" di specifiche e sincere relatività naturali, durante le quali s' imparano le formalità da adottare e che in seguito creeranno l'esperienza per un futuro il più possibile determinato dalla sicurezza e dalla concretezza dell'esistenza umana.Al contrario, chi ha creduto di godere solamente i frutti dall'albero della vita, senza ch'essi siano diventati maturi con la conoscenza delle svariate situazioni d'affrontare, sarà rimasto senza protezione e senza riconoscimenti che gli avrebbero donato la capacità di andare fino in fondo..
IL POTREI...MA NON VOGLIO
Questa terminologia vuol significare che non tutti si prodigano per una finalità di conseguenti e sottintesi elementi che la vita offre a coloro che la interpretano senza difficoltà nel lavoro e le possibilità che da esso possono scaturire in quanto nell'esistenza variano le deduzioni delle provvisorie e temute chiusure delle probabilità del "non far niente".Coloro che non si vogliono assumere progetti di costruzione per la vita che determinino l'eventualità di non essere giudicati privi di sollecitazioni che muovono l'individuo per sopperire a tutto quello che gli necessita fa scaturire dalla volontà d'azione e dalla necessità di mantenersi in condizioni d'essere protetto da ogni eventualità di negative esperienze.Ne consegue che la pigrizia determinata dall'ozio e dalla mancanza di voler intraprendere una qualsiasi attività, dimostra chiaramente che l'individuo "potrebbe fare" ma non desidera attuare nessun progetto..Talvolta la precarietà d'affrontare i diversi problemi che ognuno incontra via via che gli sfugge di mano la sicurezza di qualsiasi forma attenuata dal consiglio d'essere sempre poco disponibile alla ferma intenzione del non farcela a dimostrare a sè stesso e agli altri la caducità delle sue aspirazioni che lo conducono alla mediocrità e gli configurano l'aspetto della persona che non vale la chiarezza che merita in quanto ha deciso d'intraprendere la propria esistenza sfruttando l'elemosina degli altri con l' inefficacia dei problemi d'affrontare.Ne consegue che costui non avrà il rispetto che ogni uomo possiede attraverso una vita di faticoso ed impegnativo lavoro, ma invece sarà sempre considerato un "fannullone" dalla sua stessa specie..e si dirà...che peccato.. uno spreco tale in quanto "poteva fare, ma non voleva fare"...
LA SERVITU'
Un tempo a casa dei miei nonni vi era una notevole SERVITU'.a casa dei nonni paterni avevamo la governante della casa che aveva cresciuto mio padre e i suoi fratelli e che quando parlava di loro diceva sempre..il signorino tale..il signorino tal'altro etc..Si chiamava Anna, poi vi erano due cameriere che si occupavano delle faccende domestiche e la cuoca..mentre a casa dei nonni materni essendo la nonna siciliana, il nonno veneto e mia madre ch'era nata a Bologna non vi era la governante della casa, ma sempre due cameriere. la stiratrice, l'autista e un "fruttore " così veniva chiamato l'uomo delle grandi pulizie sostituito oggi dal "marito in affitto" come ho già precisato precedentemente nei miei scritti .Costui sa fare di tutto..infatti lo chiamavo "tuttofare"ma egli si è precisato con quel nome avendolo sentito in televisione.Un tempo la SERVITU' era efficiente in quanto riteneva il proprio lavoro una missione e guai a riprenderli o a seguire i loro movimenti..si offendevano poichè ritenevano di sapere cosa fare ed era vero..il lavoro era considerato un movimento continuo e preciso durante il quale la casa veniva lustrata senza compromessi, nè direzioni d'opportunismo poichè essi si ritenevano responsabili del buon andamento.Inoltre esisteva il rispetto e la stima verso i proprietari che consideravano con attenzione in quanto davano loro l'opportunità di ricevere soldi anche per i familiari a casa.Oggi tutto questo non esiste più...la vecchia cameriera è stata sostituita dalle "colf" o collaboratrici domestiche e lo dice la parola stessa..esse desiderano lavorare in collaborazione anche dei cosiddetti padroni che non considerano tali e per cui non nutrono rispetto in quanto si considerano insostituibili dati i tempi che corrono..ma che non hanno compreso che tutti siamo necessari ..ma nessuno risulta indispensabile..Anzi in questi tempi è il datore di lavoro che deve comprendere i loro orari mai rispettati, le loro negligenze, i momenti di nervosismo e le loro precarietà poichè essi ti dimostrano che senza di loro tu non esisteresti affatto..che la loro onestà in questi tempi è proverbiale. che se sono venuti a casa tua ti hanno fatto un favore e per tali motivi devi zittire e sopportare.La necessità di essere aiutati nelle faccende domestiche e nel compito da espletare senza sotterfugi fa essere la padrona di casa benevola e amichevole verso costoro che dimenticano a volte di usufruire del suo pane e si comportano con superiorità di provocante maleducazione senza il rispetto dovuto, senza la cognizione di causa per la quale essi sono venuti.Ma l'affetto e la riconoscenza di un tempo non esistono più..non c'è la confidenza ritenuta un complimento di sincerità dovuto alla chiarezza d'essere considerati parte della famiglia, senza le quali si vivrebbe in un rapporto di sudditanza e questo comporterebbe una difficile dimostrazione di precario sentimento con coloro che ti aiutano nei servizi domestici, necessari ma faticosi per ottenere ordine e sensibilità di sincere affermazioni nelle quali ogni individuo cerca la precisa collaborazione e non l'indifferenza di coloro cher si ritengono alla pari mancandoti di rispetto con coloriture dei tempi odierni, dove l'affetto non esiste più.......
domenica 11 aprile 2010
"UCCEL DI BOSCO"
Quando mia madre parlava di mio fratello diceva sempre questa frase il cui significato indica che non sapeva dove fosse in quanto egli si rendeva latitante per un lungo periodo di tempo e come gli uccelli del bosco che fuggono alla presenza dell'uomo, così mio fratello usava comportarsi nelle decisioni difficili o quando aveva progetti da sensibilizzare e non voleva fare sapere dove fosse.Quindi egli non era mai presente nelle occcasioni che risultavano oppresse nella specifica soluzione da prendere, nè si poteva rintracciare e quando chiedevo ...ma dov'è?..Ella mi rispondeva ..non lo so...è "UCCEL DI BOSCO"..Significava tornerà quando gli farà comodo poichè tu sai che non è mai presente nelle difficoltà, in quanto decide sempre di svignarsela e battersela senza farsi trovare ..alle volte egli è presente per poi darsela a gambe, altre volte non si riesce a trovarlo ma vedrai che quando vorrà e riterrà opportuno, tornerà..anche se ha tagliato la corda, diceva... io non mi preoccupo si deve solamente aver pazienza..ed infatti così accadeva.. ad un tratto egli compariva con il sorriso sulle labbra e per mia madre tutto il tempo trascorso si annullava poichè aveva un "debole" come si sa per il "figlio maschio" e della situazione non se ne doveva parlare più.Nella vita questo modo di dire, è rimasto per tutti..infatti usiamo questo "leit motiv"per delineare una persona sfuggente e che non si ritiene responsabile per gli accaduti della circostanza.Mio fratello sorride quando glielo ricordo e cerca di minimizzzare questo significativo momento e raggiunge svelto la porta come ancora fosse..."UN UCCEL DI BOSCO"..
"COSA FATTA CAPO HA"...
Questa frase la diceva sempre mia madre e vuol significare che qualsiasi decisione si prenda deve essere fatta in fretta e rapidamente e non si può tornare indietro....Quando accedeva qualcosa che ci dispiaceva, ella appunto soleva dire non si può modificare l'evento..non se ne deve più parlare poichè la decisione è stata già presa.... devi rinunciarci.La vicenda antica narra che durante la guerra tra ghibellini e guelfi si dovesse celebrare un matrimonio ma che all'ultimo momento lo sposo rinunciò tirandosi indietro, allora fu decisa rapidamente la sua morte.,.e non ci fu nulla da fare.Ce ne parla anche Dante nella Divina Commedia nel canto ventottesimo a proposito dello sposo che in seguito come ho già detto, verrà ucciso. Quando una decisione nella vita si ritiene che sia la cosa giusta da fare anche se non è precisa, nè la migliore considerata in quel momento, non se ne deve parlare più poichè gli eventi in seguito non cambieranno la situazione, nè la modificheranno,si deve accettare la conseguente anche se spiacevole dimostrazione nella quale è inutile supporre un esito differente e così... ne scaturisce il detto.Nel tempo passato quando mia madre la pronunciava, per me era una scalfittura nel cuore poichè comprendevo che non si poteva più fare nulla, che dovevo rassegnarmi alla sua conclusione,che il risultato non si poteva annullare e nonostante la delusione ero costretta a rassegnarmi. Noi nella vita cerchiamo o vorremmo cercare di cambiare talvolta gli avvenimenti che ci precludono alla gioia con la trepidazione, con ansia e smarrimento, per adottare comportamenti diversi dai risultati che la circostanza offre..ma purtroppo non sempre questo succedersi delle azioni compiute può essere modificato da qui..."COSA FATTA CAPO HA"..
IL "VORREI.... MA NON POSSO"
Questa frase la commentava sempre mia madre quando doveva esprimere un concetto su una persona che evidenziava atteggiamenti superflui nella vita della sua condizione, con la speranza di dimostrare quello che non poteva ottenere..Questo significato assumeva un tono ridicolo poichè costui si complicava l'esistenza con requisiti diversi, se non grotteschi che la natura decideva fossero presenti senza fronzoli d'abbellimento che non significavano nulla.Il "VORREI MA NON POSSO"..comporta un significato ben preciso..raccogliere quello che la vita ti può offrire secondo le tue possibilità e necessità senza dover affrontare problemi di varia natura che ti costringerebbero ad una "spesa superflua" condizionata dagli eventi che non si suppone avverranno..."Accontentarsi" ..questa è in sintesi la risposta che tutti dovrebbero tener presente ma che pochi ossservano durante il viaggio di sollecitazioni che si determinano nei suppletivi conflitti della stentata, se non faticosa speranza di essere considerati migliori di quanto in realtà si sia.Non tutti si considerano appagati dalla prospettiva di chiamata alla reciproca convenienza della vita, ma essi si destreggiano in spettacolari esibizioni della sintetica e preservata situazione d'essere fermi alla partenza dei richiesti e non accordati momenti che l'esistenza mostra, affinchè si possano raccogliere in comportamenti senza sollecitazioni esterne, che li farebbero essere privi di contenuti appaganti con termini specifici nella consumazione dei loro difetti e delle loro pretese.Quando si esplicano i solleciti e spediti costumi di reciproca richiesta di fare credere che si è superiori per finalità d'opportunismo coadiuvati da esteriorità di diverse manifestazioni, si ritiene che la possibilità del "VORREI..MA NON POSSO" sia una scusante e non una pretesa non realizzata...
sabato 10 aprile 2010
L'INDIFFERENZA
Come è triste questo termine che nasconde qualsiasi sentimento , qualsiasi dimostrazione d'affetto e che contiene anche le attenzioni mancate di una risposta durante una conversazione difficile e sottoposta a continue e sospirate domande.Questa assente sensibilità denota un preciso atteggiamento in cui si evidenziano la superiorità e la mancanza di contegno, per cui chi ne è avulso crede così di mostrare la sorretta speculazione della completa aridità d'animo.Colui che si comporta in tale maniera non sempre internamente prova INDIFFERENZA, ma si presenta con questo atteggiamento per evitare risposte precise che confermerebbero la sua responsabilità in merito o per mancanza di una risposta valida e precisa.Ma al contrario coloro che non per viltà, ma per spontaneo sentimento di rifiuto di una chiarezza d'affetto o perchè non sentono la necessità della comunicazione verso gli altri, sono decisamente colpevoli se non addirittura scevri da qualsiasi emozione durante il cammino della propria esistenza.Non sempre questa configurazione è determinante per la vita di coloro che aspettano una certezza che possa offrire la completa finalità della stessa e che durante la quale si possano sentire uniti per affrontare le avversità, le emozioni, le specifiche risultanze che la vita complica durante il suo percorso,nella quale si determinano gli allontanamenti del loro stesso sentimento, durante il quale si definiscono salvati in "extremis" dalla più completa INDIFFERENZA che causerebbe loro dolore e presentimento di un futuro nefasto.Gli uomini sono stati delusi dalla precisione della richiesta di ottenere il "tutto per tutto"..e quando questa realtà non si è configurata hanno deciso di comprendere nel loro animo questa necessità che credono li possa proteggere da qualsiasi evenienza negativa..ma che invece li fa essere completamente soli, nell'illusione di difesa ad oltranza di tutte le evenienze dolorose che incontreranno durante il loro percorso con una INDIFFERENZA che credono appagherà la loro disfatta...
LA RIFLESSIONE
RIFLETTERE prima di compiere qualsiasi azione è un sentimento di dovuta completezza nella probabilità d'insuccesso o di quella d'essere fraintesi andando incontro a sconfitte o delusioni che non si prevedono, in quanto la nostra circostanza dell'accaduto ci dimostra erroneamente la completa disfatta degli avversari.Questo atteggiamento ha il significato di far decidere le varie opportunità che potrebbero configurarsi secondo gli effetti provocati dalle insistenze dei nostri consumi attraverso i quali, si possono decidere l'eventualità necessarie ad una completa affermazione positiva degli avvenimenti accaduti.Ma non tutti hanno questo momento o queste affermazioni di riflessione di pensare prima d'intervenire in una situazione che determinerà il probabile insuccesso dei nostri proponimenti, in quanto la possibilità di questo evento non è stata presa in considerazione con il tempo di chiarezza della RIFLESSIONE.Se ognuno di noi raggiungesse la verità con la severità della specifica situazione facendo in modo d'interpretare anche la posizione altrui e considerando che i suoi intenti non sono come i nostri, ne dedurrebbe che le circostanze possono assumere congetture, apparentemente sincere ma con conseguenze in seguito deleterie per la nostra esistenza.Coloro che non agiscono d'impulso, che non si lasciano trasportare dal momento di tensione in cui il sistema nervoso predomina sul "buon senso", oppure hanno un atteggiamento riflessivo e ponderato, otterranno sicuramente una risposta effettiva e rassicurante che offrirà loro la soluzione migliore di qualsiasi problema.Ma purtroppo poche sono le persone che si configurano sotto questo aspetto, poichè la maggior parte dell'umanità si lascia trasportare nei gravi momenti di tensione dalla collera, dalla vendetta , dalla necessità di essere superiori alla sconfitta, eppure vi è un famoso detto in cui si afferma... la vendetta è un piatto che va mangiato freddo..il che ha un specifico significato... anche con questo sistema è necessaria una ponderata ed efficace RIFLESSIONE, ma che ognuno di noi difficilmente accetta, in quanto non troverà pace fino a quando a suo modo non avrà sconfitto l'avversario....
IL SONNO
E' il migliore amico dell'uomo in quanto egli se ne serve per potere avere quella tranquillità che necessita dopo una giornata di vita vissuta.Durante il SONNO ognuno di noi raggiunge la completa soddisfazione di riposo dimenticando ogni termine d'affanno e per i quali si avvicendano le difficoltà dell'esistenza umana.Vi sono però coloro che anche durante il senso della tranquillità non ottengono questo risultato poichè per tutto il tempo sentono il brivido dell'insuccesso dovuto a forti tensioni, a momenti di preoccupanti comunicazioni non effetuate ,oppure costoro soffrono di malattie connesse ad esso.Allora l'umore, la pace che dovranno necessitare durante la giornata, verranno stravolti dalla "ore piccole" accadute.Si dice che nel sonno si vada in braccio a Morfeo il quale dovrebbe provvedere al nostro riposo..ma non per tutti è così...la notte fa ingrandire le nostre preoccupazioni, i nostri pensieri che si affollano nella mente e nel buio delle ore cerchiamo di trovare soluzioni che procurano ansia ed affanno e la nostra mente senza alcuna pietà ci mostra immagini non superate, nè chiarite della giornata trascorsa..Eppure non è così per ognuno di noi...ci sono coloro che si addormentano immediatamente, vuoi che sia dopo il pranzo,per la cosiddetta "pennichella", vuoi che sia notte appena si sono coricati..costoro sono dei privilegiati come i bambini che non hanno alcun problema da risolvere,eppure anche costoro talvolta preoccupati dai pensieri scolastici o per paura del buio hanno difficoltà nell'andare in braccio a Morfeo.Il SONNO con la notte, si dice che "porti consiglio"..infatti i nostri pensieri tumultuosi dovrebbero diventare più calmi dopo attente riflessioni che vengono talvolta anche ingrandite quando offriamo alla mente la possibilità d'evasione in ogni campo.Vi sono anche coloro che hanno necessità di dormire solo poche ore per sentirsi bene e affrontare la giornata con tutti gli effetti desiderati, ma questi saranno delle pile elettriche poichè le ore del riposo sono state ridotte.Si dice di colui che dorma "come un bambino" anche se è stato autore di efferati delitti ..chissà se costui nel suo sonno non attraversi momenti d'innocenza che ormai non possiede più..Nel SONNO vi sono sogni tranquilli ed incubi terribili..si afferma che il primo SONNO sia quello che dispone la nostra mente al riposo delle ore vissute, mentre quello in cui ci abbandoniamo alle prime ore dell'alba sia chiamato" in chiaro "ed è qui che avverrebbero le situazioni future o incontri particolari con persone che amiamo... ma vi sono anche coloro che invece non sognano, o che esso non sia a colori in quanto esplode come un film in bianco e nero e coloro che in seguito al risveglio non ricordano nulla.Il SONNO è comunque una riflessione spenta dei nostri problemi, dei nostri desideri, delle difficoltà che necessitano una risposta..ma che durante il quale, il tempo sembra si sia fermato e il riposo che avanza mentre chiudiamo gli occhi ci fa andare incontro alla pace dei sensi incantati...